Da Molfetta ad Hoboken, una tradizione che prosegue in nome di Maria Santissima dei Martiri

Presentata a Molfetta la 91esima edizione dell’Hoboken Italian  Festival

sabato 12 agosto 2017 9.32
A cura di Matteo Diamante

Molfetta e Hoboken, due città unite da unico e indissolubile denominatore: la devozione nei confronti della Madonna dei Martiri.

La stessa che per decenni ha reso meno doloroso quel distacco e quella lontananza dalla propria patria per i nostri emigranti. Ebbene, se per noi la Sagra a Mare dell'8 settembre e' qualcosa di scontato, dove troppo spesso il profano ha la meglio sul sacro, in quelle terre dove decine di anni fa, quelli che noi oggi chiamiamo Molfettesi nel Mondo decisero di rifarsi una vita, così scontato non è.

Ieri sera presso il Museo Diocesano, grazie al continuo impegno profuso da Roberto Pansini e dall'Associazione Oll Muvi (proprietaria del marchio I love Molfetta), e' stata presentata la 91esima edizione dell'Hoboken Italian Festival alla presenza di Daniel Attilio, Presidente dell'Hoboken Italian Festival, Don Giuseppe de Candia dell'Ufficio Diocesi Migrantes e Pasquale Mancini neo assessore al Marketing Territoriale. A moderare l'incontro ci ha pensato Lucrezia d'Ambrosio giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno.

Grazie ad incontri come quello di ieri sera, il legame tra Molfetta e Molfettesi d'America continua a diventare sempre più intenso. Quella di Hoboken, sebbene definita da qualcuno una festa troppo moderna, si fonda su basi spirituali solide e su una devozione verso la Madonna dei Martiri davvero particolare . A ricordarlo è stato lo stesso Presidente dell'Hoboken Italian Festival, campano di origine, ma da sempre devoto a Maria Santissima dei Martiri.

«Pensare che vent' anni fa questa festa era quasi scomparsa – ha commentato Daniel Attilio – ci fa riflettere sull'attenzione che poniamo ogni anno nei confronti dell'Hoboken Italian Festival. Non sono molfettese ma posso dire che sono cresciuto con le vostre tradizioni e con la devozione nei confronti della Madonna. Oggi Hoboken e' cambiata a causa dell'aumento del costo del vita. I molfettesi e gli emigranti si sono spostanti altrove . E' per questo motivo che oggi non possiamo più parlare soltanto di una festa di molfettesi, ma più precisamente della festa degli italiani del New Jersey».

Nonostante tutto la presenza di Molfetta ad Hoboken, anche in occasione del Festival, continua ad essere cospicua ed importante. Due anni fa nella città di Frank Sinatra giunsero le nostre luminarie, mentre lo scorso anno, grazie all'impegno della Lega Navale furono portati negli States addirittura dei remi. Quest'anno, come annunciato nel corso dell'incontro, due marescialli della Polizia Municipale di Molfetta, Nicolò Raimone e Sergio de Rosa, rappresenteranno la nostra Città in questa 91esima edizione dell'Hoboken Italian Festival.

«L'idea di continuare a tenere vivo e stretto il legame tra le due città e' pienamente condivisa anche da questa Amministrazione Comunale – ha commentato Pasquale Mancini – e non intendiamo per questo fare dei passi indietro. Al contrario favoriremo gli interscambi culturali soprattutto tra le nuove generazioni».

E' stato invece Don Giuseppe de Candia, padre spirituale dell'Associazione Molfettesi nel Mondo (rappresentata ieri sera dal suo Presidente Angela Amato) a ribadire l'importanza di tenere viva la spiritualità della festa.

«Sono le persone che tengono in vita questa festa – ha commentato – è ancora oggi il lato spirituale fa da padrone e prevale sul tutto . Questa festa si poggia sulla novena, in grado di tenere viva la devozione nei confronti della Madonna . Cultura e devozione sono i due ingredienti capace di tenere viva questa tradizione . Solo in questo modo e' possibile mantenere intatti i rapporti umani».

Nel suo intervento Don Giuseppe de Candia ha anche lanciato un invito alla nuova Amministrazione Comunale: «Sarebbe bello, come ho personalmente visto a Sidney, individuare un luogo di valenza storica e simbolica che rappresenti un punto di riferimento per gli emigranti che tornano a Molfetta».

Un'idea, su cui lavorare in futuro, appuntata da Pasquale Mancini, ovviamente per uno scopo comune: continuare a costruire quel ponte che possa costantemente unire Molfetta con i suoi figli sparsi in tutto il mondo.