don Giuseppe de Candia: «La religiosità è il collante per i molfettesi sparsi nel mondo»
Il sacerdote ha viaggiato per anni nelle comunità di Australia e Stati Uniti
venerdì 6 settembre 2019
13.35
La festa patronale di Molfetta sia avvicina e sempre più, nel tempo, è aumentato l'interesse per questa tradizione da parte delle comunità molfettesi sparse nel mondo. Per seguire questo filo rosso che lega la nostra città a luoghi anche molto lontani è necessario parlare dell'importanza che don Giuseppe de Candia ha riscosso in questi anni nel fungere da collante tra la comunità locale e quelle straniere, formate da molfettesi di diverse generazioni.
Ci sono cinque comunità di migranti molfettesi formalmente riconosciute in Australia, una in Argentina e una in America, anche se fra poco saranno due in quanto alla città di Hoboken si aggiungerà quella di Miami. «L'elemento della religiosità è fondamentale per tutti i migranti e figli di migranti che vivono nel segno della Madonna dei Martiri il loro legame con la terra originaria. Il contatto umano è ciò che più conta per me quando sono in America, perché percepisco quanto i fedeli conservino questa tradizione, infatti la messa viene celebrata in inglese, in italiano e in dialetto molfettese. Nel tempo abbiamo dato sempre più importanza a questa processione, grazie al contributo di Roberto che ha sollecitato vescovi ed esponenti della città nel vivere da vicino la festa in America. Spero che nel tempo aumentino i molfettesi che possano avere questa occasione perché solo standoci dentro si può comprendere quanto sia forte l'attaccamento alla fede». Incaricato dalla Diocesi dei migranti, nel 1983 ha accompagnato don Tonino in Australia nel suo primo viaggio apostolico e da quel momento è diventato un riferimento per le le comunità molfettesi sparse nel mondo.
L'edizione ormai prossima dell'Hoboken Italian Festival, a cui tante volte don Giuseppe ha preso parte, si terrà nei quattro giorni dal 5 al 8 settembre e vedrà ancora una volta la massiccia partecipazione di turisti provenienti da ogni parte nel mondo, con più di 120 mila persone a colorare le vie della città. In particolare, ci saranno come sempre anche alcuni frammenti d'Italia, divisi tra chi vive all'estero con il tricolore nel cuore e chi, all'ombra della Madonna dei Martiri, avrà modo di sentirsi a casa nonostante la distanza dal Duomo di San Corrado. Perché chi ama Molfetta può amarla ovunque.
Ci sono cinque comunità di migranti molfettesi formalmente riconosciute in Australia, una in Argentina e una in America, anche se fra poco saranno due in quanto alla città di Hoboken si aggiungerà quella di Miami. «L'elemento della religiosità è fondamentale per tutti i migranti e figli di migranti che vivono nel segno della Madonna dei Martiri il loro legame con la terra originaria. Il contatto umano è ciò che più conta per me quando sono in America, perché percepisco quanto i fedeli conservino questa tradizione, infatti la messa viene celebrata in inglese, in italiano e in dialetto molfettese. Nel tempo abbiamo dato sempre più importanza a questa processione, grazie al contributo di Roberto che ha sollecitato vescovi ed esponenti della città nel vivere da vicino la festa in America. Spero che nel tempo aumentino i molfettesi che possano avere questa occasione perché solo standoci dentro si può comprendere quanto sia forte l'attaccamento alla fede». Incaricato dalla Diocesi dei migranti, nel 1983 ha accompagnato don Tonino in Australia nel suo primo viaggio apostolico e da quel momento è diventato un riferimento per le le comunità molfettesi sparse nel mondo.
L'edizione ormai prossima dell'Hoboken Italian Festival, a cui tante volte don Giuseppe ha preso parte, si terrà nei quattro giorni dal 5 al 8 settembre e vedrà ancora una volta la massiccia partecipazione di turisti provenienti da ogni parte nel mondo, con più di 120 mila persone a colorare le vie della città. In particolare, ci saranno come sempre anche alcuni frammenti d'Italia, divisi tra chi vive all'estero con il tricolore nel cuore e chi, all'ombra della Madonna dei Martiri, avrà modo di sentirsi a casa nonostante la distanza dal Duomo di San Corrado. Perché chi ama Molfetta può amarla ovunque.