«Nessun tradimento, trasferimento necessario»

Parola a Vito d'Ingeo del Teatremitage, organizzatore di “Ti fiabo e ti racconto”

giovedì 7 luglio 2016
A cura di Rosanna Buzzerio
"Ti fiabo e ti racconto". In questi venti anni il Festival per ragazzi ha raccontato molte storie, tante sono rimaste nel cuore dei piccoli e grandi spettatori, ma quella che stiamo raccontando in questi giorni ha altri registri narrativi.

La scelta di trasferire l'evento a Bitonto ci è stata spiegata così da Vito D'Ingeo del Teatremitage, organizzatori da sempre del Festival: «il trasferimento temporaneo di "Ti fiabo e ti racconto" dalla sua sede storica di Molfetta a Bitonto si è reso necessario per poter offrire continuità al più importante festival estivo pugliese di teatro ragazzi e per rispondere alle aspettative del vasto pubblico proveniente da Molfetta e da molte città della regione e che segue da anni la manifestazione.
«Le ragioni di tale scelta» - ci dice ancora D'Ingeo- «risiedono nel repentino vuoto amministrativo al Comune di Molfetta che non ha consentito di determinare nei tempi necessari per la complessa organizzazione del festival il contributo finanziario a sostegno per la sua realizzazione. Abbiamo ricevuto nell'ultimo mese una valanga di richieste da parte degli spettatori che ci chiedevano rassicurazioni sull'attuazione dell'edizione 2016 e, per non deludere le tante attese, abbiamo coraggiosamente deciso di accogliere l'invito dell'Amministrazione comunale di Bitonto che con grande sensibilità ci ha offerto una casa sicura».

E aggiunge il direttore artistico: «nessun tradimento, ma amore incondizionato per il nostro grande pubblico. Questa sarà una edizione speciale per la quale avremo bisogno del sostegno, della partecipazione e dell'entusiasmo degli spettatori. Noi saremo nella vicina ed ospitale Bitonto ad aspettarli per condividere insieme e ancora la magia del teatro, quella che regala da oltre 20 anni a piccoli e grandi "Ti fiabo e ti racconto".

Riti che per questo anno non vedremo all'Anfiteatro di Ponente: dalla fila per l'ingresso, tutti muniti di zainetto con "i beni di prima necessità" (acqua e qualcosa da sgranocchiare), alla magia dello spettacolo, sino ad arrivare agli applausi finali e alla richiesta degli autografi agli attori in scena.
Rito questo che ha sempre stupito ed ammagliato gli attori in scena. Sei giornate in cui nell'Anfiteatro si respirava un'atmosfera surreale, così come vuole la fantasia.

Ma la dura realtà dicevamo racconta anche altre storie, come le riflessioni affidate ai social, nei giorni scorsi, dall'ex sindaco, Paola Natalicchio, che sul festival afferma: "l'ultima bugia ci addita come responsabili della migrazione del Festival. Si dice che il sindaco e l'assessore alla cultura non hanno voluto mettere in sicurezza l'evento prima di lasciare il Palazzo di Città". Secondo la Natalicchio non è pervenuta entro il 20 maggio al comune alcuna richiesta, per cui non è stato possibile fare una programmazione. Ed afferma che nel bilancio 2016 erano stati già stanziati dei finanziamenti per l'evento. E si domanda: "Qualcuno ha impedito agli organizzatori di chiedere al Commissario di svolgere il Festival a Molfetta? Ritengo di no".

La Natalicchio conclude: "Ritengo ci sia stato un "mancato incrocio" tra un festival che aveva bisogno di certezze per andare avanti e un'amministrazione che stava cadendo; e che sia stata poi una scelta legittima da parte degli organizzatori, in assenza del sindaco e di una interlocuzione politica possibile e vista l'imminenza dell'evento: spostarsi".

E' una storia ancora tutta da raccontare, l'unica certezza è che a pagarne le spese, a nostro avviso, è il pubblico dei più piccoli che non riusciranno a comprendere le scelte degli adulti.