"Cinque misteri": tutte le emozioni della processione del Venerdì Santo
Concluso il rito: tanta tradizione tra devozione e qualche polemica.
venerdì 25 marzo 2016
14.32
La porticina della Chiesa di Santo Stefano si è da poco chiusa, lasciando nell'aria soleggiata ma un pò fredda del Borgo ancora l'atmosfera delle note delle marce funebri e della magia di un rito che si è appena concluso, uguale a sè stesso da sempre ma in grado,da sempre, di emozionare. Anche chi devoto non è.
I confratelli hanno riempito l'area antistante la chiesetta con i loro camici e le loro mantelline colorate mentre i molfettesi sostavano, alcuni anche dalle 11, in Piazza Mazzini e sulla muraglia del centro storico.
Silenzio.
La statua di Gesù Morto, portata a spalla dall'Arciconfraternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso è appena tornata in Chiesa mentre gli altri simulacri iniziano a muoversi per fare lo stesso.
Passa poco tempo ed ecco rientrare tutti, che viene da chiedersi ogni anno come facciano a stare così tante persone in un posto così piccolo.
La processione è partita alle 3.30 della notte: come sempre, migliaia la gente appostata per non perdersi uno spettacolo unico. Poi via via che il sole si alzava, strade sempre più vuote fino alla prima mattinata. In molti, tra la folla e tra gli stessi confratelli, hanno alzato la questione se non sia meglio posticipare alle ore del pomeriggio e della sera il rito, proprio per consentire a tutti di partecipare. Certo è che l'unicità di questa processione è proprio l'inizio nel buio, interrotto dalla candele del fiume di confratelli e dall'alba che, delicata, bacia le statue subito dopo il secondo passaggio sotto l'arco di Molfetta Vecchia.
Insomma, in fondo si tratta di dicerie che ogni anno tornano: resta, tuttavia, la bellezza di un patrimonio artistico e culturale da difendere.
Le foto sono state scattate da Paola Copertino e Cosimo Grieco.
I confratelli hanno riempito l'area antistante la chiesetta con i loro camici e le loro mantelline colorate mentre i molfettesi sostavano, alcuni anche dalle 11, in Piazza Mazzini e sulla muraglia del centro storico.
Silenzio.
La statua di Gesù Morto, portata a spalla dall'Arciconfraternita di Santo Stefano dal Sacco Rosso è appena tornata in Chiesa mentre gli altri simulacri iniziano a muoversi per fare lo stesso.
Passa poco tempo ed ecco rientrare tutti, che viene da chiedersi ogni anno come facciano a stare così tante persone in un posto così piccolo.
La processione è partita alle 3.30 della notte: come sempre, migliaia la gente appostata per non perdersi uno spettacolo unico. Poi via via che il sole si alzava, strade sempre più vuote fino alla prima mattinata. In molti, tra la folla e tra gli stessi confratelli, hanno alzato la questione se non sia meglio posticipare alle ore del pomeriggio e della sera il rito, proprio per consentire a tutti di partecipare. Certo è che l'unicità di questa processione è proprio l'inizio nel buio, interrotto dalla candele del fiume di confratelli e dall'alba che, delicata, bacia le statue subito dopo il secondo passaggio sotto l'arco di Molfetta Vecchia.
Insomma, in fondo si tratta di dicerie che ogni anno tornano: resta, tuttavia, la bellezza di un patrimonio artistico e culturale da difendere.
Le foto sono state scattate da Paola Copertino e Cosimo Grieco.