Dai carri allegorici ai presepi: la storia di Gino Cantatore, maestro cartapestaio di Molfetta

Alla scoperta di una tradizione antica nella bottega dell'artigiano

mercoledì 12 dicembre 2018
A cura di Matteo Diamante
La sua è una storia complessa, talvolta conflittuale, ma comunque una storia d'amore.

E' la storia di un "mestiere" così consueto nel passato, quanto raro ed inusuale nel presente. Il futuro? Incerto, tanto per utilizzare un "eufemismo". Gino Cantatore è un nome noto negli ambienti in cui lui opera, molto meno per chi oggi considera il suo "mestiere" superato. Cantatore è un artigiano da bottega, di quelli vecchio stile, per intenderci, ma con una lungimiranza tale da permettere alla sua attività di resistere e di poter guardare al futuro . Come dicevamo, è noto soprattutto negli ambienti in cui il Carnevale continua ad esistere, sul quale le amministrazioni comunali di altri paesi continuano a credere e a costruire un certo tipo di turismo. Ed infatti Gino Cantatore è oggi tra gli ultimi maestri cartapestai che la nostra città può vantare, seppure la tradizione del Carnevale a Molfetta può dirsi defunta. E' dall'ormai lontano 2012 che Molfetta non organizza un Carnevale con sfilate di carri allegorici e, da quanto ci ha confermato lo stesso maestro cartapestaio, non lo farà nemmeno l'anno che verrà. Dopo diverse partecipazioni a carnevali di altre città, Gino Cantatore ha deciso da qualche anno di dedicarsi ad un altro tipo di artigianato, quello legato alla costruzione, assemblaggio e restauro di presepi. Lo troviamo nella sua bottega mentre è intento al restauro di uno degli ultimi presepi.

«Sebbene siamo ancora all'inizio del periodo in cui in casa si allestisce il presepe – ha commentato Gino Cantatore - per noi artigiani l'attività è già quasi conclusa in quanto tutti coloro che avevano chiesto un restauro si è rivolto da me già da alcune settimane. Parallelamente tutti i presepi che avevo ideato e costruito sono andati letteralmente a ruba». Lo stile utilizzato da Cantatore non si ispira a quello dei presepi napoletani nè a quello di altri paesi, ma assume caratteristiche tipiche del nostro territorio, a partire dai materiali utilizzati. «Tutti i presepi che creo dal nulla– ha proseguito- sono costruiti con materiali di risulta, spesso riciclati che riprendono a vivere per una nobile causa. La semplicità rappresenta una caratteristica dei miei presepi, ovvero l'elemento unico che riesce a renderlo tipico, come desidero io».

Per Gino Cantatore l'evoluzione è tutta particolare. Se si è soliti generalmente passare dal Natale al Carnevale, per il maestro cartapestaio, classe 1975, il percorso è inverso.

«Il passaggio dal Carnevale al Natale – ha proseguito – per me non rappresenta affatto un ripiego, in quanto mi ha permesso di riprendere un'attività molto sentita a Molfetta, tanto che è difficile trovare un molfettese non interessato ai presepi. Non nascondo però tutto il mio risentimento per il fatto che in questa città si è deciso di non puntare su un momento tipico e tradizionale come il Carnevale. Ne ho preso atto e sto andando avanti con la mia attività». Un lavoro, quello di Cantatore, che non si limita soltanto a creare e restaurare, ma si avvia sempre di più verso la formazione e l'insegnamento di un'arte che non deve perdersi.

«E' ormai da tempo – ha precisato l'artigiano - che organizzo presso la mia bottega, gratuitamente, dei corsi per l'apprendimento di un'arte che non si può pretendere di imparare ex novo dopo le scuole dell'obbligo. E' una passione che deve nascere sin da quando si è piccoli, per poi essere perfezionata in età adolescenziale». Ed è proprio la passione per un'arte ancora tutta da scoprire che spinge Gino Cantatore ad andare avanti, contro le avversità dei tempi moderni, con l'intento di tramandare una tradizione antica, su cui Molfetta ha ancora molto da dire.