Di Gioia: «bisogna abbassare le barriere ideologiche»
L’ex assessore regionale si schiera ufficialmente con il candidato sindaco Isa de Bari
sabato 20 maggio 2017
8.44
«Io voto Isa de Bari come sindaco a questa tornata elettorale» a dirlo pubblicamente in un incontro ad hoc è Lillino di Gioia, la memoria storica dal punto di vista politico della città, come lui stesso si definisce.
E' un "cambia verso" che lascia un tantino sconcertati perché sappiamo che da sempre non è stato sulla stessa lunghezza d'onda del Senatore Antonio Azzollini (che ha fortemente voluto la candidatura dell'avvocato), ma queste sono le strane alchimie della politica.
Per Di Gioia il declino della nostra città ha un nome, un cognome, e un periodo storico ben preciso: Tommaso Minervini, anni 2001-2006 (ma di quella amministrazione per dovere di cronaca è opportuno ricordare che faceva parte anche Azzollini).
Reo secondo l'ex assessore regionale di aver fatto del «"killeraggio politico" in almeno due occasioni: la prima quando Tommaso Minervini si è schierato contro Finocchiaro, di cui si considerava un figlioccio, e poi nel 2000 quando ha fatto cadere la giunta di Guglielmo Minervini».
Ed aggiunge: «nel 2001 si presenta alla città con un progetto civico, così come sta facendo oggi. Non sono uno che si impressiona dei trasformismi politici, ma da quel periodo si è verificato un vero sconquasso della nostra città».
Periodo in cui, sempre secondo Di Gioia, c'è stata «anarchia urbanistica, che non ha permesso la completa realizzazione del piano regolatore generale, che prevedeva che la costruzione di appartamenti camminasse insieme al piano dei servizi, che ancora oggi non è stato fatto. Il piano delle coste e delle spiagge, oltre che la realizzazione del porto turistico, delle D4 la zona turistica della città da Molfetta a Giovinazzo e le D3 la zona commerciale». Per precisione dal 2006 al 2015 ci sono state anche le amministrazioni Azzollini e Natalicchio.
E stigmatizza riferendosi sempre a Minervini: «ha la faccia tosta di ripresentarsi alla città con la stessa formazione di quegli anni».
Del senatore Azzollini e della sua amministrazione dice: «ha avuto meriti e demeriti. Meriti: portare soldi a Molfetta, demeriti: non avrei messo come priorità il porto commerciale». Arrivando alle scorse comunali, quelle delle 2013, di Gioia afferma: «sono state quelle delle grandi speranze e delle grandi illusioni, che vedono oggi il sindaco confrontarsi con la città non come candidato sindaco, come era naturale che fosse, ma come consigliere comunale. Vi è in questa tornata elettorale una fuga in avanti del candidato di estrema sinistra, Porta, non è di centrosinistra, perché non ci sono forze di centro».
Senza peli sulla lingua continua il suo intervento ribadendo il suo punto di vista che «non si può consentire che ci sia una seconda edizione di quello che è accaduto negli anni 2001-2006». E motiva la sua scelta dichiarando: «bisogna abbassare le barriere ideologiche, perché siamo diventati la "cenerentola" delle città limitrofe, occorre in questo momento lanciare un ponte programmatico in vista del ballottaggio».
Lillino di Gioia precisa che «"Cambia verso" vuole essere l'anima critica delle varie amministrazioni».
Un confronto con il passato non può mancare, infatti, di Gioia ricorda che «dal 1975 al 1994 c'era una classe dirigente autorevole, in cui vi erano regole ben precise: programmare, progettare, trovare i finanziamenti e realizzare, e le campagne elettorali erano incentrate su quello che si era fatto e su quello che si doveva ancora fare».
Dell'ultimo ventennio dice che Molfetta «è andata in caduta libera ed ora bisogna risollevarla».
E' un "cambia verso" che lascia un tantino sconcertati perché sappiamo che da sempre non è stato sulla stessa lunghezza d'onda del Senatore Antonio Azzollini (che ha fortemente voluto la candidatura dell'avvocato), ma queste sono le strane alchimie della politica.
Per Di Gioia il declino della nostra città ha un nome, un cognome, e un periodo storico ben preciso: Tommaso Minervini, anni 2001-2006 (ma di quella amministrazione per dovere di cronaca è opportuno ricordare che faceva parte anche Azzollini).
Reo secondo l'ex assessore regionale di aver fatto del «"killeraggio politico" in almeno due occasioni: la prima quando Tommaso Minervini si è schierato contro Finocchiaro, di cui si considerava un figlioccio, e poi nel 2000 quando ha fatto cadere la giunta di Guglielmo Minervini».
Ed aggiunge: «nel 2001 si presenta alla città con un progetto civico, così come sta facendo oggi. Non sono uno che si impressiona dei trasformismi politici, ma da quel periodo si è verificato un vero sconquasso della nostra città».
Periodo in cui, sempre secondo Di Gioia, c'è stata «anarchia urbanistica, che non ha permesso la completa realizzazione del piano regolatore generale, che prevedeva che la costruzione di appartamenti camminasse insieme al piano dei servizi, che ancora oggi non è stato fatto. Il piano delle coste e delle spiagge, oltre che la realizzazione del porto turistico, delle D4 la zona turistica della città da Molfetta a Giovinazzo e le D3 la zona commerciale». Per precisione dal 2006 al 2015 ci sono state anche le amministrazioni Azzollini e Natalicchio.
E stigmatizza riferendosi sempre a Minervini: «ha la faccia tosta di ripresentarsi alla città con la stessa formazione di quegli anni».
Del senatore Azzollini e della sua amministrazione dice: «ha avuto meriti e demeriti. Meriti: portare soldi a Molfetta, demeriti: non avrei messo come priorità il porto commerciale». Arrivando alle scorse comunali, quelle delle 2013, di Gioia afferma: «sono state quelle delle grandi speranze e delle grandi illusioni, che vedono oggi il sindaco confrontarsi con la città non come candidato sindaco, come era naturale che fosse, ma come consigliere comunale. Vi è in questa tornata elettorale una fuga in avanti del candidato di estrema sinistra, Porta, non è di centrosinistra, perché non ci sono forze di centro».
Senza peli sulla lingua continua il suo intervento ribadendo il suo punto di vista che «non si può consentire che ci sia una seconda edizione di quello che è accaduto negli anni 2001-2006». E motiva la sua scelta dichiarando: «bisogna abbassare le barriere ideologiche, perché siamo diventati la "cenerentola" delle città limitrofe, occorre in questo momento lanciare un ponte programmatico in vista del ballottaggio».
Lillino di Gioia precisa che «"Cambia verso" vuole essere l'anima critica delle varie amministrazioni».
Un confronto con il passato non può mancare, infatti, di Gioia ricorda che «dal 1975 al 1994 c'era una classe dirigente autorevole, in cui vi erano regole ben precise: programmare, progettare, trovare i finanziamenti e realizzare, e le campagne elettorali erano incentrate su quello che si era fatto e su quello che si doveva ancora fare».
Dell'ultimo ventennio dice che Molfetta «è andata in caduta libera ed ora bisogna risollevarla».