Crisi amministrativa: riunione del PD. "Obiettivo Molfetta" sarebbe pronto a scrivere al Prefetto
Al vaglio l'ipotesi delle dimissioni dei consiglieri. Mancini: «Il sindaco vuole recuperare un mese di galleggiamento»
martedì 19 ottobre 2021
12.24
La raccolta delle firme, tredici, indispensabili per far decadere Minervini dalla carica di sindaco di Molfetta si sta intensificando in queste ore.
La petizione era già partita nei giorni scorsi e i rumors erano più che trapelati nelle stanze di Lama Scotella, arrivando fino al sindaco, non poco infastidito.
L'eloquente affermazioni di Minervini della prima mattinata di oggi, «Sono finiti i sotterfugi in Consiglio dei gruppi di Pietro Mastropasqua e Pino Amato», non lascia dubbi ad alcuna interpretazione.
Nelle fila di quella che fu la maggioranza la conta prosegue.
Secondo molti, infatti, occorrerebbe accellerare l'iter burocratico indispensabile per decretare la fine del secondo mandato di Minervini. Il rischio, soprattutto secondo "Obiettivo Molfetta", sarebbe il blocco della macchina amministrativa: Minervini, senza numeri per governare la città, tirerebbe avanti il proprio compito ma in ragione di questo solo per l'ordinaria amministrazione.
Impensabile, riterrebbe Pietro Mastropasqua con il suo gruppo, per una città grande e importante come Molfetta. Il rischio, secondo "i dissidenti", sarebbe quello di vedere allungarsi per almeno una cinquantina di altri giorni il mandato di Minervini senza giovamento per la città.
«Ieri in Consiglio Comunale sono volati gli stracci tra il Sindaco e la sua (ex) maggioranza. Una resa dei conti aspra, a tratti sgradevole, che non lo ha comunque schiodato dalla sua poltrona. Ieri ha bollato le dichiarazioni dei gruppi dissidenti come "fatto irrituale", oggi chiede di discuterne in consiglio inventandosi una inesistente dignità della politica. Un modo nemmeno tanto originale per recuperare un altro mesetto di galleggiamento», sono le dure parole di Pasquale Mancini di "Officine Molfetta".
«Siamo felici di esserci dissociati da tempo e per tempo da questa amministrazione cui togliamo anche il privilegio della A maiuscola. Io non ho visto schiene dritte, e nemmeno golpisti neri, solo una improbabile difesa dell'indifendibile», ha concluso Mancini.
L'ago della bilancia sarebbe ancora il Partito Democratico.
Già fuori dall'amministrazione, in serata il PD dovrebbe riunirsi per decidere sulle dimissioni dei propri rappresentanti in Aula Carnicella ovvero Mimmo Facchini e Nicola Piergiovanni: più probabile che il primo, anche attuale consigliere della città metropolitana di Bari, rinunci al ruolo in Aula Carnicella firmando la sfiducia a Minervini. Improbabile che lo faccia il secondo, confermandosi alla presidenza del Consiglio Comunale.
La petizione era già partita nei giorni scorsi e i rumors erano più che trapelati nelle stanze di Lama Scotella, arrivando fino al sindaco, non poco infastidito.
L'eloquente affermazioni di Minervini della prima mattinata di oggi, «Sono finiti i sotterfugi in Consiglio dei gruppi di Pietro Mastropasqua e Pino Amato», non lascia dubbi ad alcuna interpretazione.
Nelle fila di quella che fu la maggioranza la conta prosegue.
Secondo molti, infatti, occorrerebbe accellerare l'iter burocratico indispensabile per decretare la fine del secondo mandato di Minervini. Il rischio, soprattutto secondo "Obiettivo Molfetta", sarebbe il blocco della macchina amministrativa: Minervini, senza numeri per governare la città, tirerebbe avanti il proprio compito ma in ragione di questo solo per l'ordinaria amministrazione.
Impensabile, riterrebbe Pietro Mastropasqua con il suo gruppo, per una città grande e importante come Molfetta. Il rischio, secondo "i dissidenti", sarebbe quello di vedere allungarsi per almeno una cinquantina di altri giorni il mandato di Minervini senza giovamento per la città.
«Ieri in Consiglio Comunale sono volati gli stracci tra il Sindaco e la sua (ex) maggioranza. Una resa dei conti aspra, a tratti sgradevole, che non lo ha comunque schiodato dalla sua poltrona. Ieri ha bollato le dichiarazioni dei gruppi dissidenti come "fatto irrituale", oggi chiede di discuterne in consiglio inventandosi una inesistente dignità della politica. Un modo nemmeno tanto originale per recuperare un altro mesetto di galleggiamento», sono le dure parole di Pasquale Mancini di "Officine Molfetta".
«Siamo felici di esserci dissociati da tempo e per tempo da questa amministrazione cui togliamo anche il privilegio della A maiuscola. Io non ho visto schiene dritte, e nemmeno golpisti neri, solo una improbabile difesa dell'indifendibile», ha concluso Mancini.
L'ago della bilancia sarebbe ancora il Partito Democratico.
Già fuori dall'amministrazione, in serata il PD dovrebbe riunirsi per decidere sulle dimissioni dei propri rappresentanti in Aula Carnicella ovvero Mimmo Facchini e Nicola Piergiovanni: più probabile che il primo, anche attuale consigliere della città metropolitana di Bari, rinunci al ruolo in Aula Carnicella firmando la sfiducia a Minervini. Improbabile che lo faccia il secondo, confermandosi alla presidenza del Consiglio Comunale.