Due anni senza Gabriella: continua il processo, l'imputato mai davanti ai giudizi
Ascoltati alcuni testimoni. Nessun reato di omicidio stradale per l'autotrasportatore polacco
lunedì 9 maggio 2016
Era il 16 maggio 2014 quando Gabriella Cipriani perse la vita a causa di un terribile incidente stradale avvenuto lungo la strada statale 7 in direzione di Matera: la violinista era a bordo di una vettura, con altri colleghi molfettesi, per un concerto che avrebbero eseguito nella serata in Basilicata. Nella corsia opposta viaggiava Dariusz Jan Trebacz, alla guida del Tir che provocò l'impatto fatale. Le forze dell'ordine riscontrarono che il tasso alcolemico nel sangue dell'autotrasportatore polacco era molto più alto di quanto consentito.
Lo scorso 6 maggio si è tornati nell'aula del Tribunale penale di Matera per aggiornare il processo: presenti alcuni testimoni, ascoltati perchè sul posto al momento del sinistro, mentre agli atti sono stati acquisiti verbali e perizie effettuate sui veicoli coinvolti.
Ancora una volta, però, l'imputato era assente: Trebacz, ritornato in Polonia nelle ore immediatamente successive l'accaduto, non si è mai presentato davanti alla giustizia italiana perdendo la facoltà di potersi avvalere del rito abbrevviato o del patteggiamento e viene difeso da un avvocato d'ufficio. Inoltre, non potrà essere accusato di reato di omicidio stradale, introdotto da poco nel sistema penale italiano, poichè vige il principio del "favor rei", ovvero deve applicarsi la norma più favorevole al reo.
Intanto, sono già quattro i pubblici ministeri nelle cui mani il fascicolo è finito. Il processo è stato aggiornato a giugno per continuare la fase istruttoria.
Lo scorso 6 maggio si è tornati nell'aula del Tribunale penale di Matera per aggiornare il processo: presenti alcuni testimoni, ascoltati perchè sul posto al momento del sinistro, mentre agli atti sono stati acquisiti verbali e perizie effettuate sui veicoli coinvolti.
Ancora una volta, però, l'imputato era assente: Trebacz, ritornato in Polonia nelle ore immediatamente successive l'accaduto, non si è mai presentato davanti alla giustizia italiana perdendo la facoltà di potersi avvalere del rito abbrevviato o del patteggiamento e viene difeso da un avvocato d'ufficio. Inoltre, non potrà essere accusato di reato di omicidio stradale, introdotto da poco nel sistema penale italiano, poichè vige il principio del "favor rei", ovvero deve applicarsi la norma più favorevole al reo.
Intanto, sono già quattro i pubblici ministeri nelle cui mani il fascicolo è finito. Il processo è stato aggiornato a giugno per continuare la fase istruttoria.