Crisi stabilimento Bosch, Infante chiede discussione in Consiglio Comunale
Il rappresentante di Rifondazione Comunista / Più di così interviene a sostegno dei 700 esuberi
venerdì 24 febbraio 2023
11.39
"Stamane ho protocollato una proposta di ordine del giorno affinché il consiglio comunale impegni il Sindaco e la giunta a mettere in campo tutte le azioni possibili e ad attivare tutti canali istituzionali per evitare i 700 esuberi annunciati dallo stabilimento Bosch di Modugno".
Lo annuncia il consigliere comunale Giovanni Infante.
"Purtroppo - spiega il rappresentante di Rifondazione Comunista / Più di così - si tratta soltanto dell'ultimo capitolo di una crisi che sta coinvolgendo tutto il settore dell'automotive, dalla Magneti Marelli alla GKN"
"Le cause sono da ricercare nella pur assolutamente necessaria riconversione ecologica che però non va di pari passo con la riconversione produttiva degli impianti. Ciò sta determinando alti tassi di disoccupazione "tecnologica" con costi sociali elevatissimi - prosegue - La cosa è ancor più grave se pensiamo che fin dal 2017 i lavoratori dello stabilimento di Modugno avevano sottoscritto contratti di solidarietà in vista della riconversione della produzione che però non è andata oltre gli annunci dell'azienda".
"L'impostazione del piano nazionale di resistenza e resilienza (PNRR) - conclude Infante - è tutta spostata sul finanziamento delle aziende del settore ma è evidente che i costi della cosiddetta transizione ecologica non possono gravare soltanto sulle spalle dei lavoratori, devono essere salvaguardati l'occupazione e i diritti di chi lavora".
Lo annuncia il consigliere comunale Giovanni Infante.
"Purtroppo - spiega il rappresentante di Rifondazione Comunista / Più di così - si tratta soltanto dell'ultimo capitolo di una crisi che sta coinvolgendo tutto il settore dell'automotive, dalla Magneti Marelli alla GKN"
"Le cause sono da ricercare nella pur assolutamente necessaria riconversione ecologica che però non va di pari passo con la riconversione produttiva degli impianti. Ciò sta determinando alti tassi di disoccupazione "tecnologica" con costi sociali elevatissimi - prosegue - La cosa è ancor più grave se pensiamo che fin dal 2017 i lavoratori dello stabilimento di Modugno avevano sottoscritto contratti di solidarietà in vista della riconversione della produzione che però non è andata oltre gli annunci dell'azienda".
"L'impostazione del piano nazionale di resistenza e resilienza (PNRR) - conclude Infante - è tutta spostata sul finanziamento delle aziende del settore ma è evidente che i costi della cosiddetta transizione ecologica non possono gravare soltanto sulle spalle dei lavoratori, devono essere salvaguardati l'occupazione e i diritti di chi lavora".