Diciotto anni fa Molfetta perdeva Beniamino Finocchiaro. Il ricordo di Minervini

L'omaggio del sindaco: «Entrato nella storia»

venerdì 13 agosto 2021 11.27
Diciotto anni fa veniva a mancare Beniamino Finocchiaro.
Oggi lo ricorda Tommaso Minervini, sindaco di Molfetta, con un messaggio che riportiamo integralmente.


"Il 13 agosto di 18 anni fa Beniamo si congedava dalla vita terrena per entrare nella storia.
Il sentimento che mi lega a Beniamino è profondo. Ero un liceale poco più che adolescente quando l'ho conosciuto. Ricordo che una delle prime volte che gli parlai gli dissi di aver letto la "Questione Meridionale". Volevo darmi un tono. Come ogni giovane, d'altronde, ero desideroso di manifestargli tutta la mia ammirazione e fargli capire sin da subito che per me la politica era una passione vera, autentica. Sicuramente lo capì, non certo per i miei studi che volli sciorinargli, forse...gli bastò guardarmi negli occhi.
Beniamino è stato il mio maestro, e si...io il suo allievo. Beniamino aveva un legame profondo con me. Duro, esigente, da tutti pretendeva moltissimo. Da me pretendeva di più. Tutti si accorgevano della sua predilezione nei miei confronti. Anche io. Ne ero orgoglioso. Con il trascorrere degli anni, dell'attività politica, quella che io percepivo come una condizione di privilegio mi costò la sua inflessibilità, intrasigenza. Dopo tutto, e nonostante tutto, agli altri permetteva qualcosa, a me no. Assolutamente no. Ci misi un po' a capirlo. A capire che un maestro da un allievo pretende il massimo, e il massimo è una prova costante, diuturna, gravosa. Quando lo capì veramente erano passati molti anni e provai una sensazione indescrivibile. Ero diventato Sindaco per la prima volta e venivamo da un momento conflittuale. Fu duro come non mai. In una occasione mi feci coraggio e decisi di invitarlo in consiglio. Lui accettò. Tutti lo accolsero per quello che era, il più importante politico della storia repubblicana del '900 della nostra città.
Quel giorno ci fu un momento, un momento che non dimenticherò mai. Lui mi guardò con uno sguardo diverso, finalmente lieto. Come un padre che con orgoglio guarda un figlio. E solo allora capì che ero stato veramente il suo allievo.
Beniamo, ti ho ammirato come politico... e ti ho voluto bene come un figlio".