Colpi di pistola contro il portone di casa di "Mamò": arrestati un 48enne e un 49enne
Entrambi pregiudicati di San Giorgio a Cremano, sono stati fermati dai Carabinieri. Si indaga sul movente
mercoledì 7 agosto 2019
10.02
Sarebbero maturati nel contesto di un regolamento di conti in ambienti criminali i due attentati intimidatori compiuti il 19 ed il 28 febbraio scorsi a Molfetta, quando furono esplosi complessivamente 12 colpi di pistola contro il portone di un condominio in cui abita il 41enne Massimiliano De Bari, conosciuto negli ambienti criminali con il soprannome di "Mamò".
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, infatti, diretti dal capitano Vito Ingrosso, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trani, hanno portato a termine un'articolata attività investigativa che ha consentito di fare piena luce sui due episodi criminosi che, nei mesi scorsi, hanno destato particolare allarme per la sicurezza pubblica cittadina.
I militari molfettesi hanno eseguito due misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Rossella Volpe, su richiesta del sostituto procuratore Marcello Catalano, della Procura della Repubblica di Trani, che hanno portato - nella notte fra venerdì e sabato scorsi - all'arresto di due pericolosi pregiudicati campani, il 49enne Francesco Esposito e il 48enne Mariano Capparella, autori di reiterate minacce aggravate dall'uso delle armi, in danno del 41enne pregiudicato molfettese Massimiliano De Bari.
L'indagine, condotta dalla Sezione del Nucleo Operativo dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, trae origine dal danneggiamento del portone d'ingresso di una palazzina di via Madre Teresa di Calcutta, avvenuta il 19 febbraio scorso, quando una scarica di almeno 3 proiettili provocò dei fori sulla vetrata della porta d'accesso. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio, una scena analoga: 9 colpi di pistola sparati da breve distanza, sempre sulla stessa vetrata.
«Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, nel primo episodio, avvenuto alle ore 14.00 circa - ricostruiscono i Carabinieri in una nota - ripresero due individui, travisati, che giunti a bordo di un motociclo, raggiunsero il civico n. 9 di via Madre Teresa di Calcutta, all'estrema periferia di Ponente, dove esplosero 3 colpi di pistola. Nel secondo episodio, avvenuto il 28 febbraio successivo, alle ore 03.30, gli autori del reato, stavolta, giunsero sul posto dell'agguato con un'utilitaria, il cui passeggero, dopo essere sceso dall'auto, esplose almeno 9 colpi di pistola verso la vetrata, danneggiandola».
Ai Carabinieri, però, non c'è voluto molto ad individuare l'obiettivo delle azioni criminose, ovvero un pregiudicato di Molfetta, il 41enne Massimiliano De Bari, già condannato per gravissimi reati (balzò agli onori della cronaca il 22 luglio 1997, quando uccise Egidio Antinucci, del clan opposto, il quale lo aveva offeso schiaffeggiandolo, ndr), che risiede nella suddetta palazzina. Uno studio accurato delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza dell'intera città ha poi consentito di individuare, il 28 febbraio, l'utilitaria utilizzata dai malfattori mentre entrava a Molfetta seguita, da un'altra vettura di piccola cilindrata.
Le targhe erano quelle originarie, non oggetto di furto e risultavano intestate a due società di noleggio di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Le immagini riprese nelle immediate vicinanze del portone danneggiato dai colpi di arma da fuoco hanno fornito, inoltre, un particolare importante: «L'utilitaria al momento dell'attentato - spiegano ancora i Carabinieri - aveva le targhe differenti da quelle captate dalle telecamere cittadine al suo ingresso in città. Targhe che sono risultate rubate qualche giorno prima a Cercola, un paese a pochi chilometri da Napoli».
Sono state, pertanto, acquisite anche le immagini del luogo ove era stato effettuato il furto delle targhe, mentre a Molfetta dalle immagini di videosorveglianza di un parcheggio di un condominio, sono state riprese le fasi in cui i due malviventi, successivamente identificati nel 49enne Francesco Esposito e nel 48enne Mariano Capparella, avevano effettuato lo scambio delle targhe.
La conseguente attività d'indagine ha consentito poi di accertare che uno degli arrestati, il 48enne Mariano Capparella, pregiudicato di San Giorgio a Cremano, vicino ad un efferato gruppo criminale, aveva preso a noleggio l'utilitaria utilizzata per l'agguato. Dall'attività investigativa compiuta con perquisizioni ed analisi dei tabulati di diverse utenze telefoniche, è stata riscontrata la presenza sul luogo del reato anche del complice, Francesco Esposito, 49enne di San Giorgio a Cremano, legato al medesimo gruppo criminale di Mariano Capparella.
Il movente del duplice gesto, però, non è ancora emerso, «tuttavia - riferiscono fonti investigative - si ritiene verosimilmente legato alla gestione di qualche attività illecita. Uno degli arrestati, campani, ha, infatti, avuto un periodo di codentenzione con il pregiudicato molfettese, occasione in cui potrebbero essersi conosciuti».
I due arrestati, catturati a San Giorgio a Cremano con l'ausilio dei militari della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco, sono stati associati presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale, con l'accusa di minaccia aggravata, con l'uso delle armi, e ricettazione aggravata, mentre sono ancora in corso le indagini per identificare un terzo uomo, che era alla guida di una delle due auto.
I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, infatti, diretti dal capitano Vito Ingrosso, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trani, hanno portato a termine un'articolata attività investigativa che ha consentito di fare piena luce sui due episodi criminosi che, nei mesi scorsi, hanno destato particolare allarme per la sicurezza pubblica cittadina.
I militari molfettesi hanno eseguito due misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Rossella Volpe, su richiesta del sostituto procuratore Marcello Catalano, della Procura della Repubblica di Trani, che hanno portato - nella notte fra venerdì e sabato scorsi - all'arresto di due pericolosi pregiudicati campani, il 49enne Francesco Esposito e il 48enne Mariano Capparella, autori di reiterate minacce aggravate dall'uso delle armi, in danno del 41enne pregiudicato molfettese Massimiliano De Bari.
L'indagine, condotta dalla Sezione del Nucleo Operativo dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, trae origine dal danneggiamento del portone d'ingresso di una palazzina di via Madre Teresa di Calcutta, avvenuta il 19 febbraio scorso, quando una scarica di almeno 3 proiettili provocò dei fori sulla vetrata della porta d'accesso. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio, una scena analoga: 9 colpi di pistola sparati da breve distanza, sempre sulla stessa vetrata.
«Le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, nel primo episodio, avvenuto alle ore 14.00 circa - ricostruiscono i Carabinieri in una nota - ripresero due individui, travisati, che giunti a bordo di un motociclo, raggiunsero il civico n. 9 di via Madre Teresa di Calcutta, all'estrema periferia di Ponente, dove esplosero 3 colpi di pistola. Nel secondo episodio, avvenuto il 28 febbraio successivo, alle ore 03.30, gli autori del reato, stavolta, giunsero sul posto dell'agguato con un'utilitaria, il cui passeggero, dopo essere sceso dall'auto, esplose almeno 9 colpi di pistola verso la vetrata, danneggiandola».
Ai Carabinieri, però, non c'è voluto molto ad individuare l'obiettivo delle azioni criminose, ovvero un pregiudicato di Molfetta, il 41enne Massimiliano De Bari, già condannato per gravissimi reati (balzò agli onori della cronaca il 22 luglio 1997, quando uccise Egidio Antinucci, del clan opposto, il quale lo aveva offeso schiaffeggiandolo, ndr), che risiede nella suddetta palazzina. Uno studio accurato delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza dell'intera città ha poi consentito di individuare, il 28 febbraio, l'utilitaria utilizzata dai malfattori mentre entrava a Molfetta seguita, da un'altra vettura di piccola cilindrata.
Le targhe erano quelle originarie, non oggetto di furto e risultavano intestate a due società di noleggio di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Le immagini riprese nelle immediate vicinanze del portone danneggiato dai colpi di arma da fuoco hanno fornito, inoltre, un particolare importante: «L'utilitaria al momento dell'attentato - spiegano ancora i Carabinieri - aveva le targhe differenti da quelle captate dalle telecamere cittadine al suo ingresso in città. Targhe che sono risultate rubate qualche giorno prima a Cercola, un paese a pochi chilometri da Napoli».
Sono state, pertanto, acquisite anche le immagini del luogo ove era stato effettuato il furto delle targhe, mentre a Molfetta dalle immagini di videosorveglianza di un parcheggio di un condominio, sono state riprese le fasi in cui i due malviventi, successivamente identificati nel 49enne Francesco Esposito e nel 48enne Mariano Capparella, avevano effettuato lo scambio delle targhe.
La conseguente attività d'indagine ha consentito poi di accertare che uno degli arrestati, il 48enne Mariano Capparella, pregiudicato di San Giorgio a Cremano, vicino ad un efferato gruppo criminale, aveva preso a noleggio l'utilitaria utilizzata per l'agguato. Dall'attività investigativa compiuta con perquisizioni ed analisi dei tabulati di diverse utenze telefoniche, è stata riscontrata la presenza sul luogo del reato anche del complice, Francesco Esposito, 49enne di San Giorgio a Cremano, legato al medesimo gruppo criminale di Mariano Capparella.
Il movente del duplice gesto, però, non è ancora emerso, «tuttavia - riferiscono fonti investigative - si ritiene verosimilmente legato alla gestione di qualche attività illecita. Uno degli arrestati, campani, ha, infatti, avuto un periodo di codentenzione con il pregiudicato molfettese, occasione in cui potrebbero essersi conosciuti».
I due arrestati, catturati a San Giorgio a Cremano con l'ausilio dei militari della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco, sono stati associati presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale, con l'accusa di minaccia aggravata, con l'uso delle armi, e ricettazione aggravata, mentre sono ancora in corso le indagini per identificare un terzo uomo, che era alla guida di una delle due auto.