Cgil, Cisl e Uil: dalle #opportunitàmancate alla costruzione di una strategia di sviluppo

Dalla due giorni nascerà un documento da inviare in Regione e alla Città Metropolitana

domenica 1 dicembre 2019
Cgil, Csil e Uil territoriali e provinciali di nuovo insieme, uniti, per guardare al futuro, per guardare alle prospettive di sviluppo attuali e future del nostro territorio.

L'idea dei due giorni di convegno, che si sono svolti venerdì e sabato presso la sala conferenze dell'Istituto Alberghiero di Molfetta, nasce dalla necessità di tornare a parlare di sviluppo del territorio, sia dal punto di vista economico che sociale, gettando le basi per il futuro.

Emblematico il titolo dell'incontro: "Dalle #occasionimancate alla costruzione di una strategia di sviluppo del territorio", è chiaro l'intento dei sindacati di tornare a fare squadra, o meglio rete. Infatti, all'evento hanno partecipato non solo i segretari provinciali delle organizzazioni sindacali, ma anche gli amministratori locali, provinciali e regionali, oltre che associazioni di categoria, coinvolgendo anche chi per primo ha creduto nei nostri territori ed ha investito il proprio capitale: gli imprenditori.

Non un incontro fine a se stesso, ma vedrà la redazione di un documento che sarà inviato alla Regione Puglia e alla città Metropolitana di Bari per individuare nuove strategie di sviluppo.

I sindacati dal canto loro fanno presente che «occorre una nuova concezione per far fronte alle sfide future, per questo si sta facendo fronte comune per rimediare alle occasioni mancate. Non si possono utilizzare gli strumenti che avevamo ma dobbiamo adeguarli ai tempi. Il cambiamento bisogna governarlo o ci si fa travolgere impotenti».

A Domenico Favuzzi, amministratore delegato di Exprivia, a Giulio Saitti, direttore generale di Network Conctats ed a Maddalena Pisani, presidente dell'Associazione imprenditori Molfetta è stato affidato il compito di relazionare su "La sfida della competitività sui mercati: la necessità di una prospettiva di lungo termine".

I tre imprenditori non hanno dubbi che la sfida sia ardua, che le criticità siano tante, ma non per questo non bisogna impegnarsi a tutti i livelli perché si possa far crescere questo territorio.

Molfetta ha sempre avuto una vocazione imprenditoriale significativa, quello che va recuperato secondo l'amministratore delegato di Exprivia, Favuzzi, «è la fiducia, si deve ripartire da questo per recuperare l'ottimismo dei giovani, oltre che le radici culturali».

Nel corso dell'incontro guardando alle future prospettive di sviluppo spesso ritorna l'argomento intelligenza artificiale, per i relatori «queste nuove metodologie di lavoro faranno sì perdere molti posti di lavoro, ma ne creeranno altrettanti altamente specializzati».

«L'innovazione è necessaria, ci sono alcuni fenomeni che non possono essere fermati», ha puntualizzato Giulio Saitti, direttore generale di Network Conctats, che ha aggiunto: «l'innovazione non può essere solo tecnologica, ma soprattutto culturale. Infatti, c'è un grande decadimento culturale, che parte dalla politica, che non è più una politica lungimirante, sino ad arrivare alla scuola».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Maddalena Pisani, presidente dell'Associazione imprenditori Molfetta, che sottolinea come «il grande scollamento che c'è fra il mondo della scuola e il mondo del lavoro. Mancano nelle nostre aziende di meccanica, tornitori e saldatori. Occorre grande competenza di mani e di menti». Aggiunge anche che «i veri nemici degli imprenditori sono lo Stato, le tasse e la burocrazia».

Il presidente Pisani ricorda anche l'accordo di paternariato siglato a settembre scorso con una regione di Shanghai.

La Zes è per gli imprenditori un importante volano della nostra zona industriale, come lo sono le infrastrutture digitali.

Al presidente del consiglio regionale, Mario Loizzo, il compito di fare sintesi e di evidenziare gli impegni regionali in tal senso. Non ha dubbi «occorre ricostruire uno Stato centrale forte, ritornare a parlare di politica industriale e creare a livello regionale un osservatorio per il fabbisogno occupazionale».