Europee, il commento al voto di Paola Natalicchio
Lunga riflessione della candidata a poche ore dalla fine dello spoglio
lunedì 27 maggio 2019
9.36
È giunto pochi minuti fa il primo commento al voto di Paola Natalicchio, a Molfetta candidato più suffragato per le elezioni europee di ieri.
Pur improbabile l'elezione al parlamento, tenuto conto delle percentuali de "La Sinistra" a livello nazionale e della soglia di sbarramento del 4%, il risultato delle urne è inevitabilmente motivo di riflessione sopratutto su scala nazionale.
"Un solo dato é certo: Molfetta. A Molfetta abbiamo fatto argine. Abbiamo preso il 12 percento (piú di dieci volte del risultato della lista nazionale). Abbiamo preso 1447 preferenze (1100 di piú della seconda di lista, l'europarlamentare uscente Eleonora Forenza). Abbiamo superato Salvini e Berlusconi. Siamo quarto partito e abbiamo alle spalle Forza Italia e Fratelli d'Italia", afferma Natalicchio.
"Grazie a chi ci ha creduto, chi ci ha lavorato, chi si é schierato. Piú forte della maldicenza é stata la voglia di battere un colpo di onestá, trasparenza, solidarietá e coraggio. Lasciatemi qualche ora per raffreddare i pensieri. Capiremo come é giusto proseguire, a Molfetta, in Puglia e in Italia. E lo capiremo bene, stavolta. Lo capiremo insieme", continua.
Dopo una lunga riflessione sulla sinistra e il suo futuro a livello nazionale.
"Primo: siamo in una stagione di politica pulsionale. Il Paese ha perso la ragione. Vota un partito personale con la croce in mano e il razzismo di stato al centro della sua proposta politica. Lo vota anche al Sud, nonostante i trascorsi insultanti. Pulsioni, davvero. Animal spirits. Ignoranza. Secondo: la presunta "tenuta" del Pd non basta. E nel Sud non esiste. Il Pd ha il 36 percento a Milano e piú della metá in tanti punti del Mezzogiorno. L'Italia democratica é divisa in due. E comunque rappresenta una minoranza attorno a cui é impossibile costruire una prospettiva maggioritaria. L'Ulivo, la sinistra unita, il centrosinistra: sono favole. Il Paese ci é cambiato in testa. Bisogna costruire l'alternativa radicale alla nuova crociata in corso. Non so bene come, ma una crociata al contrario. Non un timido accrocchio. Terzo: il progetto de "La Sinistra" ha fallito. É stato bocciato dalle urne con nettezza. Prendere meno di 500 mila voti su scala nazionale significa solo una cosa: il Paese non sente il bisogno di cose piccole e incerte. Non vuole piú sentire la parola sinistra, men che mai rossa, singolare e nazionale. La preferisce verde ed europea, per dire. Senza sentirla nominare.Tanto tuonó che piovve. Tanto é stata attaccata che si é rotta. Tanto é stata inutile e nuvolare che nessuno nemmeno la guarda, la desidera, la trova utile a qualcosa. Tante volte l'abbiamo rifatta che alla fine nessuno la vota piú. Tante volte abbiamo cambiato il simbolo che nessuno lo riconosce, lo sente calamita, bandiera".
Poi la chiusura con una esortazione.
"Viva la politica. E, per favore, nessuna smobilitazione".
Pur improbabile l'elezione al parlamento, tenuto conto delle percentuali de "La Sinistra" a livello nazionale e della soglia di sbarramento del 4%, il risultato delle urne è inevitabilmente motivo di riflessione sopratutto su scala nazionale.
"Un solo dato é certo: Molfetta. A Molfetta abbiamo fatto argine. Abbiamo preso il 12 percento (piú di dieci volte del risultato della lista nazionale). Abbiamo preso 1447 preferenze (1100 di piú della seconda di lista, l'europarlamentare uscente Eleonora Forenza). Abbiamo superato Salvini e Berlusconi. Siamo quarto partito e abbiamo alle spalle Forza Italia e Fratelli d'Italia", afferma Natalicchio.
"Grazie a chi ci ha creduto, chi ci ha lavorato, chi si é schierato. Piú forte della maldicenza é stata la voglia di battere un colpo di onestá, trasparenza, solidarietá e coraggio. Lasciatemi qualche ora per raffreddare i pensieri. Capiremo come é giusto proseguire, a Molfetta, in Puglia e in Italia. E lo capiremo bene, stavolta. Lo capiremo insieme", continua.
Dopo una lunga riflessione sulla sinistra e il suo futuro a livello nazionale.
"Primo: siamo in una stagione di politica pulsionale. Il Paese ha perso la ragione. Vota un partito personale con la croce in mano e il razzismo di stato al centro della sua proposta politica. Lo vota anche al Sud, nonostante i trascorsi insultanti. Pulsioni, davvero. Animal spirits. Ignoranza. Secondo: la presunta "tenuta" del Pd non basta. E nel Sud non esiste. Il Pd ha il 36 percento a Milano e piú della metá in tanti punti del Mezzogiorno. L'Italia democratica é divisa in due. E comunque rappresenta una minoranza attorno a cui é impossibile costruire una prospettiva maggioritaria. L'Ulivo, la sinistra unita, il centrosinistra: sono favole. Il Paese ci é cambiato in testa. Bisogna costruire l'alternativa radicale alla nuova crociata in corso. Non so bene come, ma una crociata al contrario. Non un timido accrocchio. Terzo: il progetto de "La Sinistra" ha fallito. É stato bocciato dalle urne con nettezza. Prendere meno di 500 mila voti su scala nazionale significa solo una cosa: il Paese non sente il bisogno di cose piccole e incerte. Non vuole piú sentire la parola sinistra, men che mai rossa, singolare e nazionale. La preferisce verde ed europea, per dire. Senza sentirla nominare.Tanto tuonó che piovve. Tanto é stata attaccata che si é rotta. Tanto é stata inutile e nuvolare che nessuno nemmeno la guarda, la desidera, la trova utile a qualcosa. Tante volte l'abbiamo rifatta che alla fine nessuno la vota piú. Tante volte abbiamo cambiato il simbolo che nessuno lo riconosce, lo sente calamita, bandiera".
Poi la chiusura con una esortazione.
"Viva la politica. E, per favore, nessuna smobilitazione".