Emergenza neve, divampano le polemiche. I dubbi del Liberatorio Politico

«Si verifichi l'operatività del Comitato comunale di Protezione Civile»

martedì 10 gennaio 2017 22.19
Dopo tre giorni di emergenza neve, a cui si è aggiunta anche un'emergenza rifiuti, la città sembra cristallizzata, quartieri isolati con strade ancora ghiacciate e con il rischio di nuove precipitazioni nevose previste nelle prossime ore. Nonostante lo stato d'allerta della Protezione Civile Regionale, diramato già molti giorni prima dei copiosi eventi nevosi, il Centro Operativo Comunale della Protezione Civile è risultato dalle prime ore impreparato, inadeguato e mal organizzato. Stamattina abbiamo presentato al Commissario Straordinario dott. Passerotti, una richiesta di verifica dello "stato di salute" dell'operatività del Comitato comunale di Protezione Civile e dell'efficienza della struttura organizzativa del Piano Operativo Comunale di Protezione Civile. Si individuino le criticità che ne hanno bloccato l'operatività dello stesso nei giorni dell'emergenza neve e si pongano in essere i dovuti provvedimenti.

Inoltre abbiamo chiesto il motivo per cui non si sia mai realizzato il sito internet della Protezione Civile (nonostante con la Determinazione Dirigenziale n. 23 del 17 maggio 2010 si affidava l'incarico di realizzare un sito internet dedicato al settore Protezione Civile e Tutela del Territorio, a cura dello " STUDIOTECNICO GIS" di Molfetta) e perché il Piano Comunale di Protezione Civile, aggiornato e approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 4 settembre 2014, non sia stato mai pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Molfetta. La nostra richiesta giunge in concomitanza di una particolare emergenza ma serve anche ad evitare che in futuro la macchina della protezione civile locale sia così poco efficiente e possa coinvolgere nella mobilitazione i semplici cittadini, in particolare i giovani, in una esperienza formativa e socializzante.

Oggi la città ha bisogno di ritrovare quel volontariato spontaneo, addestrato, possibilmente senza divise, per ricostruire specialmente tra i giovani, il senso di solidarietà e di appartenenza ad una comunità, ormai perso nel tempo.