Due serate con Giuseppe Verdi, gli applausi e i bis hanno decretato il successo
Allegretta: «stiamo creando dei ponti culturali»
sabato 31 agosto 2019
10.59
Molfetta ama la lirica. Molfetta vuole riallacciare lo stretto rapporto che ha sempre avuto con il "bel canto". Le "Serate Verdiane" sono state la dimostrazione con la presenza di oltre 1500 persone, per le due serate, di questo stretto rapporto, di questo amore. E' un'altra grande manifestazione completamente gratuita di Eventi Molfetta 2019, realizzata con il patrocinio del Comune di Molfetta, con la collaborazione delle Associazioni ArsNova e Chorus Jso.
Due serate in cui le liriche da camera e le aree, i duetti e i cori delle opere di Giuseppe Verdi hanno affascinato e portato i presenti in altri luoghi e in altri tempi.
La Chiesa della Madonna della Rosa per la prima serata si è trasformata in un'ottocentesca casa nobiliare per ospitare le opere più intime, le prime opere del maestro di Busseto, le liriche da Camera come: "Perduta ho la pace" di Gothe traduzione Luigi Balestri, "La zinagara" e "Lo spazzacamino" entrambe di Maggioni, o ancora "Pietà signore" di Arrigo Boito, "Ave Maria" di Dante, giusto per citarne alcune, sono temi patriottici, siamo negli anni che vanno dal 1838 al 1894, d'amore, ma anche popolari, sono i primi aneliti, i primi passi verso le opere più importati di Giuseppe Verdi, come l'Aida, la Traviata, il Trovatore.
La guida all'ascolto è stata curata da Annamaria Bonsante, docente di Storia della musica presso il Conservatorio "N.Piccinni" di Bari, che ha accompagnato i presenti nel mondo del cigno di Busseto, ha contestualizzato le varie liriche, permettendo ai presenti di ascoltare quelle meravigliose e incantevoli note con un altro spirito, con una visione nuova del Maestro. Entrambe le serate sono state presentate da Barbara Mangini.
Al pianoforte un magistrale maestro Roberto Corlianò, le incantevoli voci di Anna Ebel (soprano), Daria Chubakova (soprano), Manuela Barabino (mezzosoprano), Carmen Lopez (soprano), Vittoria Di Bisceglie (soprano), Ksenia Krilova (mezzosoprano), Danilo Formaggia (tenore), hanno dipinto un quadro unico, per una serata memorabile.
Virtuosismi vocali e al pianoforte che hanno lasciato il pubblico incantato dalla leggerezza e soavità con cui sono stati interpretati i brani. Gli applausi a fine brano hanno sottolineato il grande amore di Molfetta per il "bel canto". Emozioni difficili da descrivere, è un vortice che cattura e trascina lontano.
Così lontano che per la seconda serata, dedicata al "Gran Galà Verdiano", ci si è trovati seduti in un teatro virtuale, con il palco, le poltrone, i loggioni, sempre presso la Parrocchia Madonna della Rosa, ma questa volta nell'Ipogeo. In questo teatro virtuale il posto d'onore l'ha avuto la magnifica orchestra Filarmonica Mediterranea diretta da un eccezionale maestro Paolo Lepore che ha creato un'armonia unica, perfetta fra il Coro del Faro, la Corale "Sergio Binetti", e le voci di Carmen Lopez (soprano), Elisaveta Zapolskikh (soprano), Manuela Barabino (mezzosoprano), Danilo Formaggia (tenore), Daria Chubakova (soprano), Inna Bachevskaia (soprano), Margarita Pisarenko (mezzosoprano) e Ginafranco Zuccarino (baritono). Alcune voci si sono esibite entrambe le serate.
Il maestro Lepore ha creato un'armonia così perfetta da sentirsi tutti partecipi di un grande evento, di essere parte di un "Gran Galà" dove protagonista assoluta, oltre all'orchestra e alle voci strepitose, è stata la musica di Verdi, una musica che travalica i confini del tempo e ci si accorge di quanto ancora oggi sia attuale, come le sonorità uniche siano patrimonio dell'Italia e degli italiani.
Il "Gran Galà Verdiano" si apre con Inno nazionale, che il maestro Lepore ha voluto che i presenti cantassero insieme con i cori, così come ha voluto che il pubblico partecipasse al termine del concerto con il "Va' pensiero" tratto dal Nabucco, è con "Sinfonia" di questa meravigliosa opera di Verdi che si apre il concerto. Seguono alcune aree del "Rigoletto", del "Trovatore", della "Forza del destino", della "Traviata" con la celeberrima "Libiamo ne' lieti calici", e ancora "Aida", "Luisa Miller", "Otello".
Non sono mancati gli applausi e anche i bis, che il pubblico ha richiesto a gran voce.
Due serate uniche, splendide, eleganti. Due serate di grandi emozioni. Due in compagnia di Giuseppe Verdi. Due serate indimenticabili per la nostra città, non solo per la bella musica, sarebbe riduttivo, ma per tutto il contesto, per l'atmosfera che si è creata, per le sensazioni suscitate, per l'aver dimostrato che la nostra città ha voglia di bello.
Attenta, rigorosa, precisa mai in prima linea pur essendo nel suo campo, l'assessore alla cultura, Sara Allegretta, ha seguito quasi "dietro le quinte" le due serate, solo alla fine è apparsa in prima linea, rilassata e soddisfatta dell'ottima riuscita dell'iniziativa, decretata non solo dagli applausi, ma dalle tante facce soddisfatte dei presenti, dai complimenti ricevuti.
E' l'assessore a definire gli artisti in scena «eroici, perché non era facile cantare con il tasso di umidità presente». E aggiunge: «stiamo creando dei ponti culturali, si sono intersecate tante realtà italiane e straniere, questo è il nostro compito. Sono contenta che tante realtà attraverso la musica possano trovare la loro unità».
Due serate in cui le liriche da camera e le aree, i duetti e i cori delle opere di Giuseppe Verdi hanno affascinato e portato i presenti in altri luoghi e in altri tempi.
La Chiesa della Madonna della Rosa per la prima serata si è trasformata in un'ottocentesca casa nobiliare per ospitare le opere più intime, le prime opere del maestro di Busseto, le liriche da Camera come: "Perduta ho la pace" di Gothe traduzione Luigi Balestri, "La zinagara" e "Lo spazzacamino" entrambe di Maggioni, o ancora "Pietà signore" di Arrigo Boito, "Ave Maria" di Dante, giusto per citarne alcune, sono temi patriottici, siamo negli anni che vanno dal 1838 al 1894, d'amore, ma anche popolari, sono i primi aneliti, i primi passi verso le opere più importati di Giuseppe Verdi, come l'Aida, la Traviata, il Trovatore.
La guida all'ascolto è stata curata da Annamaria Bonsante, docente di Storia della musica presso il Conservatorio "N.Piccinni" di Bari, che ha accompagnato i presenti nel mondo del cigno di Busseto, ha contestualizzato le varie liriche, permettendo ai presenti di ascoltare quelle meravigliose e incantevoli note con un altro spirito, con una visione nuova del Maestro. Entrambe le serate sono state presentate da Barbara Mangini.
Al pianoforte un magistrale maestro Roberto Corlianò, le incantevoli voci di Anna Ebel (soprano), Daria Chubakova (soprano), Manuela Barabino (mezzosoprano), Carmen Lopez (soprano), Vittoria Di Bisceglie (soprano), Ksenia Krilova (mezzosoprano), Danilo Formaggia (tenore), hanno dipinto un quadro unico, per una serata memorabile.
Virtuosismi vocali e al pianoforte che hanno lasciato il pubblico incantato dalla leggerezza e soavità con cui sono stati interpretati i brani. Gli applausi a fine brano hanno sottolineato il grande amore di Molfetta per il "bel canto". Emozioni difficili da descrivere, è un vortice che cattura e trascina lontano.
Così lontano che per la seconda serata, dedicata al "Gran Galà Verdiano", ci si è trovati seduti in un teatro virtuale, con il palco, le poltrone, i loggioni, sempre presso la Parrocchia Madonna della Rosa, ma questa volta nell'Ipogeo. In questo teatro virtuale il posto d'onore l'ha avuto la magnifica orchestra Filarmonica Mediterranea diretta da un eccezionale maestro Paolo Lepore che ha creato un'armonia unica, perfetta fra il Coro del Faro, la Corale "Sergio Binetti", e le voci di Carmen Lopez (soprano), Elisaveta Zapolskikh (soprano), Manuela Barabino (mezzosoprano), Danilo Formaggia (tenore), Daria Chubakova (soprano), Inna Bachevskaia (soprano), Margarita Pisarenko (mezzosoprano) e Ginafranco Zuccarino (baritono). Alcune voci si sono esibite entrambe le serate.
Il maestro Lepore ha creato un'armonia così perfetta da sentirsi tutti partecipi di un grande evento, di essere parte di un "Gran Galà" dove protagonista assoluta, oltre all'orchestra e alle voci strepitose, è stata la musica di Verdi, una musica che travalica i confini del tempo e ci si accorge di quanto ancora oggi sia attuale, come le sonorità uniche siano patrimonio dell'Italia e degli italiani.
Il "Gran Galà Verdiano" si apre con Inno nazionale, che il maestro Lepore ha voluto che i presenti cantassero insieme con i cori, così come ha voluto che il pubblico partecipasse al termine del concerto con il "Va' pensiero" tratto dal Nabucco, è con "Sinfonia" di questa meravigliosa opera di Verdi che si apre il concerto. Seguono alcune aree del "Rigoletto", del "Trovatore", della "Forza del destino", della "Traviata" con la celeberrima "Libiamo ne' lieti calici", e ancora "Aida", "Luisa Miller", "Otello".
Non sono mancati gli applausi e anche i bis, che il pubblico ha richiesto a gran voce.
Due serate uniche, splendide, eleganti. Due serate di grandi emozioni. Due in compagnia di Giuseppe Verdi. Due serate indimenticabili per la nostra città, non solo per la bella musica, sarebbe riduttivo, ma per tutto il contesto, per l'atmosfera che si è creata, per le sensazioni suscitate, per l'aver dimostrato che la nostra città ha voglia di bello.
Attenta, rigorosa, precisa mai in prima linea pur essendo nel suo campo, l'assessore alla cultura, Sara Allegretta, ha seguito quasi "dietro le quinte" le due serate, solo alla fine è apparsa in prima linea, rilassata e soddisfatta dell'ottima riuscita dell'iniziativa, decretata non solo dagli applausi, ma dalle tante facce soddisfatte dei presenti, dai complimenti ricevuti.
E' l'assessore a definire gli artisti in scena «eroici, perché non era facile cantare con il tasso di umidità presente». E aggiunge: «stiamo creando dei ponti culturali, si sono intersecate tante realtà italiane e straniere, questo è il nostro compito. Sono contenta che tante realtà attraverso la musica possano trovare la loro unità».