Consiglio comunale tra urla da stadio e reciproche accuse

Passano i provvedimenti ma lo spettacolo è triste

giovedì 30 aprile 2015 8.42
A cura di Andrea Teofrasto
Consiglio Comunale, caos in Aula. Cori e urla da stadio, la discussione paralizzata per qualche minuto.
La platea è impietrita. L'opposizione appena il sindaco Natalicchio dice "sono stufa, questa opposizione è squadrista" comincia a cantare in coro un ritornello: "Non si può, non si può. Si Vergogni. Vergogna!".

Poi finalmente si comincia. Ma la tensione è alta, altissima. Tra formalismi e punti da sbobbinare branditi come armi politiche, l'Aula non riesce a decidere come discutere in tutta calma.
Più volte il consigliere Caputo si scalda, mormora. Ma Il presidente Piergiovanni rimane impassibile: "Andiamo avanti con i lavori". Nella guerriglia, riconquista posizioni Camporeale che dopo l'accusa di Piergiovanni ("servo") torna a farsi sentire: "io servo? Io sarei un servo? Vergogna".
Il sindaco è esausto: "Sono stanca. È il terzo consiglio consecutivo in cui non riesco a terminare l'intervento".

Nella bolgia, tra urla e schiamazzi, un rauco Caputo, dopo aver fatto per una decina di volte avanti e indietro tra il suo posto a microfono acceso sussurra: "vergogna! Lei non è il sindaco di questa città". Stop. Il resto non si riesce a sentire tanto si urla. Una classica protesta tra i banchi di palazzo Città.

La Giunta, seduta tra i banchi del governo locale, non crede ai suoi occhi. Qualcuno in platea è quasi costretto a mettere gli occhiali ma poi capisce che quello a cui sta assistendo è tutto vero. E non solo. Rischia di non credere perfino alle sue orecchie quando le urla diventano cori da stadio.
Brutta storia. Brutta pagina.
Alla fine passano i punti relativi ai lavori di urgenza a Palazzo Tattoli, al muro di confine della sede municipale prospiciente Via Carnicella, all'istituto comprensivo Battisti-Pascoli, per eliminare le copiose infiltrazioni di acque meteoriche dovute al degrado del manto di copertura lastrico solare.
E passano pure l'adesione del Comune di Molfetta al "Patto dei sindaci", provvedimento che impegna Molfetta, insieme con altri 6mila comuni europei, a ridurre le emissioni del 20% entro il 2020, il patto di gemellaggio con il Comune di Alessano.