Esami di guida col trucco: dodici condannati, anche un 37enne di Molfetta
L'uomo, Vito Magarelli, dovrà scontare 1 anno di reclusione, ma ricorrerà in Appello. Confiscate le patenti di tutti gli imputati
mercoledì 28 febbraio 2024
15.37
C'è un molfettese, il 37enne Vito Magarelli, fra i dodici imputati condannati a pene comprese tra i 12 mesi e i 2 anni di reclusione - altri 64, invece, hanno ottenuto il proscioglimento per prescrizione dei reati - con l'accusa di falsa attribuzione di lavoro altrui. L'uomo, dovrà scontare 1 anno di carcere, ma ricorrerà in Appello.
Nei confronti di tutti, inoltre, il Tribunale di Bari (giudice Ambrogio Marrone) ha deciso la distruzione di 76 licenze di guida - quest'operazione sarà effettuata solo quando la sentenza diverrà irrevocabile - «conseguite fraudolentemente» in quanto «frutto di una attività ingannatoria», perché «attestanti una idoneità alla guida di vari soggetti i cui requisiti di capacità non sono stati controllati». Per i giudici del primo grado le patenti ottenute illecitamente non possono essere restituite.
La vicenda è quella degli esami truccati per ottenere la patente, emersa grazie ad un'inchiesta della Polizia Stradale e coordinata dal pubblico ministero Luciana Silvestris. Le indagini consentirono di accertare come dietro il pagamento di 3mila euro, fosse possibile accedere ai sistemi di comunicazione telematici e audio, grazie ai quali i candidati trasmettevano le immagini delle schede d'esame della Motorizzazione Civile e ricevevano infine le risposte esatte da contrassegnare.
I 76 candidati, invece, hanno affrontato il processo: dodici, fra cui Magarelli, assistito dall'avvocato Michele Salvemini, sono stati condannati per essersi «in piena consapevolezza rivolti ad un apparato organizzativo che si occupava sistematicamente delle attività d'alterazione delle prove d'esame con metodi fraudolenti».
Nei confronti di tutti, inoltre, il Tribunale di Bari (giudice Ambrogio Marrone) ha deciso la distruzione di 76 licenze di guida - quest'operazione sarà effettuata solo quando la sentenza diverrà irrevocabile - «conseguite fraudolentemente» in quanto «frutto di una attività ingannatoria», perché «attestanti una idoneità alla guida di vari soggetti i cui requisiti di capacità non sono stati controllati». Per i giudici del primo grado le patenti ottenute illecitamente non possono essere restituite.
La vicenda è quella degli esami truccati per ottenere la patente, emersa grazie ad un'inchiesta della Polizia Stradale e coordinata dal pubblico ministero Luciana Silvestris. Le indagini consentirono di accertare come dietro il pagamento di 3mila euro, fosse possibile accedere ai sistemi di comunicazione telematici e audio, grazie ai quali i candidati trasmettevano le immagini delle schede d'esame della Motorizzazione Civile e ricevevano infine le risposte esatte da contrassegnare.
I 76 candidati, invece, hanno affrontato il processo: dodici, fra cui Magarelli, assistito dall'avvocato Michele Salvemini, sono stati condannati per essersi «in piena consapevolezza rivolti ad un apparato organizzativo che si occupava sistematicamente delle attività d'alterazione delle prove d'esame con metodi fraudolenti».