Due tartarughe morte spiaggiate a Molfetta
Si tratta di altrettanti esemplari della specie caretta caretta. È intervenuta la Guardia Costiera
mercoledì 5 maggio 2021
Due esemplari di tartarughe marine, morte da alcuni giorni, sono state rinvenute a distanza di poche ore sulla litoranea di Molfetta. A segnalare la loro presenza sulla battigia sono stati alcuni cittadini che si sono rivolti prima alla Guardia Costiera e poi ai volontari del WWF Puglia, che gestiscono il centro di Molfetta.
Il primo esemplare, il più grande, si è spiaggiato in località Seconda Cala. Purtroppo, come hanno constatato anche i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, giunti sul posto per i rilievi di rito assieme alla Capitaneria di Porto, alla Polizia Locale ed al veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, il grande esemplare di caretta caretta - una femmina con una lunghezza del carapace di oltre 81 centimetri - era già morta, trascinata a riva dalle forti correnti.
Poche ore dopo è giunta una nuova segnalazione da parte di un cittadino che ha trovato un'altra tartaruga marina spiaggiata in località cala San Giacomo. Anche in questo caso si tratta di una caretta caretta - un maschio, con una lunghezza pari a 60 centimetri -, purtroppo morta. La segnalazione del suo ritrovamento (sul posto si è recato il personale della Capitaneria di Porto e quello della Polizia Locale), anche in questo caso, è stata girata all'Azienda Sanitaria Locale di Bari.
Saranno i veterinari, infatti, ad accertare le cause della morte dei due esemplari della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune, diffusa in molti mari del mondo, ma fortemente minacciata in tutto il bacino del mare Mediterraneo, «anche se - ammette Pasquale Salvemini, coordinatore del centro - sarà difficile risalire alle effettive cause dei decessi, dato l'avanzato stato di decomposizione delle carcasse», arrivate a riva già morte, trascinate dalle forti correnti marine.
La caretta caretta, tra l'altro, è una tartaruga a rischio estinzione. I suoi nemici non sono solo l'inquinamento marino, ma anche le reti da pesca a strascico e da posta in cui spesso finiscono impigliate senza più riuscire ad emergere. «Quando i pescatori trovano tartarughe impigliate nelle reti o già morte per asfissia da annegamento - spiega Salvemini -, le rigettano in mare e le correnti le spingono sino a spiaggiarle. Noi ci limitiamo a effettuare le verifiche per elaborare i dati».
I volontari hanno effettuato i rilievi del caso, prima di spostarsi a Giovinazzo dove hanno rinvenuto un altro esemplare - un maschio di 80 centimetri - spiaggiato: «Il loro ritrovamento è una conseguenza delle mareggiate: fa specie che su tre tartarughe marine, due erano esemplari adulti pronti, magari, a deporre le uova».
Il primo esemplare, il più grande, si è spiaggiato in località Seconda Cala. Purtroppo, come hanno constatato anche i volontari del centro di recupero tartarughe marine di Molfetta, giunti sul posto per i rilievi di rito assieme alla Capitaneria di Porto, alla Polizia Locale ed al veterinario dell'Azienda Sanitaria Locale di Bari, il grande esemplare di caretta caretta - una femmina con una lunghezza del carapace di oltre 81 centimetri - era già morta, trascinata a riva dalle forti correnti.
Poche ore dopo è giunta una nuova segnalazione da parte di un cittadino che ha trovato un'altra tartaruga marina spiaggiata in località cala San Giacomo. Anche in questo caso si tratta di una caretta caretta - un maschio, con una lunghezza pari a 60 centimetri -, purtroppo morta. La segnalazione del suo ritrovamento (sul posto si è recato il personale della Capitaneria di Porto e quello della Polizia Locale), anche in questo caso, è stata girata all'Azienda Sanitaria Locale di Bari.
Saranno i veterinari, infatti, ad accertare le cause della morte dei due esemplari della specie caretta caretta, la tartaruga marina più comune, diffusa in molti mari del mondo, ma fortemente minacciata in tutto il bacino del mare Mediterraneo, «anche se - ammette Pasquale Salvemini, coordinatore del centro - sarà difficile risalire alle effettive cause dei decessi, dato l'avanzato stato di decomposizione delle carcasse», arrivate a riva già morte, trascinate dalle forti correnti marine.
La caretta caretta, tra l'altro, è una tartaruga a rischio estinzione. I suoi nemici non sono solo l'inquinamento marino, ma anche le reti da pesca a strascico e da posta in cui spesso finiscono impigliate senza più riuscire ad emergere. «Quando i pescatori trovano tartarughe impigliate nelle reti o già morte per asfissia da annegamento - spiega Salvemini -, le rigettano in mare e le correnti le spingono sino a spiaggiarle. Noi ci limitiamo a effettuare le verifiche per elaborare i dati».
I volontari hanno effettuato i rilievi del caso, prima di spostarsi a Giovinazzo dove hanno rinvenuto un altro esemplare - un maschio di 80 centimetri - spiaggiato: «Il loro ritrovamento è una conseguenza delle mareggiate: fa specie che su tre tartarughe marine, due erano esemplari adulti pronti, magari, a deporre le uova».