De Benedictis: «Le armi illegali le ho buttate in mare a Molfetta»

Le dichiarazioni del magistrato sono uno stralcio dell’interrogatorio fatto in carcere il 29 aprile

sabato 15 maggio 2021
«Con una barca a remi dal porticciolo di Molfetta, percorsi un centinaio di metri dalla costa, un'oretta al massimo e buttai poi amare il borsone con tutte le armi che illegalmente detenevo, perché mai denunciate. Feci tutto da solo».

A parlare è l'ex giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari Giuseppe De Benedictis, in carcere dal 24 aprile per corruzione in atti giudiziari e al quale ieri è stata notificata un'altra ordinanza d'arresto per traffico e detenzione di armi. Le dichiarazioni sono uno stralcio dell'interrogatorio fatto in carcere il 29 aprile e riportato nella seconda ordinanza di custodia cautelare, accusato di traffico e detenzione di armi ed esplosivi, anche da guerra, e relativo munizionamento.

De Benedictis riferisce fatti risalenti a più di un decennio fa, quando - nell'ottobre 2010 - fu arrestato per la detenzione di un'arma da guerra (vicenda dalla quale è stato assolto). «Con riferimento alla richiesta dell'ufficio di Procura di riferire in merito alla eventuale commissione di fatti di rilievo penale che mi riguardino - dice agli uomini della Dda leccese - , escludo di averne commessi di altri perlomeno dal 2011, oltre evidentemente ai fatti di corruttela che mi vengono contestati».

«Con particolare riferimento alla detenzione di armi, devo dire che di quelle che detenevo illegalmente e che erano armi della prima guerra mondiale, eredità di mio zio che era un ufficiale di Marina, me ne sono liberato a Natale del 2010 - giura - tenendo fede alla parola data a mia moglie. In particolare recuperai queste armi che custodivo in una casa di mio zio, a Molfetta, le occultai in un borsone e le versai in mare».