Don Salvatore Pappagallo nelle parole di Leo Stanzione
«La sua inventiva e le sue intenzioni ci riservavano una sorpresa al giorno»
venerdì 23 giugno 2023
Nel giugno del 2011 ci lasciava don Salvatore Pappagallo, sacerdote e musicista molfettese. Nel corso della sua vita ha conosciuto innumerevoli persone. Dalla gente più umile, come i genitori dei suoi piccoli allievi che ospitava a volte gratuitamente dando loro lezioni di musica, a personaggi importanti come politici, musicisti locali e internazionali.
Fra coloro che lo hanno conosciuto c'è Leo Stanzione, uno dei tanti cantori del coro Salepico che ha girato il mondo per almeno 20 anni. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua testimonianza.
Qual è il ricordo e/ o l'episodio più significativo che conserva di don Salvatore Pappagallo?
«Nella mia esperienza accanto al Don, così era chiamato dai più intimi, dire qual è l'episodio o il ricordo più significativo è difficile perchè don Salvatore riservava noi una sorpresa al giorno. La sua genialità, la sua inventiva, le sue idee, le intenzioni, i propositi, i progetti e le decisioni ci sorprendevano e ci coinvolgevano quotidianamente».
Quali valori lo hanno contraddistinto?
«La lotta all'analfabetismo musicale e la diffusione della musica in tutte le fasce sociali erano le motivazioni delle sue iniziative. In tutto ciò non dimenticava mai di essere un sacerdote, di evangelizzare, di insegnare e diffondere gli insegnamenti di Gesù. Mentre si suona o si canta si può fare anche questo? Sí, si può e lui lo ha insegnato a tanti giovani. Sono tutti valori a cui ognuno di noi si è ispirato nel corso della propria vita».
In che modo la nostra città si impegna e potrebbe impegnarsi per portare avanti le sue idee?
«A Molfetta don Salvatore non può essere dimenticato e a questo ci stiamo pensando noi che gli siamo stati accanto fino all'ultimo giorno della sua vita. Don Salvatore era molto amico di don Tonino, pensò quindi di dare il suo nome ad una associazione. Questa associazione, grazie soprattutto all'impegno del suo presidente Laura Scardigno, sta crescendo esattamente come don Salvatore tanti anni fa fece con la sua Scuola, quella in Piazza delle Erbe. I bambini, giovani musicisti, sono la base di questa associazione. Questi bambini non hanno conosciuto il don, noi invece sì e cerchiamo con tanta umiltà e poche risorse di continuare ciò che si è interrotto con la sua scomparsa».
Fra coloro che lo hanno conosciuto c'è Leo Stanzione, uno dei tanti cantori del coro Salepico che ha girato il mondo per almeno 20 anni. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare la sua testimonianza.
Qual è il ricordo e/ o l'episodio più significativo che conserva di don Salvatore Pappagallo?
«Nella mia esperienza accanto al Don, così era chiamato dai più intimi, dire qual è l'episodio o il ricordo più significativo è difficile perchè don Salvatore riservava noi una sorpresa al giorno. La sua genialità, la sua inventiva, le sue idee, le intenzioni, i propositi, i progetti e le decisioni ci sorprendevano e ci coinvolgevano quotidianamente».
Quali valori lo hanno contraddistinto?
«La lotta all'analfabetismo musicale e la diffusione della musica in tutte le fasce sociali erano le motivazioni delle sue iniziative. In tutto ciò non dimenticava mai di essere un sacerdote, di evangelizzare, di insegnare e diffondere gli insegnamenti di Gesù. Mentre si suona o si canta si può fare anche questo? Sí, si può e lui lo ha insegnato a tanti giovani. Sono tutti valori a cui ognuno di noi si è ispirato nel corso della propria vita».
In che modo la nostra città si impegna e potrebbe impegnarsi per portare avanti le sue idee?
«A Molfetta don Salvatore non può essere dimenticato e a questo ci stiamo pensando noi che gli siamo stati accanto fino all'ultimo giorno della sua vita. Don Salvatore era molto amico di don Tonino, pensò quindi di dare il suo nome ad una associazione. Questa associazione, grazie soprattutto all'impegno del suo presidente Laura Scardigno, sta crescendo esattamente come don Salvatore tanti anni fa fece con la sua Scuola, quella in Piazza delle Erbe. I bambini, giovani musicisti, sono la base di questa associazione. Questi bambini non hanno conosciuto il don, noi invece sì e cerchiamo con tanta umiltà e poche risorse di continuare ciò che si è interrotto con la sua scomparsa».