Dissequestrati i cantieri navali: il settore può tornare a lavorare
Tommaso Minervini: «Un grande giorno. Adesso un protocollo d'intesa con gli operatori»
mercoledì 28 giugno 2017
10.34
La Procura di Trani ha disposto il dissequestro dei cantieri navali presenti in Località Spiaggia Maddalena
Sette quelli presenti in tutto, per un totale di circa cinquanta lavoratori impiegati, ma solamente due quelli che potranno tornare nuovamente a lavorare a regime, grazie a mesi di tavoli tecnici e progetti portati avanti presso le competenti autorità dallo studio legale dell'Avvocato Francesco Armenio con il supporto tecnico dell'Ingegner Domenico Mastropierro.
Per gli altri, invece, la tradizione dovrebbe essere conclusa con le maestranze decise a trasferirsi fuori città.
Si conclude così la vicenda, iniziata esattamente un anno fa.
Il 26 giugno 2016 l'area fu sottoposta a sequestro preventivo: nel corso dell'ispezione condotta dalla Guardia di Finanza e dai Funzionari del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'area nord - SPESAL - dell'Asl Bari, coordinati dalla competente Procura di Trani, fu riscontrato che le aree esterne e le attrezzature non erano conformi alla legge mentre alcune ditte non erano dotate di allaccio alla rete idrica e fognaria; anche lo stato delle strutture era fatiscente.
Il 15 luglio 2016, invece, ci fu un sopralluogo congiunto della Polizia municipale e dei tecnici del settore territorio del Comune di Molfetta dal quale emerse ancora una volta la precaria condizione nella quale versavano le strutture.
Secondo quanto si leggeva nell'ordinanza a firma del Commissario Mauro Passerotti esistevano «coperture realizzate con capriate in legno vetuste e tegole di copertura in più parti divelte».
Il 6 maggio scorso la rimozione temporanea dei sigilli con la concessione di poter usufruire nuovamente dei luoghi per la realizzazione dell'impianto acque di prima pioggia nonchè i lavori di manutenzione straordinaria su aria scoperta e sul manufatto pertinente.
Operazioni concluse nei primi giorni di giugno.
Adesso, quindi, si potrà tornare nuovamente a "tirare a secco" le barche a Molfetta (cosa che non è stata possibile per dodici mesi) oltre che provvedere alla costruzione di nuovi scafi o alla manutenzione direttamente nello storico sito, per tutti noto come "lo scalo".
«E' un grande giorno per Molfetta», è il primo commento di Tommaso Minervini ai nostri microfoni.
«Era un problema che bisognava risolvere ed è stato fatto. Non appena sarò ufficialmente sindaco (la cerimonia di proclamazione dovrebbe tenersi tra venerdì e lunedì, ndr) riprenderemo subito un confronto con gli operatori, impegnandoci con quanto detto negli incontri avuti durante la campagna elettorale; ci impegneremo, infatti, a fare i lavori di infrastrutture primarie finchè non troveremo una nuova area da destinare ai cantieri, come previsto dal piano regolatore comunale. Ci impegniamo anche a un incontro con gli operatori per definire un protocollo d'intesa che pensi al presente del settore e punti l'attenzione già al futuro», ha concluso Minervini.
Sette quelli presenti in tutto, per un totale di circa cinquanta lavoratori impiegati, ma solamente due quelli che potranno tornare nuovamente a lavorare a regime, grazie a mesi di tavoli tecnici e progetti portati avanti presso le competenti autorità dallo studio legale dell'Avvocato Francesco Armenio con il supporto tecnico dell'Ingegner Domenico Mastropierro.
Per gli altri, invece, la tradizione dovrebbe essere conclusa con le maestranze decise a trasferirsi fuori città.
Si conclude così la vicenda, iniziata esattamente un anno fa.
Il 26 giugno 2016 l'area fu sottoposta a sequestro preventivo: nel corso dell'ispezione condotta dalla Guardia di Finanza e dai Funzionari del Servizio di Igiene e Sanità pubblica dell'area nord - SPESAL - dell'Asl Bari, coordinati dalla competente Procura di Trani, fu riscontrato che le aree esterne e le attrezzature non erano conformi alla legge mentre alcune ditte non erano dotate di allaccio alla rete idrica e fognaria; anche lo stato delle strutture era fatiscente.
Il 15 luglio 2016, invece, ci fu un sopralluogo congiunto della Polizia municipale e dei tecnici del settore territorio del Comune di Molfetta dal quale emerse ancora una volta la precaria condizione nella quale versavano le strutture.
Secondo quanto si leggeva nell'ordinanza a firma del Commissario Mauro Passerotti esistevano «coperture realizzate con capriate in legno vetuste e tegole di copertura in più parti divelte».
Il 6 maggio scorso la rimozione temporanea dei sigilli con la concessione di poter usufruire nuovamente dei luoghi per la realizzazione dell'impianto acque di prima pioggia nonchè i lavori di manutenzione straordinaria su aria scoperta e sul manufatto pertinente.
Operazioni concluse nei primi giorni di giugno.
Adesso, quindi, si potrà tornare nuovamente a "tirare a secco" le barche a Molfetta (cosa che non è stata possibile per dodici mesi) oltre che provvedere alla costruzione di nuovi scafi o alla manutenzione direttamente nello storico sito, per tutti noto come "lo scalo".
«E' un grande giorno per Molfetta», è il primo commento di Tommaso Minervini ai nostri microfoni.
«Era un problema che bisognava risolvere ed è stato fatto. Non appena sarò ufficialmente sindaco (la cerimonia di proclamazione dovrebbe tenersi tra venerdì e lunedì, ndr) riprenderemo subito un confronto con gli operatori, impegnandoci con quanto detto negli incontri avuti durante la campagna elettorale; ci impegneremo, infatti, a fare i lavori di infrastrutture primarie finchè non troveremo una nuova area da destinare ai cantieri, come previsto dal piano regolatore comunale. Ci impegniamo anche a un incontro con gli operatori per definire un protocollo d'intesa che pensi al presente del settore e punti l'attenzione già al futuro», ha concluso Minervini.