Coppia con disabile rischia lo sfratto. Assessore Balducci: «Stiamo facendo più di quello che potevamo fare»
Le Amministrazioni comunali succedute hanno cercato diverse soluzioni per la coppia
lunedì 13 novembre 2017
3.42
Rischiano di perdere la casa in cui attualmente risiedono, di finire per strada a causa di un'ordinanza di sfratto che sarà eseguita a fine novembre. A complicare il quadro già critico vi è una situazione di disabilità fisica riconosciuta e precarietà economica che non fornisce garanzie per l'affitto di un appartamento dignitoso.
Stiamo parlando della storia di una coppia di coniugi molfettesi che da qualche tempo rimbalza tra le vie cittadine e su alcuni giornali locali. Lei costretta a letto da una malattia degenerativa e quasi del tutto impossibilitata a muoversi, lui che per stare vicino alla moglie e accudirla ha perso tutto; attorno un contesto familiare che non può provvedere alle loro impellenti necessità. Una storia, c'è da dire, con parecchi risvolti e che sembra proiettata verso una fine, sorpassando i limiti dettati dalla burocrazia.
Come molte volte accade in questi casi si cerca un aiuto dalle istituzioni, del Comune. Anzi nel loro caso delle Amministrazioni Comunali che in questi anni si sono succedute. Già l'Amministrazione Natalicchio, infatti, aveva offerto alla coppia una casa facendosi carico delle spese di affitto per un intero anno e inserendo il marito nel programma dei cantieri di servizio. Una situazione che ben presto è stata rovesciata con la gestione commissariale che aveva deliberato affinché il contributo comunale per i fitti potesse andare dai due ai quattro mesi in particolare a famiglie con minori a carico. Nel frattempo la posizione di marito e moglie è aggravata dallo sfratto sempre più incombente poiché il proprietario richiede l'immobile, mentre sullo fondo in città si insedia l'Amministrazione Minervini che sin da subito interviene. È lo steso Assessore alla Socialità, Ottavio Balducci, a confermarci i vari passaggi di questa storia e a fare le dovute precisazioni: «Ci troviamo di fronte a una famiglia assistita cronicamente da noi che stiamo facendo più di quello che potevamo e dovevamo fare; pur non essendo di nostra competenza, l'Amministrazione è intervenuta sull'ufficiale giudiziario per avere le massime proroghe possibili e impegnandosi al pagamento di tutti gli affitti ulteriori all'anno e questo andando oltre la burocrazia e oltre la delibera commissariale».
L'attuale Amministrazione, e in primis l'Assessore Balducci, ha tentato varie strade possibili per garantire ai coniugi un tetto e una sistemazione: assecondando la volontà di non desiderare una sistemazione diversa da una casa, sono state interpellate le agenzie immobiliari e la curia proponendosi l'Amministrazione come garante per loro e facendosi "carico del massimo contributo possibile anche fino a un anno"; appello cui nessuno ha risposto tranne un privato che ha messo a disposizione della coppia un appartamento al secondo piano che il marito ha però rifiutato, firmando ufficiale rinuncia, a causa della mancanza di ascensore e delle scale scomode per la moglie disabile.
«Anche dopo questo rifiuto l'Amministrazione ha cercato un'altra soluzione – precisa Balducci – e attualmente avremmo individuato un appartamento posto a piano terra e totalmente ristrutturato e che forse una signora mette a disposizione per cui noi ci impegneremo a pagare il massimo del contributo possibile andando anche oltre le delibere e la burocrazia. È nostra intenzione continuare a seguire la coppia fino alla risoluzione così stiamo cercando di dare il possibile per chiunque abbia bisogno.»
Non è certo questo l'unico caso di difficoltà familiare che si innesta nel più ampio quadro di emergenza abitativa. Da una ricognizione, infatti, è stato appurato la mancanza di immobili comunali da affidare in tali casi, una situazione che in parte ci sta cercando di risolvere provvedendo agli sfratti per gli abusivi e l'attuazione dell'affido abitativo e l'individuazione di terreni per la costruzione di case popolari con l'Arca in una città che negli ultimi anni ha visto l'occupazione del suolo per l'edilizia privata.
Stiamo parlando della storia di una coppia di coniugi molfettesi che da qualche tempo rimbalza tra le vie cittadine e su alcuni giornali locali. Lei costretta a letto da una malattia degenerativa e quasi del tutto impossibilitata a muoversi, lui che per stare vicino alla moglie e accudirla ha perso tutto; attorno un contesto familiare che non può provvedere alle loro impellenti necessità. Una storia, c'è da dire, con parecchi risvolti e che sembra proiettata verso una fine, sorpassando i limiti dettati dalla burocrazia.
Come molte volte accade in questi casi si cerca un aiuto dalle istituzioni, del Comune. Anzi nel loro caso delle Amministrazioni Comunali che in questi anni si sono succedute. Già l'Amministrazione Natalicchio, infatti, aveva offerto alla coppia una casa facendosi carico delle spese di affitto per un intero anno e inserendo il marito nel programma dei cantieri di servizio. Una situazione che ben presto è stata rovesciata con la gestione commissariale che aveva deliberato affinché il contributo comunale per i fitti potesse andare dai due ai quattro mesi in particolare a famiglie con minori a carico. Nel frattempo la posizione di marito e moglie è aggravata dallo sfratto sempre più incombente poiché il proprietario richiede l'immobile, mentre sullo fondo in città si insedia l'Amministrazione Minervini che sin da subito interviene. È lo steso Assessore alla Socialità, Ottavio Balducci, a confermarci i vari passaggi di questa storia e a fare le dovute precisazioni: «Ci troviamo di fronte a una famiglia assistita cronicamente da noi che stiamo facendo più di quello che potevamo e dovevamo fare; pur non essendo di nostra competenza, l'Amministrazione è intervenuta sull'ufficiale giudiziario per avere le massime proroghe possibili e impegnandosi al pagamento di tutti gli affitti ulteriori all'anno e questo andando oltre la burocrazia e oltre la delibera commissariale».
L'attuale Amministrazione, e in primis l'Assessore Balducci, ha tentato varie strade possibili per garantire ai coniugi un tetto e una sistemazione: assecondando la volontà di non desiderare una sistemazione diversa da una casa, sono state interpellate le agenzie immobiliari e la curia proponendosi l'Amministrazione come garante per loro e facendosi "carico del massimo contributo possibile anche fino a un anno"; appello cui nessuno ha risposto tranne un privato che ha messo a disposizione della coppia un appartamento al secondo piano che il marito ha però rifiutato, firmando ufficiale rinuncia, a causa della mancanza di ascensore e delle scale scomode per la moglie disabile.
«Anche dopo questo rifiuto l'Amministrazione ha cercato un'altra soluzione – precisa Balducci – e attualmente avremmo individuato un appartamento posto a piano terra e totalmente ristrutturato e che forse una signora mette a disposizione per cui noi ci impegneremo a pagare il massimo del contributo possibile andando anche oltre le delibere e la burocrazia. È nostra intenzione continuare a seguire la coppia fino alla risoluzione così stiamo cercando di dare il possibile per chiunque abbia bisogno.»
Non è certo questo l'unico caso di difficoltà familiare che si innesta nel più ampio quadro di emergenza abitativa. Da una ricognizione, infatti, è stato appurato la mancanza di immobili comunali da affidare in tali casi, una situazione che in parte ci sta cercando di risolvere provvedendo agli sfratti per gli abusivi e l'attuazione dell'affido abitativo e l'individuazione di terreni per la costruzione di case popolari con l'Arca in una città che negli ultimi anni ha visto l'occupazione del suolo per l'edilizia privata.