Domani anche a Molfetta sarà celebrata la Giornata mondiale delle tartarughe marine
Saranno liberati tre esemplari di Caretta Caretta dalla spiaggia Prima Cala
sabato 15 giugno 2024
14.29
È iniziata sotto i migliori auspici la 'stagione delle tartarughe marine': già una trentina i nidi censiti dai volontari del WWF di cui 25 nella Regione record di segnalazioni – la Sicilia ma le verifiche su altre segnalazioni, molte suggerite da turisti e cittadini, sono tuttora in corso. L'ultimo su cui l'associazione è intervenuta per la messa in sicurezza è quello di Portopalo di Capopassero, Siracusa, lungo la spiaggia di Pantanello, lo stesso litorale dove è stato trovato il primo nido dell'anno il 23 maggio scorso. Altre deposizioni sono state segnalate anche da altre associazioni nel Lazio e in Campania.
Dal 20 di maggio ad oggi la ricerca di tracce e segnali di scavo hanno confermato l'attività riproduttiva lungo le nostre coste da parte di questi animali straordinari, ancora a rischio per pesca accidentale, inquinamento e plastiche in mare. I rapidi tam-tam tra i volontari del WWF, veri angeli delle tartarughe, permettono di intervenire prontamente in caso di segnalazione di tracce, mettendo così in sicurezza i nidi che verranno sorvegliati fino alla schiusa dei piccoli a circa 50 giorni di distanza.
Sono i primi dati di una intensa attività che coinvolge la GenerAzioneMare del WWF Italia, nell'ambito della campagna Our Nature per la difesa della biodiversità e vengono promossi in occasione della Giornata mondiale delle tartarughe marine, il 16 giugno. Si festeggia questa data anche con la liberazione di esemplari curati presso i centri di recupero del WWF, come avverrà a Molfetta in Puglia, dove saranno liberate tre tartarughe a cui sono sati applicati tag satellitari per poterne seguire gli spostamenti e studiare così i loro comportamenti. I tre esemplari adulti hanno tutti una storia particolare: si tratta di un maschio e due femmine di circa 80 cm di lunghezza nel carapace e sono state recuperate dalle marinerie di Bisceglie e Trani dopo essere state trovate impigliate in reti a strascico. Prontamente consegnate al centro tartarughe WWF Molfetta, sono state sottoposte ad un check up completo (radiografia ed ecografia). Due tartarughe risultavano con grave gas embolismo mentre la terza annegata. Sottoposte a terapia di recupero ora sono pronte per tornare in mare. Il centro di Molfetta quest'anno raggiungerà in circa vent'anni di attività e con la collaborazione delle marinerie locali il "traguardo" delle diecimila tartarughe recuperate.
Le tartarughe marine solcano gli oceani da milioni di anni e svolgono un ruolo cruciale nell'ecosistema marino, con particolare rilevanza nel Mar Mediterraneo: qui sono presenti tre specie di tartarughe marine: la tartaruga verde (Chelonia mydas), la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) e la tartaruga caretta (Caretta caretta), quest'ultima la più diffusa e studiata nel Mediterraneo.
La loro presenza nel Mediterraneo è vitale per l'equilibrio degli ecosistemi marini e costieri: grazie ad un ciclo vitale complesso, contribuiscono a mantenere la struttura delle comunità ecologiche, regolando le popolazioni di altre specie marine. Ad esempio, si nutrono di meduse, aiutando a controllarne le popolazioni e prevenendo fenomeni di sovrappopolamento che potrebbero danneggiare altri organismi marini. Tuttavia, nonostante il loro ruolo ecologico fondamentale, le tartarughe marine sono minacciate da diverse pressioni antropiche. Una delle principali è rappresentata dall'inquinamento marino, in particolare dalla plastica. Ogni anno, centinaia di migliaia di tartarughe marine rimangono intrappolate in reti da pesca disperse o abbandonate o inghiottono rifiuti di plastica che scambiano per cibo, causando danni fisici e talvolta la morte. Ma le minacce non si fermano qui. I cambiamenti climatici stanno ulteriormente mettendo a rischio queste creature millenarie.
L'aumento della temperatura degli oceani può, infatti, influenzare il sesso dei nati, con temperature più elevate che favoriscono la nascita di femmine, portando a uno sbilanciamento del rapporto tra i sessi e compromettendo le capacità riproduttive delle popolazioni. In Italia, le tartarughe marine affrontano sfide aggiuntive legate alla pesca accidentale e alla perdita di habitat costieri a causa dello sviluppo delle attività umane.
Dal 20 di maggio ad oggi la ricerca di tracce e segnali di scavo hanno confermato l'attività riproduttiva lungo le nostre coste da parte di questi animali straordinari, ancora a rischio per pesca accidentale, inquinamento e plastiche in mare. I rapidi tam-tam tra i volontari del WWF, veri angeli delle tartarughe, permettono di intervenire prontamente in caso di segnalazione di tracce, mettendo così in sicurezza i nidi che verranno sorvegliati fino alla schiusa dei piccoli a circa 50 giorni di distanza.
Sono i primi dati di una intensa attività che coinvolge la GenerAzioneMare del WWF Italia, nell'ambito della campagna Our Nature per la difesa della biodiversità e vengono promossi in occasione della Giornata mondiale delle tartarughe marine, il 16 giugno. Si festeggia questa data anche con la liberazione di esemplari curati presso i centri di recupero del WWF, come avverrà a Molfetta in Puglia, dove saranno liberate tre tartarughe a cui sono sati applicati tag satellitari per poterne seguire gli spostamenti e studiare così i loro comportamenti. I tre esemplari adulti hanno tutti una storia particolare: si tratta di un maschio e due femmine di circa 80 cm di lunghezza nel carapace e sono state recuperate dalle marinerie di Bisceglie e Trani dopo essere state trovate impigliate in reti a strascico. Prontamente consegnate al centro tartarughe WWF Molfetta, sono state sottoposte ad un check up completo (radiografia ed ecografia). Due tartarughe risultavano con grave gas embolismo mentre la terza annegata. Sottoposte a terapia di recupero ora sono pronte per tornare in mare. Il centro di Molfetta quest'anno raggiungerà in circa vent'anni di attività e con la collaborazione delle marinerie locali il "traguardo" delle diecimila tartarughe recuperate.
Le tartarughe marine solcano gli oceani da milioni di anni e svolgono un ruolo cruciale nell'ecosistema marino, con particolare rilevanza nel Mar Mediterraneo: qui sono presenti tre specie di tartarughe marine: la tartaruga verde (Chelonia mydas), la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) e la tartaruga caretta (Caretta caretta), quest'ultima la più diffusa e studiata nel Mediterraneo.
La loro presenza nel Mediterraneo è vitale per l'equilibrio degli ecosistemi marini e costieri: grazie ad un ciclo vitale complesso, contribuiscono a mantenere la struttura delle comunità ecologiche, regolando le popolazioni di altre specie marine. Ad esempio, si nutrono di meduse, aiutando a controllarne le popolazioni e prevenendo fenomeni di sovrappopolamento che potrebbero danneggiare altri organismi marini. Tuttavia, nonostante il loro ruolo ecologico fondamentale, le tartarughe marine sono minacciate da diverse pressioni antropiche. Una delle principali è rappresentata dall'inquinamento marino, in particolare dalla plastica. Ogni anno, centinaia di migliaia di tartarughe marine rimangono intrappolate in reti da pesca disperse o abbandonate o inghiottono rifiuti di plastica che scambiano per cibo, causando danni fisici e talvolta la morte. Ma le minacce non si fermano qui. I cambiamenti climatici stanno ulteriormente mettendo a rischio queste creature millenarie.
L'aumento della temperatura degli oceani può, infatti, influenzare il sesso dei nati, con temperature più elevate che favoriscono la nascita di femmine, portando a uno sbilanciamento del rapporto tra i sessi e compromettendo le capacità riproduttive delle popolazioni. In Italia, le tartarughe marine affrontano sfide aggiuntive legate alla pesca accidentale e alla perdita di habitat costieri a causa dello sviluppo delle attività umane.