Dubbi sulle sorti del senatore Ncd, Antonio Azzollini
Tra poche ore la decisione della Giunta per le immunità
lunedì 22 giugno 2015
17.24
La Giunta per le immunità tornerà a riunirsi il 23 giugno, ma, da Palazzo Madama, tra i senatori anche del Pd che conoscono Antonio Azzollini, e tra quelli che una lettura alle carte l'hanno già data, circolano dubbi. Nessuno sconto, questo è il diktat del premier Matteo Renzi, perché «gli sconti si fanno nei negozi e non in Parlamento».
Qualche altro esponente del Pd, come Stefano, Esposito e Salvatore Margiotta, ha invece subito preso le distanze dalla linea dura inizialmente espressa da Orfini. «Bisogna leggere con grandissima attenzione le carte - dichiarava Esposito - se emergono chiare rilevanze penali è giusto dare via libera, ma se c'è un teorema accusatorio senza un chiaro fondamento probatorio, dobbiamo pensarci bene prima di dire sì alle manette». È bene ricordare che Azzollini è stato ascoltato dalla Giunta per le immunità del Senato giovedì scorso. L'ex sindaco di Molfetta è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta.
Solo un anno fa (era il 2014) Forza Italia, Partito democratico e Lega preferirono votare contro il procedimento a carico del senatore Azzollini, coinvolto nell'inchiesta sui lavori al porto di Molfetta, temendo che un voto in direzione opposta potesse compromettere gli equilibri politici e di conseguenza la stabilità del governo. Un atteggiamento definito scandaloso, da Sel e dal Movimento 5 stelle, motivato in punta di diritto poiché l'argomento utilizzato per respingere la richiesta dei magistrati di Trani fu sostanzialmente uno, la non occasionalità, la non casualità delle intercettazioni. Il nutrito fronte pro-Azzollini sostenne allora che ci fosse incertezza sulla data di iscrizione nel registro degli indagati del senatore per associazione a delinquere. E che pertanto prima di intercettarlo si sarebbe dovuta chiedere l'autorizzazione.
Cosa accadrà adesso? Mancano ancora poche ore per capirlo.
Qualche altro esponente del Pd, come Stefano, Esposito e Salvatore Margiotta, ha invece subito preso le distanze dalla linea dura inizialmente espressa da Orfini. «Bisogna leggere con grandissima attenzione le carte - dichiarava Esposito - se emergono chiare rilevanze penali è giusto dare via libera, ma se c'è un teorema accusatorio senza un chiaro fondamento probatorio, dobbiamo pensarci bene prima di dire sì alle manette». È bene ricordare che Azzollini è stato ascoltato dalla Giunta per le immunità del Senato giovedì scorso. L'ex sindaco di Molfetta è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta.
Solo un anno fa (era il 2014) Forza Italia, Partito democratico e Lega preferirono votare contro il procedimento a carico del senatore Azzollini, coinvolto nell'inchiesta sui lavori al porto di Molfetta, temendo che un voto in direzione opposta potesse compromettere gli equilibri politici e di conseguenza la stabilità del governo. Un atteggiamento definito scandaloso, da Sel e dal Movimento 5 stelle, motivato in punta di diritto poiché l'argomento utilizzato per respingere la richiesta dei magistrati di Trani fu sostanzialmente uno, la non occasionalità, la non casualità delle intercettazioni. Il nutrito fronte pro-Azzollini sostenne allora che ci fosse incertezza sulla data di iscrizione nel registro degli indagati del senatore per associazione a delinquere. E che pertanto prima di intercettarlo si sarebbe dovuta chiedere l'autorizzazione.
Cosa accadrà adesso? Mancano ancora poche ore per capirlo.