Ecatombe di delfini e tartarughe in Adriatico. Un caso anche a Molfetta
Due testuggini si sono spiaggiate a Giovinazzo e Molfetta. Una stenella ed un tursiope a Polignano e Monopoli
venerdì 14 dicembre 2018
Delfini e tartarughe deceduti. Sono state ben due le carcasse di caretta caretta rinvenute sulla costa di Giovinazzo e Molfetta. Altrettanti delfini, invece, sono stati recuperati ormai privi di vita a Monopoli e Polignano a Mare.
L'esemplare rinvenuto in località Prima Cala, con un carapace di 67 centimetri, è stato recuperato dai volontari del WWF Puglia, dai militari della Capitaneria di Porto di Molfetta, dagli agenti della Polizia Locale e dal personale del Servizio Veterinario dell'Asl di Bari, ed è morto per mano dell'uomo, con molta probabilità dalla permanenza all'interno delle reti a strascico usate per la pesca intensiva.
«Una tartaruga può restare in apnea per quasi due ore in condizioni normali - afferma Pasquale Salvemini - ma lo stress della cattura con una rete comporta un maggiore consumo di ossigeno da parte della tartaruga, che in breve tempo la porta all'annegamento». Questi esemplari, che restano privi di vita in mare anche per diversi mesi, vengono riportati a riva dalle mareggiate, spesso in avanzato stato di decomposizione.
Il recupero degli animali vivi è importante perché essi sono campanelli d'allarme sullo stato di salute del mare. Un Adriatico che ha restituito anche un tursiope (a Monopoili) ed una stenella a Polignano a Mare. Entrambi sono stati trovati morti con diversi tagli dovuti, forse, alle reti da pesca incontrate in mare.
L'esemplare rinvenuto in località Prima Cala, con un carapace di 67 centimetri, è stato recuperato dai volontari del WWF Puglia, dai militari della Capitaneria di Porto di Molfetta, dagli agenti della Polizia Locale e dal personale del Servizio Veterinario dell'Asl di Bari, ed è morto per mano dell'uomo, con molta probabilità dalla permanenza all'interno delle reti a strascico usate per la pesca intensiva.
«Una tartaruga può restare in apnea per quasi due ore in condizioni normali - afferma Pasquale Salvemini - ma lo stress della cattura con una rete comporta un maggiore consumo di ossigeno da parte della tartaruga, che in breve tempo la porta all'annegamento». Questi esemplari, che restano privi di vita in mare anche per diversi mesi, vengono riportati a riva dalle mareggiate, spesso in avanzato stato di decomposizione.
Il recupero degli animali vivi è importante perché essi sono campanelli d'allarme sullo stato di salute del mare. Un Adriatico che ha restituito anche un tursiope (a Monopoili) ed una stenella a Polignano a Mare. Entrambi sono stati trovati morti con diversi tagli dovuti, forse, alle reti da pesca incontrate in mare.