Centro Antiviolenza, Natalicchio replica a Rifondazione
Per il partito di Zanna «è impensabile che questa struttura venga affidata al ribasso dell'offerta economica»
venerdì 15 aprile 2016
L'accordo tra la Regione Puglia e il Comune di Molfetta per avviare i lavori di realizzazione del Centro Antiviolenza che diventerà sul territorio un punto di riferimento per tutte le donne che subiscono angherie fisiche e psicologiche è stato siglato nella mattinata di lunedì, ma ha già scatenato alcuni commenti.
La polemica, stavolta, corre su www.rifondazionemolfetta.info: il partito del segretario cittadino Beppe Zanna se da un lato «saluta positivamente la notizia che Molfetta si doterà di un Centro Antiviolenza, struttura socio assistenziale a ciclo diurno per vittime di abuso e violenza su progetto realizzato dall'Amministrazione comunale, un obiettivo del programma che viene raggiunto con finanziamento della Regione Puglia di 600.000 euro» dall'altro pone una serie di dubbi rispetto all'affidamento del servizio.
Secondo il partito politico italiano di sinistra radicale «è impensabile che questa struttura venga affidata al ribasso dell'offerta economica o peggio ancora tramite affidamento senza gara. È fondamentale garantire il massimo della qualità nel servizio di supporto, accoglienza e assistenza alle persone, alle famiglie e soprattutto alle donne vittime di violenza per non disperdere il risultato finora acquisito».
Una serie di «illazioni, dubbi, insinuazioni» che il sindaco Paola Natalicchio, però, non ha accolto di buon grado. Altro giro, altra corsa. Stavolta su Facebook, sul profilo personale del primo cittadino molfettese, ma la risposta, stavolta, è stizzita: «Questa Amministrazione ha pensato per la prima volta, dopo tanti anni, azioni di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne. Lavoriamo a 360 gradi dal primo minuto. Abbiamo attivato in collaborazione all'associazione Pandora uno sportello aperto all'accoglienza delle donne in città.
Abbiamo avviato con la Consulta Femminile e la Asl - prosegue - l'attivazione del Binario Rosa presso il nostro Pronto Soccorso, progetto ormai in dirittura d'arrivo. Abbiamo chiesto e ottenuto fondi (quasi 30 mila euro) per attività di prevenzione nelle scuole e nella città diffusa. Abbiamo, soprattutto, progettato e candidato a bando un Centro Diurno, a piazza Rosa Luxemburg. E abbiamo vinto 600 mila euro e in 24 mesi realizzeremo un nuovo servizio sociale in città.
Almeno su questo vorrei sentire il supporto delle forze politiche, vorrei sentire un'onda di attivazione collettiva e coinvolgimento in una sfida che riguarda il benessere e la tutela della popolazione femminile cittadina, l'avvio di politiche di contrasto su abusi e violenze o su fenomeni come lo stalking che avviliscono la vita di molte donne e preludono talvolta ad atti criminali. Invece leggo un comunicato stampa di "raccomandazioni" francamente incomprensibili.
Si chiede un'ovvietà, già peraltro prevista dalla legge. E cioè che la gestione del futuro CAV (fine lavori prevista: 2018) sia assegnata attraverso un bando pubblico. Una cosa scontata, visto che prevista dalle linee di indirizzo della rete nazionale antiviolenza dire, peraltro con criteri stringenti. Una cosa su cui abbiamo sempre detto parole chiare. Qual è l'insinuazione che sta dietro questa raccomandazione? Non capisco davvero.
Il Settore Welfare vive mesi frenetici in cui stiamo mandando a gara tutti i servizi, con una attività intensa e preziosa. A gara l'assistenza specialistica disabili, l'ADI, il SAD (servizi assistenza anziani). A gara il centro disabili. A gara il centro famiglie. A gara il centro minori di Molfetta Vecchia. Abbiamo ereditato anni incredibili, su cui non mi soffermo più, e stiamo riportando a legalità ed efficienza ogni cosa: i bilanci comunali, l'urbanistica, i lavori pubblici, i contratti e gli appalti e le politiche sociali.
Non posso ricevere lezioni da nessun pulpito su questo. E men che mai su un settore, quello del contrasto alle diseguaglianze di genere e all'antiviolenza femminile, che in questa città fino a tre anni fa semplicemente non esisteva. Al posto di fare lezioni, non richieste di buona amministrazione, - conclude la Natalicchio - mi aspetterei proposte, progettualità, idee, passione, rigore e convinzione nel lancio di un percorso decisivo per la piena fioritura di un Welfare cittadino moderno ed efficiente».
La polemica, stavolta, corre su www.rifondazionemolfetta.info: il partito del segretario cittadino Beppe Zanna se da un lato «saluta positivamente la notizia che Molfetta si doterà di un Centro Antiviolenza, struttura socio assistenziale a ciclo diurno per vittime di abuso e violenza su progetto realizzato dall'Amministrazione comunale, un obiettivo del programma che viene raggiunto con finanziamento della Regione Puglia di 600.000 euro» dall'altro pone una serie di dubbi rispetto all'affidamento del servizio.
Secondo il partito politico italiano di sinistra radicale «è impensabile che questa struttura venga affidata al ribasso dell'offerta economica o peggio ancora tramite affidamento senza gara. È fondamentale garantire il massimo della qualità nel servizio di supporto, accoglienza e assistenza alle persone, alle famiglie e soprattutto alle donne vittime di violenza per non disperdere il risultato finora acquisito».
Una serie di «illazioni, dubbi, insinuazioni» che il sindaco Paola Natalicchio, però, non ha accolto di buon grado. Altro giro, altra corsa. Stavolta su Facebook, sul profilo personale del primo cittadino molfettese, ma la risposta, stavolta, è stizzita: «Questa Amministrazione ha pensato per la prima volta, dopo tanti anni, azioni di contrasto al fenomeno della violenza sulle donne. Lavoriamo a 360 gradi dal primo minuto. Abbiamo attivato in collaborazione all'associazione Pandora uno sportello aperto all'accoglienza delle donne in città.
Abbiamo avviato con la Consulta Femminile e la Asl - prosegue - l'attivazione del Binario Rosa presso il nostro Pronto Soccorso, progetto ormai in dirittura d'arrivo. Abbiamo chiesto e ottenuto fondi (quasi 30 mila euro) per attività di prevenzione nelle scuole e nella città diffusa. Abbiamo, soprattutto, progettato e candidato a bando un Centro Diurno, a piazza Rosa Luxemburg. E abbiamo vinto 600 mila euro e in 24 mesi realizzeremo un nuovo servizio sociale in città.
Almeno su questo vorrei sentire il supporto delle forze politiche, vorrei sentire un'onda di attivazione collettiva e coinvolgimento in una sfida che riguarda il benessere e la tutela della popolazione femminile cittadina, l'avvio di politiche di contrasto su abusi e violenze o su fenomeni come lo stalking che avviliscono la vita di molte donne e preludono talvolta ad atti criminali. Invece leggo un comunicato stampa di "raccomandazioni" francamente incomprensibili.
Si chiede un'ovvietà, già peraltro prevista dalla legge. E cioè che la gestione del futuro CAV (fine lavori prevista: 2018) sia assegnata attraverso un bando pubblico. Una cosa scontata, visto che prevista dalle linee di indirizzo della rete nazionale antiviolenza dire, peraltro con criteri stringenti. Una cosa su cui abbiamo sempre detto parole chiare. Qual è l'insinuazione che sta dietro questa raccomandazione? Non capisco davvero.
Il Settore Welfare vive mesi frenetici in cui stiamo mandando a gara tutti i servizi, con una attività intensa e preziosa. A gara l'assistenza specialistica disabili, l'ADI, il SAD (servizi assistenza anziani). A gara il centro disabili. A gara il centro famiglie. A gara il centro minori di Molfetta Vecchia. Abbiamo ereditato anni incredibili, su cui non mi soffermo più, e stiamo riportando a legalità ed efficienza ogni cosa: i bilanci comunali, l'urbanistica, i lavori pubblici, i contratti e gli appalti e le politiche sociali.
Non posso ricevere lezioni da nessun pulpito su questo. E men che mai su un settore, quello del contrasto alle diseguaglianze di genere e all'antiviolenza femminile, che in questa città fino a tre anni fa semplicemente non esisteva. Al posto di fare lezioni, non richieste di buona amministrazione, - conclude la Natalicchio - mi aspetterei proposte, progettualità, idee, passione, rigore e convinzione nel lancio di un percorso decisivo per la piena fioritura di un Welfare cittadino moderno ed efficiente».