E se San Nicola fosse un cantante neomelodico?
Un mercatino sempre più simile al mercato settimanale
venerdì 4 dicembre 2015
17.24
Alzi la mano chi, nella letterina a San Nicola, non ha chiesto un Cd di canzoni napoletane, di quelle appartenenti alla tradizione magari più trash. Eppure, facendo una passeggiata nel mercatino allestito in Piazza Paradiso, tra le tante, ad allietare l'aria, c'era la musica di un cantante napoletano, a talmente alto volume da sentirsi sia da Piazza Immacolata che da via Paniscotti e parte di via Annunziata.
Forse i tempi saranno cambiati oppure, oltre l'ilarità e un pò di lecito sarcasmo, i tempi sono da cambiare. In fondo non si può denominare "Mercatino di San Nicola" ciò che "Mercatino di San Nicola" in realtà non è. Non è perchè ci si aspetta bancarelle di giocattoli e dolciumi ma ci si ritrova davanti a uno scenario più simile a quello del mercato settimanale del giovedì mattina.
E' un pò la stessa storia della Festa patronale: dedicata al mare e ai marinai, ma costretti a camminare tra stand di aspira polveri e padelle, bancarelle di borse e chi più ne ha più ne metta.
Logico che non si sta disprezzando questa categoria di lavoratori, perchè di lavoratori si tratta, che non stano facendo altro se non portare il pane a casa, ma almeno si pensi a un'altra soluzione. Sarebbe utopistico scomodare i mercatini natalizi di Bolzano, Vienna, Budapest. Tutto altro scenario. Ma almeno chiamare le cose con il proprio nome si.
Allora perchè non ripensare a questa tradizione? Puntare su ciò che più fa avvicinare la gente, molfettese e forestiera, a una delle tradizioni più caratteristiche.
Forse i tempi saranno cambiati oppure, oltre l'ilarità e un pò di lecito sarcasmo, i tempi sono da cambiare. In fondo non si può denominare "Mercatino di San Nicola" ciò che "Mercatino di San Nicola" in realtà non è. Non è perchè ci si aspetta bancarelle di giocattoli e dolciumi ma ci si ritrova davanti a uno scenario più simile a quello del mercato settimanale del giovedì mattina.
E' un pò la stessa storia della Festa patronale: dedicata al mare e ai marinai, ma costretti a camminare tra stand di aspira polveri e padelle, bancarelle di borse e chi più ne ha più ne metta.
Logico che non si sta disprezzando questa categoria di lavoratori, perchè di lavoratori si tratta, che non stano facendo altro se non portare il pane a casa, ma almeno si pensi a un'altra soluzione. Sarebbe utopistico scomodare i mercatini natalizi di Bolzano, Vienna, Budapest. Tutto altro scenario. Ma almeno chiamare le cose con il proprio nome si.
Allora perchè non ripensare a questa tradizione? Puntare su ciò che più fa avvicinare la gente, molfettese e forestiera, a una delle tradizioni più caratteristiche.