Estorsioni, si costituisce l'ultimo componente della banda. È un 26enne
Si tratta di Domenico Minervini, molfettese già noto alle forze dell'ordine. Si è presentato a Trani con il suo avvocato
domenica 25 agosto 2019
19.37
Lo scorso 5 agosto era riuscito a sottrarsi all'operazione dei Carabinieri della locale Compagnia contro una banda made in Molfetta accusata di aver chiesto il pizzo sparando colpi di pistola contro le auto di due imprenditori edili e facendo esplodere un ordigno all'ingresso della sede di una società di costruzioni.
Da quest'oggi, però, Domenico Minervini, noto alle forze dell'ordine, è in carcere. Il 26enne, evidentemente stretto dalla morsa dei controlli in città, si è presentato spontaneamente al penitenziario di Trani insieme al suo legale, Michele Salvemini. È accusato, con il 22enne Fabio De Candia, il 19enne Umberto Monopoli ed il 18enne A. F., dei reati di tentata estorsione, danneggiamento e ricettazione, aggravato dall'uso delle armi da fuoco e di sostanze esplodenti.
Le indagini sono state avviate il 14 marzo scorso dopo l'esplosione di colpi d'arma da fuoco contro i vetri di un'auto di un imprenditore edile. Nove giorni dopo la stessa vittima subì il danneggiamento del suo fuoristrada, centrato con altri colpi di pistola. Il 2 maggio scorso il gruppo avrebbe realizzato un altro raid facendo esplodere un ordigno davanti alla sede di una società di costruzioni. Il 5 agosto, l'epilogo con gli arresti. All'appello, però, mancava solo il suo nome.
Le ricerche del 26enne sono proseguite senza sosta sino a questo pomeriggio, quando, alle ore 17.00, il ricercato si è costituito. E così, dopo 20 giorni, è finita la sua fuga: Domenico Minervini si trova in carcere, nei prossimi giorni andrà davanti al giudice per le indagini preliminari per l'interrogatorio di garanzia.
Da quest'oggi, però, Domenico Minervini, noto alle forze dell'ordine, è in carcere. Il 26enne, evidentemente stretto dalla morsa dei controlli in città, si è presentato spontaneamente al penitenziario di Trani insieme al suo legale, Michele Salvemini. È accusato, con il 22enne Fabio De Candia, il 19enne Umberto Monopoli ed il 18enne A. F., dei reati di tentata estorsione, danneggiamento e ricettazione, aggravato dall'uso delle armi da fuoco e di sostanze esplodenti.
Le indagini sono state avviate il 14 marzo scorso dopo l'esplosione di colpi d'arma da fuoco contro i vetri di un'auto di un imprenditore edile. Nove giorni dopo la stessa vittima subì il danneggiamento del suo fuoristrada, centrato con altri colpi di pistola. Il 2 maggio scorso il gruppo avrebbe realizzato un altro raid facendo esplodere un ordigno davanti alla sede di una società di costruzioni. Il 5 agosto, l'epilogo con gli arresti. All'appello, però, mancava solo il suo nome.
Le ricerche del 26enne sono proseguite senza sosta sino a questo pomeriggio, quando, alle ore 17.00, il ricercato si è costituito. E così, dopo 20 giorni, è finita la sua fuga: Domenico Minervini si trova in carcere, nei prossimi giorni andrà davanti al giudice per le indagini preliminari per l'interrogatorio di garanzia.