Deteneva illegalmente sei pappagalli: denunciato un 63enne

Gli animali sono stati sequestrati: mancavano i documenti. La sua difesa: «Li ho salvati, erano caduti dai nidi»

domenica 19 settembre 2021
A cura di Nicola Miccione
Sei pappagalli, della specie parrocchetto monaco, posseduti abusivamente. A scoprirli sono stati i Carabinieri del Reparto Cites di Bari, in seguito ad un'ispezione in un'attività commerciale sita in piazza Gramsci, a Molfetta, nel corso di un'attività di controllo per la tutela di specie animali e vegetali minacciate di estinzione.

Gli esemplari, originari di un'area della parte sud-orientale del sud America e che fanno parte di una specie protetta dalla Convenzione di Washington, sono stati trovati all'interno di una voliera posta sul retro dell'esercizio. Alla richiesta dei militari di una valida prova che comprovasse la legale acquisizione dei sei volatili, il detentore, un commerciante 63enne del posto, non è riuscito a dimostrare alcuna documentazione comprovante la tracciabilità e la provenienza dei pappagalli.

Per questo motivo è stato denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Trani e ora dovrà rispondere di detenzione illegale di avifauna. Gli animali, invece, sono stati posti sotto sequestro: saranno affidati a una struttura autorizzata alla detenzione, in attesa di una destinazione definitiva disposta dall'Autorità Giudiziaria. L'uomo prova a difendersi: «Si tratta di sei volatili caduti dai tanti nidi presenti in zona sui quali, nessuno, nonostante le segnalazioni, è intervenuto».

I piccoli di pappagallo, secondo il racconto dell'uomo, difeso dall'avvocato Bepi Maralfa, sarebbero caduti per terra. E lui, ha riferito ai militari, li avrebbe custoditi in una voliera «per il loro benessere» e per preservarli da un destino atroce: «I gatti avrebbero potuto ucciderli perché erano ancora incapaci di volare». Sono tante le persone che istintivamente raccolgono questi piccoli animali sperando, così facendo, di aiutarli e di proteggerli. Ma non è sempre certo che la cosa funzioni.

In questo caso, però, la scelta, seppur lodevole, s'è rivelata sbagliata «perché - ha spiegato Pasquale Salvemini - i pappagalli sono inseriti nell'allegato 2 del Cites, pertanto chiunque dovesse detenere pappagalli sprovvisti della relativa certificazione è punibile con sanzioni amministrative e penali». Per il referente regionale del WWF, che plaude all'attività dei Carabinieri, «questo è un segnale che serve per limitare il commercio illegale», su cui è cresciuto l'interesse della criminalità.

«Negli ultimi anni - ha concluso Salvemini - abbiamo assistito a vere e proprie bande criminali che tagliano alberi, rami e danneggiano tutto ciò che impedisce il recupero di uova o nidiacei che vengono venduti al mercato nero a 60 e 80 euro. Questo rappresenta un reato all'avifauna ed al patrimonio pubblico e privato».