Corrado de Bari racconta "La forza dei fragili", suo libro d'esordio
La storia delicata e unica di un padre e un figlio autistico.
domenica 21 febbraio 2016
0.26
Lo scrittore molfettese Corrado de Bari racconta il suo primo libro "La forza dei fragili" e la sua storia autobiografica che vede come protagonista Emanuele, un figlio speciale che ha rivoluzionato per sempre la sua vita. Una storia delicata, particolare, unica ma che colpisce nell' immediato la sensibilità del lettore e lo emoziona.
De Bari è coordinatore infermieristico nella Stroke-Unit della Neurologia del Policlinico di Bari. Inoltre, è docente tutor di Macro-Area infermieristico presso la facoltà di medicina e chirurgia. Da sempre impegnato nella lotta contro l' autismo e nella ricerca per il recupero dei bambini affetti da tale patologia.
Cosa ti ha spinto a scrivere "La forza dei fragili" e all' inizio hai provato un po' di timidezza nel voler condividere una parte della tua vita con i lettori?
"La forza dei fragili è stata una scelta obbligata, dopo il dramma iniziale, una valvola di sfogo, un condizione terapeutica per uscire fuori dal baratro. Appunto mi sono ritrovato fragile più del solito, ma allo stesso tempo ho scoperto in me una forza che non credevo di avere. Eccone spiegato il titolo di questo "ossimoro". Non ho provato timidezza o vergogna o imbarazzo per quello che stavo raccontando. Al contrario sentivo il bisogno di farlo, di buttare fuori la mia rabbia. Lo scrivere mi ha aiutato, come fare ricerca sulla materia quindi leggere, leggere tanto per informarmi, per non rimanere al palo".
Nel libro affronti la tematica dell' autismo. Come hai affrontato da padre la situazione e il problema di Emanuele?
"L'autismo destabilizza, spaventa proprio perché non c'è una specifica cura terapeutica come in altre patologie. Tutto è affidato ad un processo di riabilitazione lungo dispendioso ed immane se si vogliono raggiungere buoni risultati. Come padre non ho nulla da rimproverarmi in quanto ho messo a disposizione di mio figlio le mie conoscenze, ma specialmente le mie forze. Ci sono alti e bassi in questa patologia o come amo definirla condizione. Non ci si deve arrendere mai, questo è il consiglio che mi viene da dare a chi si approccia allo spettro autistico. Emanuele ha svolto in queste anni diverse discipline riabilitative come idroterapia, ippoterapia, musicoterapia e laboratori riabilitativi psicoattitudinali e motori. Ora si lavora sulle emozioni e su una relazione sempre più spontanea e rapida. E' un lavoro molto duro, ma le soddisfazioni non mancano".
Nel libro si racconta dell' importanza di Noemi, una luce di speranza. Al riguardo, la figura di Noemi quanto ha inciso a spronare Emanuele a reagire alla vita?
"Noemi è stata importante nella crescita evolutiva di Emanuele. Ancora oggi è una sua pietra miliare. Non nascondo anche le sue sofferenze e le condivisioni, quando i risultati tardavano ad arrivare. Ha vissuto con noi questa avventura, combattendo fianco a fianco con i suoi genitori. Sono estremamente felice che lei ci sia".
L' esercizio della lettura e l' ascolto della musica quanto ha inciso sulla sfera emotiva di Emanuele?
"Emanuele ha sempre amato la lettura. E' molto curioso. Leggere lo rilassa. Ora legge anche testi in inglese e francese. Ama molto le pronunce straniere. Un libro per lui è sempre un regalo gradito. La musica è stata fondamentale nella sua crescita. Sia attraverso la musicoterapia sino ad arrivare agli autori contemporanei, ama spaziare vari generi musicali, anche per questo motivo ha intrapreso lo studio del pianoforte con una metodologia le cui note sono abbinate ai colori anche nella posizione delle mani sulla tastiera".
Quanto è stata importante sua mamma per superare i momenti difficili che la vita ti ha riservato?
"Mia madre mi ha dato sempre coraggio per superare questo strano destino. I suoi principi morali li porto ancora con me. Ora che non c'è più, sento la sua mancanza, specie quando ci sono degli insuccessi di mio figlio, che purtroppo a volte non arrivano. Mi sentivo protetto, quella protezione che ora do ai miei figli sperando che colgano sempre la bellezza di questa vita".
Un consiglio da suggerire ai genitori che hanno figli speciali come Emanuele?
"Ai genitori che si trovano nella mia stessa condizione, posso dare solo un consiglio, buttate fuori la vostra disperazione, non nascondetevi e cercate di aiutare al meglio i vostri figli che vi amano e vogliono essere apprezzati anche dal prossimo. Un ragazzo autistico è felice quando il suo gruppo dei pari lo accoglie come il figlio prodigo. Provate a guardarlo in quel momento, i suoi occhi sorridono".
Un motivo per leggere "La forza dei fragili".
"Un motivo per leggere il mio libro ? Per far comprendere a chi non sa, come si vive con figlio diversamente abile, nel quotidiano, senza nascondere nulla. Come si diventa forti ed abili a fronteggiare le diverse situazioni. Si parla tanto di integrazione, questo è un libro in cui la condivisione è importante. Non siate spettatori di un dramma, ma protagonisti di una vita".
De Bari è coordinatore infermieristico nella Stroke-Unit della Neurologia del Policlinico di Bari. Inoltre, è docente tutor di Macro-Area infermieristico presso la facoltà di medicina e chirurgia. Da sempre impegnato nella lotta contro l' autismo e nella ricerca per il recupero dei bambini affetti da tale patologia.
Cosa ti ha spinto a scrivere "La forza dei fragili" e all' inizio hai provato un po' di timidezza nel voler condividere una parte della tua vita con i lettori?
"La forza dei fragili è stata una scelta obbligata, dopo il dramma iniziale, una valvola di sfogo, un condizione terapeutica per uscire fuori dal baratro. Appunto mi sono ritrovato fragile più del solito, ma allo stesso tempo ho scoperto in me una forza che non credevo di avere. Eccone spiegato il titolo di questo "ossimoro". Non ho provato timidezza o vergogna o imbarazzo per quello che stavo raccontando. Al contrario sentivo il bisogno di farlo, di buttare fuori la mia rabbia. Lo scrivere mi ha aiutato, come fare ricerca sulla materia quindi leggere, leggere tanto per informarmi, per non rimanere al palo".
Nel libro affronti la tematica dell' autismo. Come hai affrontato da padre la situazione e il problema di Emanuele?
"L'autismo destabilizza, spaventa proprio perché non c'è una specifica cura terapeutica come in altre patologie. Tutto è affidato ad un processo di riabilitazione lungo dispendioso ed immane se si vogliono raggiungere buoni risultati. Come padre non ho nulla da rimproverarmi in quanto ho messo a disposizione di mio figlio le mie conoscenze, ma specialmente le mie forze. Ci sono alti e bassi in questa patologia o come amo definirla condizione. Non ci si deve arrendere mai, questo è il consiglio che mi viene da dare a chi si approccia allo spettro autistico. Emanuele ha svolto in queste anni diverse discipline riabilitative come idroterapia, ippoterapia, musicoterapia e laboratori riabilitativi psicoattitudinali e motori. Ora si lavora sulle emozioni e su una relazione sempre più spontanea e rapida. E' un lavoro molto duro, ma le soddisfazioni non mancano".
Nel libro si racconta dell' importanza di Noemi, una luce di speranza. Al riguardo, la figura di Noemi quanto ha inciso a spronare Emanuele a reagire alla vita?
"Noemi è stata importante nella crescita evolutiva di Emanuele. Ancora oggi è una sua pietra miliare. Non nascondo anche le sue sofferenze e le condivisioni, quando i risultati tardavano ad arrivare. Ha vissuto con noi questa avventura, combattendo fianco a fianco con i suoi genitori. Sono estremamente felice che lei ci sia".
L' esercizio della lettura e l' ascolto della musica quanto ha inciso sulla sfera emotiva di Emanuele?
"Emanuele ha sempre amato la lettura. E' molto curioso. Leggere lo rilassa. Ora legge anche testi in inglese e francese. Ama molto le pronunce straniere. Un libro per lui è sempre un regalo gradito. La musica è stata fondamentale nella sua crescita. Sia attraverso la musicoterapia sino ad arrivare agli autori contemporanei, ama spaziare vari generi musicali, anche per questo motivo ha intrapreso lo studio del pianoforte con una metodologia le cui note sono abbinate ai colori anche nella posizione delle mani sulla tastiera".
Quanto è stata importante sua mamma per superare i momenti difficili che la vita ti ha riservato?
"Mia madre mi ha dato sempre coraggio per superare questo strano destino. I suoi principi morali li porto ancora con me. Ora che non c'è più, sento la sua mancanza, specie quando ci sono degli insuccessi di mio figlio, che purtroppo a volte non arrivano. Mi sentivo protetto, quella protezione che ora do ai miei figli sperando che colgano sempre la bellezza di questa vita".
Un consiglio da suggerire ai genitori che hanno figli speciali come Emanuele?
"Ai genitori che si trovano nella mia stessa condizione, posso dare solo un consiglio, buttate fuori la vostra disperazione, non nascondetevi e cercate di aiutare al meglio i vostri figli che vi amano e vogliono essere apprezzati anche dal prossimo. Un ragazzo autistico è felice quando il suo gruppo dei pari lo accoglie come il figlio prodigo. Provate a guardarlo in quel momento, i suoi occhi sorridono".
Un motivo per leggere "La forza dei fragili".
"Un motivo per leggere il mio libro ? Per far comprendere a chi non sa, come si vive con figlio diversamente abile, nel quotidiano, senza nascondere nulla. Come si diventa forti ed abili a fronteggiare le diverse situazioni. Si parla tanto di integrazione, questo è un libro in cui la condivisione è importante. Non siate spettatori di un dramma, ma protagonisti di una vita".