Contrada "Manganelli", emergenza infinita. Chi è il responsabile?
Ostruito lo scarico del depuratore. Interi uliveti ricoperti dai reflui fognari
venerdì 29 luglio 2016
10.05
Un'immagine di morte e distruzione, di vera e propria emergenza silente per tutti tranne che per il Wwf e il Lac che lanciano l'allarme, per l'ennesima volta, su quanto sta accadendo in Contrada Manganelli: secondo quanto ricostruito sulle pagine de "La Gazzetta del Mezzogiorno", il canale scarico del depuratore è ostruito e intere distese di ulivi e campagna sono sommerse dai reflui fognari a pochi passi da quella che dovrebbe essere l'oasi naturale di "Torre Calderina".
Ma chi è il responsabile e chi dovrebbe intervenire per risolvere la soluzione?
Non è semplice. Le acque reflue provengono dal depuratore di Ruvo e Terlizzi. Ma lo sbocco del depuratore è ostruito da vegetazione ed erba incolta, sulla quale andava anzi tempo effettuato un intervento. Dei privati, dei proprietari? O dei Comuni?
«E' difficile venire a capo della responsabilità oggettiva. Aqp, in una nota, sostiene che non spetta all'azienda la pulizia del canale; il consorzio di bonifica Terre d'Apulia sostiene di non avere la manutenzione di nessun canale in territorio di Molfetta. La Regione continua a ricevere lettere dai legali, nominati dai proprietari deu fondi, interessati al risarcimento del danno subito. Della cosa è stata interessata l'agenzia idrica regionale che farà da spartiacque nella risoluzione della controversia», spiega Pasquale Salvemini, responsabile Wwf ma anche delegato regionale della Lac.
La questione, dunque, è super delicata. Secondo Salvemini «le acque reflue hanno coperto terreni per oltre 40 mila metri quadri e il rischio inquinamento delle falde acquifere è dietro l'angolo».
Ed è anche per questo che occorre trovare una soluzione, anche d'emergenza.
«Il Comune di Molfetta potrebbe, in emergenza, conferire l'incarico ad una azienda per l'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria. Le spese potrebbero poi essere ingiunte alla regione che è proprietaria del canale. Per quello che ci riguarda, come ho già avuto modo di dire, attueremo tutte le iniziative possibili per assicurare alla giustizia i responsabili di questo scempio», conclude Salvemini.
Ma chi è il responsabile e chi dovrebbe intervenire per risolvere la soluzione?
Non è semplice. Le acque reflue provengono dal depuratore di Ruvo e Terlizzi. Ma lo sbocco del depuratore è ostruito da vegetazione ed erba incolta, sulla quale andava anzi tempo effettuato un intervento. Dei privati, dei proprietari? O dei Comuni?
«E' difficile venire a capo della responsabilità oggettiva. Aqp, in una nota, sostiene che non spetta all'azienda la pulizia del canale; il consorzio di bonifica Terre d'Apulia sostiene di non avere la manutenzione di nessun canale in territorio di Molfetta. La Regione continua a ricevere lettere dai legali, nominati dai proprietari deu fondi, interessati al risarcimento del danno subito. Della cosa è stata interessata l'agenzia idrica regionale che farà da spartiacque nella risoluzione della controversia», spiega Pasquale Salvemini, responsabile Wwf ma anche delegato regionale della Lac.
La questione, dunque, è super delicata. Secondo Salvemini «le acque reflue hanno coperto terreni per oltre 40 mila metri quadri e il rischio inquinamento delle falde acquifere è dietro l'angolo».
Ed è anche per questo che occorre trovare una soluzione, anche d'emergenza.
«Il Comune di Molfetta potrebbe, in emergenza, conferire l'incarico ad una azienda per l'affidamento dei lavori di manutenzione straordinaria. Le spese potrebbero poi essere ingiunte alla regione che è proprietaria del canale. Per quello che ci riguarda, come ho già avuto modo di dire, attueremo tutte le iniziative possibili per assicurare alla giustizia i responsabili di questo scempio», conclude Salvemini.