Da Molfetta a un cast artistico in Sardegna: la molfettese Anna Ely e la passione per il teatro
«Il mio consiglio è quello di non permettere a nessuno di spegnere le proprie passioni»
martedì 19 novembre 2024
Seppur giovanissima, la molfettese Anna Elisabetta Nappi, per tutti Anna Ely, sta riuscendo a conquistare il suo posto nel mondo del teatro, una passione nata a Molfetta e che adesso coltiva a Bologna, dove studia al DAMS (Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo) all'Alma Mater Studiorum. Il suo percorso l'ha portata anche a entrare a far parte di un cast artistico in Sardegna. L'abbiamo intervistata per farci raccontare la sua esperienza e per ascoltare il parere di una giovane promessa dello spettacolo che ha lasciato la propria terra per inseguire il suo sogno.
La passione per il teatro ti ha sempre contraddistinta: quando hai capito che volevi fare del teatro il tuo lavoro?
«L'ho capito a 18 anni, appena terminato il liceo, quando mi sono trovata a dover scegliere tra tanti indirizzi universitari. Penso che sia una scelta enorme di fronte a cui si viene messi da ragazzini, per cui sperimentare è molto comune. A scuola studiamo tante materie e ci possono appassionare tante cose, ma scegliere il proprio futuro lavorativo ha un peso diverso. Un giorno vorrei fare un lavoro che mi permetta di alzarmi la mattina felice per ciò che mi aspetta. Se prima pensavo che, essendo stata un'attività che ho praticato sin da piccola, sarebbe rimasto solo un hobby, ho capito che nulla mi trasmette la stessa gioia che mi dà il teatro».
Quanto ritieni importante la formazione avuta a Molfetta per le esperienze che stai facendo ora?
«La fase di formazione vissuta a Molfetta per me è stata importante nella fase del cosiddetto "innamoramento". Ho iniziato a studiare con Pantaleo Annese, che oltre a esser un bravissimo maestro di teatro è un appassionato del suo lavoro e della pedagogia. Non è un caso che come me, molti altri suoi allievi conservino ancora il teatro nella propria vita. Le sue non sono mai state semplici lezioni di teatro, dalla lettura dei copioni agli approfondimenti sugli autori che avremmo portato in scena. Sicuramente ciò che ho studiato a Molfetta mi ha dato anche un'ottima cultura generale: grazie agli spettacoli annuali mi sono sempre approcciata ad autori diversi tra loro, sia a livello di tematiche sia a livello temporale. Avvicinare i bambini a questo mondo è complesso, ma è una bella sfida che su di me ha avuto presa. Devo ringraziare molto anche i miei insegnanti di teatro che ho incontrato da ragazza, Francesco Tammacco e Luisa Moscato».
Quest'estate hai fatto parte di un cast artistico in Sardegna: cosa porti con te di questa esperienza?
«Sicuramente porto con me le persone che ho conosciuto. Il mondo dell'artista è fatto di contatti, opportunità di networking, amicizie. Ma porto con me anche la pratica acquisita e la voglia di dare sempre il meglio: ogni giorno eravamo chiamati a esibirci sul palco e a donare emozioni nuove».
Che cosa sogni per il tuo futuro?
«Voglio continuar a recitare e a cantare, difatti mi sto muovendo molto nell'ambito del musical».
Che consiglio daresti ai giovani che, come te, vogliono lavorare in questo settore?
«Il mio consiglio è quello di non permettere a nessuno di spegnere le proprie passioni. È importantissimo trovare gli insegnanti giusti e saperli scegliere. Appena si inizia a percepire che il proprio educatore insinua dei dubbi sul proprio talento e sulle proprie capacità, è fondamentale pensare a se stessi ed, eventualmente, cambiare insegnante. Un altro consiglio fondamentale è quello di non concentrarsi soltanto sulle esperienze pratiche della recitazione, ma di continuare a studiare, di ritagliarsi sempre del tempo per la formazione. Per concludere, aggiungo che bisogna mirare sempre in alto».
La passione per il teatro ti ha sempre contraddistinta: quando hai capito che volevi fare del teatro il tuo lavoro?
«L'ho capito a 18 anni, appena terminato il liceo, quando mi sono trovata a dover scegliere tra tanti indirizzi universitari. Penso che sia una scelta enorme di fronte a cui si viene messi da ragazzini, per cui sperimentare è molto comune. A scuola studiamo tante materie e ci possono appassionare tante cose, ma scegliere il proprio futuro lavorativo ha un peso diverso. Un giorno vorrei fare un lavoro che mi permetta di alzarmi la mattina felice per ciò che mi aspetta. Se prima pensavo che, essendo stata un'attività che ho praticato sin da piccola, sarebbe rimasto solo un hobby, ho capito che nulla mi trasmette la stessa gioia che mi dà il teatro».
Quanto ritieni importante la formazione avuta a Molfetta per le esperienze che stai facendo ora?
«La fase di formazione vissuta a Molfetta per me è stata importante nella fase del cosiddetto "innamoramento". Ho iniziato a studiare con Pantaleo Annese, che oltre a esser un bravissimo maestro di teatro è un appassionato del suo lavoro e della pedagogia. Non è un caso che come me, molti altri suoi allievi conservino ancora il teatro nella propria vita. Le sue non sono mai state semplici lezioni di teatro, dalla lettura dei copioni agli approfondimenti sugli autori che avremmo portato in scena. Sicuramente ciò che ho studiato a Molfetta mi ha dato anche un'ottima cultura generale: grazie agli spettacoli annuali mi sono sempre approcciata ad autori diversi tra loro, sia a livello di tematiche sia a livello temporale. Avvicinare i bambini a questo mondo è complesso, ma è una bella sfida che su di me ha avuto presa. Devo ringraziare molto anche i miei insegnanti di teatro che ho incontrato da ragazza, Francesco Tammacco e Luisa Moscato».
Quest'estate hai fatto parte di un cast artistico in Sardegna: cosa porti con te di questa esperienza?
«Sicuramente porto con me le persone che ho conosciuto. Il mondo dell'artista è fatto di contatti, opportunità di networking, amicizie. Ma porto con me anche la pratica acquisita e la voglia di dare sempre il meglio: ogni giorno eravamo chiamati a esibirci sul palco e a donare emozioni nuove».
Che cosa sogni per il tuo futuro?
«Voglio continuar a recitare e a cantare, difatti mi sto muovendo molto nell'ambito del musical».
Che consiglio daresti ai giovani che, come te, vogliono lavorare in questo settore?
«Il mio consiglio è quello di non permettere a nessuno di spegnere le proprie passioni. È importantissimo trovare gli insegnanti giusti e saperli scegliere. Appena si inizia a percepire che il proprio educatore insinua dei dubbi sul proprio talento e sulle proprie capacità, è fondamentale pensare a se stessi ed, eventualmente, cambiare insegnante. Un altro consiglio fondamentale è quello di non concentrarsi soltanto sulle esperienze pratiche della recitazione, ma di continuare a studiare, di ritagliarsi sempre del tempo per la formazione. Per concludere, aggiungo che bisogna mirare sempre in alto».