Da Molfetta a Pechino: Antonella racconta un’esperienza nel campo musicale
La giovane ha anche suonato al "2023 China Golden Rooster & Hundred Flowers Film Festival Film Concert"
giovedì 11 gennaio 2024
La giovane molfettese Antonella Angione ha di recente vissuto un'esperienza in Cina nel campo musicale assieme a Marco Farina, Vito Mazzocca, Nicola Parisi e Luca Loliva.
Sotto la guida meticolosa e competente del maestro Nicola Giuliani, docente di musica d'insieme per fiati al Conservatorio "Nino Rota" di Monopoli e tramite anche il Maestro Fan Tao, esperto direttore d'orchestra, il gruppo è stato scritturato dall'agenzia MusicFans per una collaborazione sia in qualità di quintetto di ottoni "Rota Brass Ǫuintett" sia in qualità di professori d'orchestra per la Beijing Union Symphony Orchestra (BUSO) a Pechino.
Il team di giovani musicisti si è esibito come quintetto di ottoni in 15 concerti, oltre ad aver fatto prove e corrispettivi concerti con l'orchestra in cui ha eseguito molti capolavori di Beethoven, musiche da film occidentali, musiche di Hisaishi e musiche tradizionali cinesi.
Si è presentata per loro anche l'opportunità di suonare per il "2023 China Golden Rooster & Hundred Flowers Film Festival Film Concert", un festival del cinema in cui hanno premiato il miglior film cinese dell'anno.
«Sono infinitamente grata a quest'esperienza, mi ha aiutato a comprendere molte cose di me, della musica e della cultura cinese, totalmente differente dalla nostra».
Una cultura che sicuramente è rimasta impressa alla giovane molfettese.
«Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la loro lodevole disciplina e il profondo rispetto sia nelle relazioni interpersonali sia nel lavoro – racconta – ho compreso che a Pechino ci tengono molto a investire sulla cultura e non si fanno problemi di alcun tipo a organizzare un evento in cui far suonare cinque giovani musicisti che provengono dall'altra parte del mondo».
Al contrario, secondo Antonella, la Cina si sta aprendo molto allo scambio culturale, accogliendo le novità e i generi musicali occidentali.
«Avendo in Cina un modo diverso di intendere la musica dal nostro, sicuramente noi italiani possiamo contribuire ad arricchire il loro bagaglio interpretativo, soprattutto in repertori europei e tipicamente italiani. Allo stesso tempo noi abbiamo molto da imparare dal loro metodo di studio, dalla loro disciplina, dallo spirito solenne e devoto che ripongono nella musica e nel lavoro che affrontano durante la preparazione di un concerto».
Sotto la guida meticolosa e competente del maestro Nicola Giuliani, docente di musica d'insieme per fiati al Conservatorio "Nino Rota" di Monopoli e tramite anche il Maestro Fan Tao, esperto direttore d'orchestra, il gruppo è stato scritturato dall'agenzia MusicFans per una collaborazione sia in qualità di quintetto di ottoni "Rota Brass Ǫuintett" sia in qualità di professori d'orchestra per la Beijing Union Symphony Orchestra (BUSO) a Pechino.
Il team di giovani musicisti si è esibito come quintetto di ottoni in 15 concerti, oltre ad aver fatto prove e corrispettivi concerti con l'orchestra in cui ha eseguito molti capolavori di Beethoven, musiche da film occidentali, musiche di Hisaishi e musiche tradizionali cinesi.
Si è presentata per loro anche l'opportunità di suonare per il "2023 China Golden Rooster & Hundred Flowers Film Festival Film Concert", un festival del cinema in cui hanno premiato il miglior film cinese dell'anno.
«Sono infinitamente grata a quest'esperienza, mi ha aiutato a comprendere molte cose di me, della musica e della cultura cinese, totalmente differente dalla nostra».
Una cultura che sicuramente è rimasta impressa alla giovane molfettese.
«Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la loro lodevole disciplina e il profondo rispetto sia nelle relazioni interpersonali sia nel lavoro – racconta – ho compreso che a Pechino ci tengono molto a investire sulla cultura e non si fanno problemi di alcun tipo a organizzare un evento in cui far suonare cinque giovani musicisti che provengono dall'altra parte del mondo».
Al contrario, secondo Antonella, la Cina si sta aprendo molto allo scambio culturale, accogliendo le novità e i generi musicali occidentali.
«Avendo in Cina un modo diverso di intendere la musica dal nostro, sicuramente noi italiani possiamo contribuire ad arricchire il loro bagaglio interpretativo, soprattutto in repertori europei e tipicamente italiani. Allo stesso tempo noi abbiamo molto da imparare dal loro metodo di studio, dalla loro disciplina, dallo spirito solenne e devoto che ripongono nella musica e nel lavoro che affrontano durante la preparazione di un concerto».