Ennesimo esposto per sbocco depuratore in località Torre Calderina
La Lac Puglia si rivolge alla Procura di Trani
martedì 1 marzo 2016
9.16
La LAC Puglia ha formulato un esposto alla Procura della Repubblica di Trani per lo sbocco del depuratore di Molfetta, quello che termina il suo percorso sulla battigia a circa cento metri da Torre Calderina all'interno dell'oasi naturalistica di Torre Calderina.
Durante la costante attività di controllo da parte dei volontari della LAC Puglia nei giorni scorsi è stata riscontrata nuovamente la presenza di forte concentrazione di schiuma e fanghi allo sbocco in mare del depuratore molfettese che si estendevano per diverse centinaia di metri sia a valle che a monte dello sbocco. Oltre alla schiuma, si percepiva anche il tipico odore dei tensioattivi. Anche sulla battigia fanghi e schiuma, presenti anche a ridosso di quel che resta (molto poco ancora) dell'unica strada che collega Molfetta a quel tratto di costa.
Eppure proprio quel tratto di costa fra pochi giorni si prepara a ricevere il popolo migratore, uccelli che dopo migliaia di km di viaggi estenuanti si imbatteranno in visioni poco edificanti e spesso mortali come ad esempio l'intossicazione alimentare.
«Ribadiamo ancora una volta che Molfetta non ha bisogno di una condotta sottomarina per cancellare d'un botto la "vergogna" ma di un vero impianto di depurazione! Ancora una volta puntiamo il dito verso quella incompiuta di fine secondo millennio chiamato "Impianto di affinamento acque reflue", ha affernato Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC.
L'opera è costata oltre 30 miliardi delle vecchie lire.
Durante la costante attività di controllo da parte dei volontari della LAC Puglia nei giorni scorsi è stata riscontrata nuovamente la presenza di forte concentrazione di schiuma e fanghi allo sbocco in mare del depuratore molfettese che si estendevano per diverse centinaia di metri sia a valle che a monte dello sbocco. Oltre alla schiuma, si percepiva anche il tipico odore dei tensioattivi. Anche sulla battigia fanghi e schiuma, presenti anche a ridosso di quel che resta (molto poco ancora) dell'unica strada che collega Molfetta a quel tratto di costa.
Eppure proprio quel tratto di costa fra pochi giorni si prepara a ricevere il popolo migratore, uccelli che dopo migliaia di km di viaggi estenuanti si imbatteranno in visioni poco edificanti e spesso mortali come ad esempio l'intossicazione alimentare.
«Ribadiamo ancora una volta che Molfetta non ha bisogno di una condotta sottomarina per cancellare d'un botto la "vergogna" ma di un vero impianto di depurazione! Ancora una volta puntiamo il dito verso quella incompiuta di fine secondo millennio chiamato "Impianto di affinamento acque reflue", ha affernato Pasquale Salvemini, delegato regionale della LAC.
L'opera è costata oltre 30 miliardi delle vecchie lire.