Devastazione di Capodanno a Molfetta: il Comune si costituisce parte civile
A stabilirlo un decreto del sindaco Minervini: sette gli imputati, accusati di pubblica intimidazione con uso di armi e danneggiamento
venerdì 3 maggio 2024
12.20
Il Comune di Molfetta, in qualità di parte offesa, si costituisce parte civile nel processo penale innanzi al Tribunale di Trani per le scene di devastazione e paura avvenute in piazza Vittorio Emanuele, l'ultimo Capodanno. Lo ha deciso il sindaco Tommaso Minervini con un apposito decreto pubblicato ieri sull'albo pretorio.
La difesa degli interessi del Comune è stata affidata all'avvocato Patrizia Alboreo del Foro di Trani: sette gli imputati, tutti residenti in città e tra i 18 ed i 35 anni, a cui sono contestati i reati di danneggiamento e pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, un reato introdotto dal recente decreto legge Caivano. Nei loro confronti il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Marco Gambardella, ha presentato una richiesta di giudizio immediato.
Secondo gli atti dell'inchiesta, i sette, «in concorso e in previo accordo tra loro, unitamente» a tre minorenni «ed a numerosi altri soggetti non identificati, al fine di suscitare tumulto o pubblico disordine, facevano esplodere lungo la pubblica via numerosi ordigni artigianali di rilevante intensità, esplosi nei pressi delle private abitazioni e utilizzati per danneggiare» una Renault Clio, «dapprima ribaltandola e infine facendo esplodere sulla stessa numerosi ordigni esplosivi», e un'Audi.
Le scene, immortalate in alcuni video registrati dai giovani presenti e diventate virali sui social network, sono state trasmesse dalle maggiori testate nazionali. Le stesse ritraevano un folto gruppo di vandali che, «approfittando dei festeggiamenti, si rendevano responsabili di gravi condotte, seminando il panico per le vie».
La difesa degli interessi del Comune è stata affidata all'avvocato Patrizia Alboreo del Foro di Trani: sette gli imputati, tutti residenti in città e tra i 18 ed i 35 anni, a cui sono contestati i reati di danneggiamento e pubblica intimidazione con l'uso di ordigni e materiale esplodente, un reato introdotto dal recente decreto legge Caivano. Nei loro confronti il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Trani, Marco Gambardella, ha presentato una richiesta di giudizio immediato.
Secondo gli atti dell'inchiesta, i sette, «in concorso e in previo accordo tra loro, unitamente» a tre minorenni «ed a numerosi altri soggetti non identificati, al fine di suscitare tumulto o pubblico disordine, facevano esplodere lungo la pubblica via numerosi ordigni artigianali di rilevante intensità, esplosi nei pressi delle private abitazioni e utilizzati per danneggiare» una Renault Clio, «dapprima ribaltandola e infine facendo esplodere sulla stessa numerosi ordigni esplosivi», e un'Audi.
Le scene, immortalate in alcuni video registrati dai giovani presenti e diventate virali sui social network, sono state trasmesse dalle maggiori testate nazionali. Le stesse ritraevano un folto gruppo di vandali che, «approfittando dei festeggiamenti, si rendevano responsabili di gravi condotte, seminando il panico per le vie».