Crac Finpower, Cosmo Antonio Giancaspro condannato a 5 anni di reclusione
L'imprenditore di Molfetta, in qualità di amministratore, avrebbe contribuito a distrarre il 60% delle quote svendendole
martedì 4 aprile 2023
18.57
Il Tribunale di Bari ha condannato a 5 anni di reclusione l'imprenditore molfettese Cosmo Antonio Giancaspro a conclusione del processo di primo grado per il crac della società Finpower.
L'ex patron del Bari Calcio è stato ritenuto responsabile di bancarotta fraudolenta per uno solo degli episodi che gli erano contestati: in qualità di amministratore di fatto della società, avrebbe contribuito a distrarre il 60% delle quote della Finpower Wind - di proprietà della fallita Finpower - svendendole (in parte acquisendole egli stesso) per tre milioni di euro, una cifra inferiore sia al valore nominale (quasi cinque milioni e mezzo di euro) sia a quello di mercato (dieci milioni di euro).
Giancaspro è stato invece assolto dal reato di bancarotta fraudolenta relativa a un altro episodio, ovvero la distrazione di oltre 3 milioni e 300mila euro di Finpower a favore della società Kreare Impresa. Per questo stesso capo di imputazione era a processo anche Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower all'epoca dei fatti, per il quale è arrivata l'assoluzione perché i fatti non sussistono.
Per Giancaspro il pubblico ministero Giuseppe Dentamaro, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza con la collega Larissa Catella, aveva chiesto una condanna a 6 anni. L'imprenditore molfettese per questa vicenda era anche finito agli arresti domiciliari nel settembre 2018. Per Ferrara la richiesta era invece stata di 3 anni e 6 mesi di reclusione con l'accusa di aver falsificato le scritture contabili inserendo debiti inesistenti.
Nel processo è costituita parte civile la curatela fallimentare Finpower, rappresentata dall'avvocato Francesco Rotunno. Giancaspro è stato condannato anche all'interdizione dai pubblici uffici.
«Si tratta di una sentenza importante sul piano sanzionatorio, perché una condanna a cinque anni per una sola condotta di bancarotta, seppure complessa, è importante sul piano della pena - ha commentato il legale di Giancaspro, Felice Petruzzella - È però da apprezzare il fatto che il Tribunale abbia assolto Giancaspro dall'altra imputazione di bancarotta».
L'avvocato spiega che «abbiamo celebrato questo dibattimento in assenza di testimoni per scelte del passato, questo sicuramente ha impedito alla difesa di esprimersi compiutamente». «Resta fermo - conclude - che con l'impugnazione, una volta avute le motivazioni, potremo rivalorizzare gli argomenti che non abbiamo potuto adeguatamente affrontare».
Le motivazioni della sentenza arriveranno entro 90 giorni.
L'ex patron del Bari Calcio è stato ritenuto responsabile di bancarotta fraudolenta per uno solo degli episodi che gli erano contestati: in qualità di amministratore di fatto della società, avrebbe contribuito a distrarre il 60% delle quote della Finpower Wind - di proprietà della fallita Finpower - svendendole (in parte acquisendole egli stesso) per tre milioni di euro, una cifra inferiore sia al valore nominale (quasi cinque milioni e mezzo di euro) sia a quello di mercato (dieci milioni di euro).
Giancaspro è stato invece assolto dal reato di bancarotta fraudolenta relativa a un altro episodio, ovvero la distrazione di oltre 3 milioni e 300mila euro di Finpower a favore della società Kreare Impresa. Per questo stesso capo di imputazione era a processo anche Giovanni Ferrara, legale rappresentante della Finpower all'epoca dei fatti, per il quale è arrivata l'assoluzione perché i fatti non sussistono.
Per Giancaspro il pubblico ministero Giuseppe Dentamaro, che ha coordinato le indagini della Guardia di Finanza con la collega Larissa Catella, aveva chiesto una condanna a 6 anni. L'imprenditore molfettese per questa vicenda era anche finito agli arresti domiciliari nel settembre 2018. Per Ferrara la richiesta era invece stata di 3 anni e 6 mesi di reclusione con l'accusa di aver falsificato le scritture contabili inserendo debiti inesistenti.
Nel processo è costituita parte civile la curatela fallimentare Finpower, rappresentata dall'avvocato Francesco Rotunno. Giancaspro è stato condannato anche all'interdizione dai pubblici uffici.
«Si tratta di una sentenza importante sul piano sanzionatorio, perché una condanna a cinque anni per una sola condotta di bancarotta, seppure complessa, è importante sul piano della pena - ha commentato il legale di Giancaspro, Felice Petruzzella - È però da apprezzare il fatto che il Tribunale abbia assolto Giancaspro dall'altra imputazione di bancarotta».
L'avvocato spiega che «abbiamo celebrato questo dibattimento in assenza di testimoni per scelte del passato, questo sicuramente ha impedito alla difesa di esprimersi compiutamente». «Resta fermo - conclude - che con l'impugnazione, una volta avute le motivazioni, potremo rivalorizzare gli argomenti che non abbiamo potuto adeguatamente affrontare».
Le motivazioni della sentenza arriveranno entro 90 giorni.