Cosimo Damiano Gadaleta: confermato come presidente dell’Avis
Obiettivi dei prossimi quattro anni aumentare la base dei donatori. Favorevole alla scelta dell’Ospedale unico del Nord Barese
giovedì 16 marzo 2017
E' stato rinnovato nei giorni scorsi il direttivo dell'Avis di Molfetta, che ha confermato alla presidenza dell'associazione Cosimo Damiano Gadaleta, vice presidente Enrico de Lillo, amministratore- tesoriere Domenico Silverstri e segretario Andrea Scardigno.
Il 2017 per l'Avis è particolare perché ricorre il cinquantesimo anno di presenza sul territorio molfettese; iniziarono nel lontano 1967 in 20, oggi sono circa 1500 soci.
E' lo stesso presidente a dirci che «la riconferma nasce dall'impegno che ho profuso, insieme con i collaboratori, in particolare il segretario Andrea Scardigno, nei tre anni precedenti, quando in corsa ho sostituito il mio predecessore, che per impegni personali ha dovuto lasciare».
Il presidente ha ben precisi gli obiettivi da raggiungere durante il suo mandato, tra le priorità: cercare quanto più possibile di allargare la base dei donatori e di conseguenza il numero delle donazioni, che non sono mai abbastanza, visto che la richiesta di sangue aumenta sempre di più.
In maniera prudenziale afferma anche che «non si possono fare programmi a lungo termine, cerchiamo comunque di fare dei consuntivi ogni sei mesi o al massimo un anno, al fine di verificare quale è stato il trend rispetto all'anno precedente. In questo modo è possibile avere il polso della situazione e valutare se le iniziative svolte sono state d'impatto e hanno dato il loro risultato».
Ed aggiunge: «negli ultimi cinque - sei anni abbiamo avuto un trend di donazioni negativo, perdendone all'incirca un 7- 8 % all'anno. L'anno 2015 siamo riusciti quasi ad arrestare questo trend negativo e nel 2016 finalmente l'abbiamo fermato, arrestando e recuperando questo gap.
Un altro dei nostri obiettivi è far breccia sui giovani, così da farli diventare futuri donatori, in questa ottica, infatti, vanno le nostre iniziative, specialmente con i ragazzi delle scuole superiori. A questo proposito tanti sono gli eventi che abbiamo in programma quest'anno per celebrare questo cinquantenario».
Uscendo dall'ambito prettamente associativo, il presidente Gadaleta, non si tira indietro ad esprimere la sua opinione sulla possibilità che venga creato un Ospedale unico di primo livello: «non entro nel merito di quale possa essere la struttura ospedaliera prescelta, ma credo che sia l'unica risposta ai tagli che stanno avvenendo nel mondo della sanità qui in Puglia. Certamente potrà mancare l'ospedale sotto casa, ma in questo momento storico, forse, l'accorpamento dei reparti in un'unica struttura potrebbe essere utile per creare delle eccellenze locali; sarebbe quindi auspicabile, da parte dei politici di turno, percorrere la strada giusta per il bene e la salute dei cittadini.
Per quello che riguarda l'Avis di Molfetta in particolare e la struttura ospedaliera di riferimento, ovvero il Centro trasfusionale, «credo, e di questo ne sono certo, non verrà spostato presso altre sedi. Il Centro trasfusionale di Molfetta, ristrutturato di recente, è un centro all'avanguardia che utilizza apparecchiature e mezzi di nuova generazione, messi a disposizione di tutto il personale medico e paramedico. Non dimentichiamo, anzi lo voglio sottolineare, che a Molfetta vengono raccolte circa 13 mila sacche tra sangue e plasma, utili a salvare numerose vite umane».
Il 2017 per l'Avis è particolare perché ricorre il cinquantesimo anno di presenza sul territorio molfettese; iniziarono nel lontano 1967 in 20, oggi sono circa 1500 soci.
E' lo stesso presidente a dirci che «la riconferma nasce dall'impegno che ho profuso, insieme con i collaboratori, in particolare il segretario Andrea Scardigno, nei tre anni precedenti, quando in corsa ho sostituito il mio predecessore, che per impegni personali ha dovuto lasciare».
Il presidente ha ben precisi gli obiettivi da raggiungere durante il suo mandato, tra le priorità: cercare quanto più possibile di allargare la base dei donatori e di conseguenza il numero delle donazioni, che non sono mai abbastanza, visto che la richiesta di sangue aumenta sempre di più.
In maniera prudenziale afferma anche che «non si possono fare programmi a lungo termine, cerchiamo comunque di fare dei consuntivi ogni sei mesi o al massimo un anno, al fine di verificare quale è stato il trend rispetto all'anno precedente. In questo modo è possibile avere il polso della situazione e valutare se le iniziative svolte sono state d'impatto e hanno dato il loro risultato».
Ed aggiunge: «negli ultimi cinque - sei anni abbiamo avuto un trend di donazioni negativo, perdendone all'incirca un 7- 8 % all'anno. L'anno 2015 siamo riusciti quasi ad arrestare questo trend negativo e nel 2016 finalmente l'abbiamo fermato, arrestando e recuperando questo gap.
Un altro dei nostri obiettivi è far breccia sui giovani, così da farli diventare futuri donatori, in questa ottica, infatti, vanno le nostre iniziative, specialmente con i ragazzi delle scuole superiori. A questo proposito tanti sono gli eventi che abbiamo in programma quest'anno per celebrare questo cinquantenario».
Uscendo dall'ambito prettamente associativo, il presidente Gadaleta, non si tira indietro ad esprimere la sua opinione sulla possibilità che venga creato un Ospedale unico di primo livello: «non entro nel merito di quale possa essere la struttura ospedaliera prescelta, ma credo che sia l'unica risposta ai tagli che stanno avvenendo nel mondo della sanità qui in Puglia. Certamente potrà mancare l'ospedale sotto casa, ma in questo momento storico, forse, l'accorpamento dei reparti in un'unica struttura potrebbe essere utile per creare delle eccellenze locali; sarebbe quindi auspicabile, da parte dei politici di turno, percorrere la strada giusta per il bene e la salute dei cittadini.
Per quello che riguarda l'Avis di Molfetta in particolare e la struttura ospedaliera di riferimento, ovvero il Centro trasfusionale, «credo, e di questo ne sono certo, non verrà spostato presso altre sedi. Il Centro trasfusionale di Molfetta, ristrutturato di recente, è un centro all'avanguardia che utilizza apparecchiature e mezzi di nuova generazione, messi a disposizione di tutto il personale medico e paramedico. Non dimentichiamo, anzi lo voglio sottolineare, che a Molfetta vengono raccolte circa 13 mila sacche tra sangue e plasma, utili a salvare numerose vite umane».