Cento anni di calcio a Molfetta. Ne ha discusso il Panathlon Club
Interessante conferenza nella Fabbrica di San Domenico
lunedì 16 ottobre 2017
12.37
A distanza di un mese esatto dalla chiusura nella Sala dei Templari della bella Mostra "Una città nel pallone" curata dai fratelli Gianni e Franco Pansini, sì é svolta nella Sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico la conferenza "100 ANNI DI CALCIO A MOLFETTA: BILANCI E PROSPETTIVE".
A prendere l'iniziativa per ricordare l'evento storico, ma anche per ricercare una base comune di ripartenza per le società di calcio locale, è stato il Panathlon Club Molfetta nella sua incessante attività promozionale culturale e sportiva.
L'evento, ideato ed organizzato dall'associazione molfettese prendendo spunto dalla ricorrenza del centenario e sulla base anche dei forti legami del movimento panathletico locale con il mondo del calcio, è stato inserito nell'ambito delle iniziative per la Settimana Europea dello Sport – EwoS 2017, volta a promuovere la partecipazione sportiva e l'attività fisica nei Paesi membri dell'Unione Europea,,e per il Quarantennale della Fondazione.
Infatti il Panathlon, fondato il 26 dicembre 1976 nella storica sede della Sezione AIA – FIGC in Corso Dante n. 35, ha avuto ed ha tuttora numerosi dirigenti, allenatori, arbitri, calciatori: quindi aveva tutte le carte in regola per organizzare al meglio l'evento, dando anche risalto proprio alla Sezione AIA – FIGC Paolo Poli costituita a Molfetta nel lontano 1934.
Ed eccezionale è stato il parterre dei relatori che ha aderito al progetto del Panathlon: a partire dal Dott. Angelo Giliberto (Presidente Regionale CONI Puglia), per proseguire con il Dott. Vito Roberto Tisci (Presidente Regionale FIGC – LND e Presidente Nazionale Settore Giovanile e Scolastico FIGC), con il Dott. Antonio de Leo (Presidente AIA FIGC Sezione Paolo Poli Molfetta),con il Sig. Franco Pansini (Curatore Mostra storica "Una città nel pallone" e già Direttore Generale Molfetta Sportiva),e con l'Ins. Nicolò de Robertis (Past President Panathlon Club Molfetta e già Segretario Molfetta Sportiva).
Come testimonial erano presenti i soci del Club che hanno svolto o svolgono attività calcistica: Rag. Sergio Gervasio (già centravanti Molfetta Sportiva), Sig., Prof. Giambattista Porta (già trequartista US Bisceglie Calcio), Dott. Angelantonio de Palma (arbitro benemerito AIA FIGC), Rag. Antonio Iovino (arbitro benemerito AIA FIGC), Prof. Giovanni Paparella (arbitro AIA FIGC), Dott. Saverio Bufi (dirigente ASD Molfetta Calcio), mentre suo malgrado ha dovuto dare forfait il socio Michele Salvemini (già portiere Molfetta Sportiva), colpito da un malore qualche giorno prima.
A rappresentare l'Amministrazione Comunale è intervenuto l'Avv. Mariano Caputo, Assessore ai Lavori Pubblici, mentre il Panathlon International era rappresentato dall'Avv. Oronzo Amato, Consigliere Mondiale.
Davvero pochi i rappresentanti accreditati delle società sportive, ed in particolare di quelle calcistiche: segno evidente che a molte interessa solo coltivare il proprio orticello e solo l'aspetto agonistico dell'attività sportiva! Riconosciuti tra i presidenti presenti il Rag. Gigino de Lillo, storico Presidente dell'Olimpia Club (atletica leggera), l'Avv. Nicola Spadavecchia (Virtus Molfetta), Leonardo Roselli (CESG).
Presente invece il Cav. Nicola Campo, attualmente Presidente della Pro Loco di Molfetta, ma con un passato di Assessore Comunale allo Sport oltre che di dirigente sportivo multidisciplinare tra cui la Segreteria della Molfetta Sportiva di calcio negli anni sessanta. Presenti anche diversi rappresentanti delle testate giornalistiche locali.
La serata, iniziata con l'esecuzione dell'inno olimpico, dell'inno europeo e dell'inno nazionale, è proseguita con i saluti di rito e con il ricordo personale del Presidente Fondatore ed Onorario Dott. Antonio Giancaspro, Stella d'Oro CONI al Merito Sportivo, tracciato dal Presidente del Panathlon Dott. Domenico Valente.
Poi l'inizio della conferenza con Franco Pansini che, dapprima ha illustrato come è nata con il fratello Gianni Pansini l'idea di organizzare la Mostra sui 100 anni di calcio a Molfetta, preceduta dalla pubblicazione del libro "Olio, petrolio, benzina e minerale…." sul periodo d'oro della Molfetta Sportiva degli anni 40/50 e dalla pubblicazione nel 2016 del Calendario "Verso il Centenario".
"La Mostra, realizzata con il patrocinio dell'Associazione Molfettesi nel Mondo e del Comune di Molfetta, ha richiesto un grosso lavoro durato quasi tre anni, con la raccolta di circa 500 foto, con ricerche presso archivi e con molteplici contatti telefonici per documentare un'intero secolo di storia.
La Mostra è stata articolata in tre fasi: a partire dal calcio pionieristico della FULGOR (1917-1930; il primo campionato ufficiale è del 1927 in 3^ Categoria, l'anno 1929 diventa Unione Sportiva Molfetta e i colori Biancorosso), per passare ai fantastici anni d'oro della Molfetta Sportiva (1949-1957) e per finire con il racconto fotografico degli ultimi quarant'anni del calcio a Molfetta con tantissimi atleti molfettesi in campo sino agli anni della presidenza Fiore/Di Gioia/Belgiovine (Campionati di promozione, Interregionale e serie C2). Oltre a non aver dimenticato il settore giovanile, abbiamo dato risalto anche agli arbitri della Sezione AIA – FIGC di Molfetta che hanno contribuito a tenere sempre alto il nome della nostra città in campo calcistico. La nostra soddisfazione? La presenza di migliaia di persone, accorse per visitare quella che è stata definita un'opera d'arte. Oltre che da turisti, squadre, appassionati di calcio, giocatori ed ex calciatori, vecchie glorie che si sono visti immortalati anche nelle numerosissime fotografie presenti, l'esposizione è stata apprezzata anche dai non sportivi perché ha raccontato un pezzo di storia della nostra città, in maniera documentata e dettagliata.
Sono stati dieci giorni intensi di ricordi e guardare specialmente le nuove generazioni incredule e stupite dalle foto che raccontavano le gesta della nostra "Molfetta Sportiva", è stata una sensazione meravigliosa, tanto da aver chiesto a Gianni se avevamo colpito nel segno perchè qualcuno rivedendo chi il proprio nonno, chi il proprio papà, chi il proprio marito è uscito commosso, abbracciandomi". Inevitabile qualche nostra dimenticanza nel non aver menzionato o ricordato altri protagonisti. Ci rimettiamo alla loro amichevole indulgenza".
In conclusione, Franco Pansini, ha illustrato con una carrellata di immagini i momenti più rappresentativi del dvd "Momenti di gloria in Biancorossso" realizzato in collaborazione con il fratello Gianni.
A seguire, l'intervento dell'Assessore ai Lavori Pubblici Avv. Mariano Caputo, in rappresentanza del Sindaco con delega anche allo Sport Tommaso Minervini. "Ci tenevamo ad essere presenti a questo evento che vuole presentare la storia del calcio molfettese. Ho visitato anch'io la Mostra che ha lasciato un capolavoro alla città. Lo sport è vita, è passione, è inclusione, è amicizia. L'Amministrazione è molto vicina al Panathlon ed intende prestare la massima attenzione allo sport: uno dei primi atti è stato rappresentato dalla consegna dei lavori di ristrutturazione del Paolo Poli".
All'intervento dell'Assessore Caputo, allontanatosi subito dopo, perché impegnato in una riunione del gruppo di maggioranza ha fatto seguito l'Ins. Nicolò de Robertis, riprendendo la storia del calcio molfettese dagli anni sessanta / settanta "in cui il nucleo essenziale dei calciatori proveniva dai ranghi dell'Oratorio salesiano. Poi c'è stato il buio, fino a quando è subentrato Sandrino Fiore che chiamò a collaborare un gruppo di giovani che proveniva dalla società Sparlotti, affidando a me la Segreteria e ad altri amici il settore giovanile. In meno di due anni, nel 1987, la Molfetta Sportiva vinse il titolo regionale allievi. La Mostra mi ha toccato il cuore ed ha riaperto ferite che ritenevo chiuse nel 1995. Ebbe inizio una serie successi, tra cui un secondo posto in una finale di Coppa Italia. C'erano tre componenti importanti: una dirigenza forte e numerosa, un grande pubblico ed un'Amministrazione Comunale vicina". E giù una serie di cifre, di buoni incassi e di molti spettatori in Serie D. "In C2 abbiamo perduto la prima componente, e cioè l'Amministrazione Comunale poiché la Molfetta Sportiva era passata tra le società professionistiche e diminuirono gli incassi, mentre Fiore poteva contare su un Consiglio Direttivo della società formato da ben ventisette persone che coprivano mensilmente il disavanzo. Pubblico fluttuante, amministrazione fluttuante senza nemmeno la manutenzione del campo sportivo e dell'impianto elettrico, nemmeno un piccolo aiuto dagli imprenditori. Nonostante tutto avevamo le carte in regola ed avevamo posto le basi per una duratura Serie C2. Facemmo di tutto per restare in C2, ma alla fine non fummo ripescati ed uscimmo fuori. Facemmo comunque l'iscrizione in Serie D anche se il Presidente Belgiovine voleva lasciare e voleva solo un fiore. Chiese sostegno alla Amministrazione Comunale, ma gli venne offerta solo la presidenza onoraria: alla fine Belgiovine trovò un signore di Trani che prese la società ed incassò tutti i premi di preparazione dei giovani ed i contributi previdenziali. Mi sono chiesto e vi chiedo se nel terzo millennio è possibile fare il calcio a Molfetta. La risposta è che si può fare: ci vuole però buona volontà, applicazione e presenza".
All'accorato appello di de Robertis ha fatto seguito l'intervento del Dott. Vito Tisci. Dopo i saluti, i ringraziamenti ed i complimenti al Presidente per la perfetta organizzazione dell'evento, Tisci sottolinea di essere veramente felice di essere presente. "Mi sento di giocare in casa ed in famiglia – ha detto Tisci - perché, oltre che Presidente Regionale della FIGC, sono anche un panathleta da oltre 25 anni del Club di Bari che purtroppo oggi è inattivo, tanto da aver chiesto a Valente di entrare a far parte del vostro Club a Molfetta. Entrando nel merito del tema della serata, rispondo alla domanda di de Robertis se è possibile fare calcio a Molfetta nel terzo millennio: credo proprio di sì perché ci sono tanti giovani che chiedono di giocare a calcio. E' importante però una sinergia nel territorio tra società, imprenditori ed Amministrazione Comunale. Credo che oggi ci possa essere una forte speranza per il futuro perché c'è una società che sta cercando di rilanciare il calcio a Molfetta. Auguro alla città che possano ritornare i bei tempi ed organizzare eventi nazionali".
Dopo aver sottolineato che senza le regole e gli arbitri non ci sarebbe alcuna disciplina sportiva ed il calcio in particolare Valente ha ceduto la parola al Dott. Antonio de Leo, Presidente della Sezione AIA-FIGC Paolo Poli.
"Posso testimoniare la nascita del Panathlon a Molfetta perché pochi anni dopo l'inizio della mia attività arbitrale ho visto spesso alcuni arbitri riunirsi come carbonari con gli altri fondatori in una stanza della Sezione. Per entrare nel tema sottolineo che non posso parlare dei 100 anni del calcio ma mi fermo ai miei 46 anni di attività. Chi mi conosce sa che mi piace essere una specie di bastian contrario per stimolare le discussioni. Negli ultimi 46 anni la storia arbitrale di Molfetta ha prodotto innumerevoli arbitri di qualità dalla Serie A all'ultima categoria. Se però incomincio a guardare dietro i famosi numeri, mi rendo conto che mentre prima per noi fare sport era qualche cosa di normale, lo facevamo per strada, negli ultimi anni lo sport è diventato qualcosa che io chiamo da salotto, da poltrona. Lo sport si fa con la testa, con i piedi, con il cuore, con il sudore, con la volontà, non stando seduti con le mani su una volgare play station. In sezione siamo 250 persone, per cui in venti anni di presidenza della sezione ho visto passare tutta la gioventù molfettese e quindi posso fare alcune analisi: mentre prima arrivavano persone sportivamente acculturate, adesso arrivano degli avventurieri sportivi. Sono molto perplesso sul terzo millennio: se consideriamo che la formazione sportiva dei ragazzi di 25-30 anni fa era alta per cui per noi era semplice formare arbitri, adesso è diventato estremamente difficile per non dire drammatico. Molfetta ha tantissimi arbitri di livello, però mentre prima su 50 persone riuscivamo a farne 5 arbitri di qualità, adesso riusciamo a farli su 200-300 persone. Se consideriamo che negli ultimi tempi la scuola ha totalmente abdicato nella formazione sportiva dei giovani, se consideriamo che i giovani sono poco propensi al sacrificio ed al sudore, se consideriamo che prima i ragazzi venivano da noi mentre adesso siamo noi ad andare a cercarli, se consideriamo che prima bisognava solo insegnare il regolamento mentre adesso bisogna dirgli che per arbitrare un incontro bisogna correre! L'altro dramma è l'intromissione dei genitori nel mondo dello sport che per assurdo vanno alla ricerca del campione, ma se non lo trovano lo abbandonano.
Nel momento in cui cominciava a scendere il calcio, incominciavano a salire gli sport alternativi: un target di cittadinanza segue il calcio, un altro target di cittadinanza segue gli altri sport. Non siamo riusciti a cogliere per tempo certe avvisaglie per cui adesso è difficilissimo risalire. E' un discorso generalizzato che non vale solo per Molfetta ma per tutte le realtà. Ci può stare il calcio a Molfetta? Non ritengo che sia tanto semplice la rinascita del calcio a Molfetta e non credo che si possa farlo rinascere solo con l'aiuto dei professionisti, degli industriali o dell'Amministrazione Comunale: ritengo che bisogna fare una bella ricerca culturale, le cose vanno cambiate altrimenti non si risale".
Terminato l'intervento del Dott. de Leo, il Presidente Valente ha passato la parola al Dott. Angelo Giliberto, da pochi mesi Presidente Regionale del CONI, ma con un'esperienza dirigenziale ultraventennale ai vertici della FIDAL.
"Ringrazio il Panathlon perché se non facciamo cultura non andiamo da nessuna parte. Sono possibilista: le cose, se vogliamo farle, possiamo farle, dobbiamo farle a partire dalla scuola che è il serbatoio giovanile. Questa Amministrazione Comunale vuole portare i cittadini di Molfetta attraverso una pista ciclabile nei siti sportivi. Il CONI ha partecipato con entusiasmo a questo progetto, ma ha anche chiesto di investire di più nella ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti. Non dimentichiamo che non è sparito solo il calcio ma anche la pallavolo, il nuoto, l'atletica leggera. Si devono anche ottimizzare i costi prendendo spunto dal Paolo Poli. Bisogna fare la politica dei piccoli passi.
Ecco perché ringrazio il Panathlon, perché nel festeggiare i 40 anni ha messo in moto un altro sistema, quello delle associazioni benemerite che sono all'interno del CONI. Quindi il Panathlon bene fa a fare queste cose ed a farle nella Settimana Europea dello Sport, ma bene farebbe anche a parlare con l'Assessore alla Cultura per portare il messaggio dello sport nelle scuole perchè oggi è sparita la scuola che fa sport, non c'è più l'azione cattolica. Dobbiamo anche parlare con i genitori per dirgli che i figli vanno educati in un certo modo. Oggi il problema è di fare cultura sportiva nelle scuole, il CONI fa molta attività con il MIUR e cerchiamo di far inserire più ore di educazione fisica.
Perché la Settimana Europea dello Sport? Perché in Europa si sono resi conto che c'è poca gente che fa attività fisica. Noi dobbiamo portare tutti quanti insieme il messaggio dello sport in ogni dove ed in ogni luogo, dobbiamo stare al passo con i tempi e dobbiamo guardare non al terzo ma al quarto millennio. Se il bambino nasce con la cultura dello sport e trova dirigenti capaci, fa sport. Dobbiamo puntare su tre settori: scuola, famiglia e chiesa."
Concluso l'intervento del Dott. Giliberto, il Presidente Valente ha chiamato in causa l'Avv. Oronzo Amato, Consigliere Mondiale del Panathlon International.
"Il Panathlon è una piccola parte nel mondo dello sport che si preoccupa dell'etica e dell'educazione nella scuola. Il problema è capire se le famiglie, se i giovani, se i dirigenti sportivi sono in condizione di recepire queste espressioni semplici: fair play, cultura, scuola. Sentiamo spesso dire che lo sport è di tutti, ma è veramente per tutti? Se parliamo di sport di elite e di sport minori, allora lo sport non è di tutti. Questa è la Settimana europea dello sport. Chiediamoci quante Amministrazioni comunali, almeno nel Meridione, hanno aderito alla Settimana Europea: questo è l'indice della cultura sportiva delle pubbliche amministrazioni. Nessuno sa che si possono attingere finanziamenti per lo sport anche a livello europeo. Abbiamo fatto di tutto per Molfetta Città Europea dello Sport: la caduta dell'amministrazione e il commissariamento hanno impedito alla città di Molfetta di brillare. Oggi deve riprendere il suo cammino e diventare città europea dello sport: essere città europea dello sport non significa avere un pezzo di carta che lo attesta, ma significa stare al passo con i tempi. Il Panathlon è a disposizione del CONI regionale per portare insieme la cultura dello sport nella scuola, tra i dirigenti sportivi e tra gli amministratori comunali allo sport ed è anche a disposizione per l'organizzazione di convegni affinchè si possa parlare di sport."
Infine, intervento del Cav. Nicola Campo, il quale tra l'altro ha sottolineato che era stata messa in risalto l'attività di una sola società di calcio, cioè la Molfetta Sportiva, e solo di alcuni periodi: ma questo era stato evidenziato dallo stesso Pansini che ha fatto solo una breve carrellata della storia calcistica molfettese, anche in relazione alla collaborazione ricevuta nella raccolta della documentazione.
Poi la rituale consegna di targa ricordo dell'evento e del guidoncino del Club ai relatori ed in chiusura l'altrettanto rituale tocco di campana!
A prendere l'iniziativa per ricordare l'evento storico, ma anche per ricercare una base comune di ripartenza per le società di calcio locale, è stato il Panathlon Club Molfetta nella sua incessante attività promozionale culturale e sportiva.
L'evento, ideato ed organizzato dall'associazione molfettese prendendo spunto dalla ricorrenza del centenario e sulla base anche dei forti legami del movimento panathletico locale con il mondo del calcio, è stato inserito nell'ambito delle iniziative per la Settimana Europea dello Sport – EwoS 2017, volta a promuovere la partecipazione sportiva e l'attività fisica nei Paesi membri dell'Unione Europea,,e per il Quarantennale della Fondazione.
Infatti il Panathlon, fondato il 26 dicembre 1976 nella storica sede della Sezione AIA – FIGC in Corso Dante n. 35, ha avuto ed ha tuttora numerosi dirigenti, allenatori, arbitri, calciatori: quindi aveva tutte le carte in regola per organizzare al meglio l'evento, dando anche risalto proprio alla Sezione AIA – FIGC Paolo Poli costituita a Molfetta nel lontano 1934.
Ed eccezionale è stato il parterre dei relatori che ha aderito al progetto del Panathlon: a partire dal Dott. Angelo Giliberto (Presidente Regionale CONI Puglia), per proseguire con il Dott. Vito Roberto Tisci (Presidente Regionale FIGC – LND e Presidente Nazionale Settore Giovanile e Scolastico FIGC), con il Dott. Antonio de Leo (Presidente AIA FIGC Sezione Paolo Poli Molfetta),con il Sig. Franco Pansini (Curatore Mostra storica "Una città nel pallone" e già Direttore Generale Molfetta Sportiva),e con l'Ins. Nicolò de Robertis (Past President Panathlon Club Molfetta e già Segretario Molfetta Sportiva).
Come testimonial erano presenti i soci del Club che hanno svolto o svolgono attività calcistica: Rag. Sergio Gervasio (già centravanti Molfetta Sportiva), Sig., Prof. Giambattista Porta (già trequartista US Bisceglie Calcio), Dott. Angelantonio de Palma (arbitro benemerito AIA FIGC), Rag. Antonio Iovino (arbitro benemerito AIA FIGC), Prof. Giovanni Paparella (arbitro AIA FIGC), Dott. Saverio Bufi (dirigente ASD Molfetta Calcio), mentre suo malgrado ha dovuto dare forfait il socio Michele Salvemini (già portiere Molfetta Sportiva), colpito da un malore qualche giorno prima.
A rappresentare l'Amministrazione Comunale è intervenuto l'Avv. Mariano Caputo, Assessore ai Lavori Pubblici, mentre il Panathlon International era rappresentato dall'Avv. Oronzo Amato, Consigliere Mondiale.
Davvero pochi i rappresentanti accreditati delle società sportive, ed in particolare di quelle calcistiche: segno evidente che a molte interessa solo coltivare il proprio orticello e solo l'aspetto agonistico dell'attività sportiva! Riconosciuti tra i presidenti presenti il Rag. Gigino de Lillo, storico Presidente dell'Olimpia Club (atletica leggera), l'Avv. Nicola Spadavecchia (Virtus Molfetta), Leonardo Roselli (CESG).
Presente invece il Cav. Nicola Campo, attualmente Presidente della Pro Loco di Molfetta, ma con un passato di Assessore Comunale allo Sport oltre che di dirigente sportivo multidisciplinare tra cui la Segreteria della Molfetta Sportiva di calcio negli anni sessanta. Presenti anche diversi rappresentanti delle testate giornalistiche locali.
La serata, iniziata con l'esecuzione dell'inno olimpico, dell'inno europeo e dell'inno nazionale, è proseguita con i saluti di rito e con il ricordo personale del Presidente Fondatore ed Onorario Dott. Antonio Giancaspro, Stella d'Oro CONI al Merito Sportivo, tracciato dal Presidente del Panathlon Dott. Domenico Valente.
Poi l'inizio della conferenza con Franco Pansini che, dapprima ha illustrato come è nata con il fratello Gianni Pansini l'idea di organizzare la Mostra sui 100 anni di calcio a Molfetta, preceduta dalla pubblicazione del libro "Olio, petrolio, benzina e minerale…." sul periodo d'oro della Molfetta Sportiva degli anni 40/50 e dalla pubblicazione nel 2016 del Calendario "Verso il Centenario".
"La Mostra, realizzata con il patrocinio dell'Associazione Molfettesi nel Mondo e del Comune di Molfetta, ha richiesto un grosso lavoro durato quasi tre anni, con la raccolta di circa 500 foto, con ricerche presso archivi e con molteplici contatti telefonici per documentare un'intero secolo di storia.
La Mostra è stata articolata in tre fasi: a partire dal calcio pionieristico della FULGOR (1917-1930; il primo campionato ufficiale è del 1927 in 3^ Categoria, l'anno 1929 diventa Unione Sportiva Molfetta e i colori Biancorosso), per passare ai fantastici anni d'oro della Molfetta Sportiva (1949-1957) e per finire con il racconto fotografico degli ultimi quarant'anni del calcio a Molfetta con tantissimi atleti molfettesi in campo sino agli anni della presidenza Fiore/Di Gioia/Belgiovine (Campionati di promozione, Interregionale e serie C2). Oltre a non aver dimenticato il settore giovanile, abbiamo dato risalto anche agli arbitri della Sezione AIA – FIGC di Molfetta che hanno contribuito a tenere sempre alto il nome della nostra città in campo calcistico. La nostra soddisfazione? La presenza di migliaia di persone, accorse per visitare quella che è stata definita un'opera d'arte. Oltre che da turisti, squadre, appassionati di calcio, giocatori ed ex calciatori, vecchie glorie che si sono visti immortalati anche nelle numerosissime fotografie presenti, l'esposizione è stata apprezzata anche dai non sportivi perché ha raccontato un pezzo di storia della nostra città, in maniera documentata e dettagliata.
Sono stati dieci giorni intensi di ricordi e guardare specialmente le nuove generazioni incredule e stupite dalle foto che raccontavano le gesta della nostra "Molfetta Sportiva", è stata una sensazione meravigliosa, tanto da aver chiesto a Gianni se avevamo colpito nel segno perchè qualcuno rivedendo chi il proprio nonno, chi il proprio papà, chi il proprio marito è uscito commosso, abbracciandomi". Inevitabile qualche nostra dimenticanza nel non aver menzionato o ricordato altri protagonisti. Ci rimettiamo alla loro amichevole indulgenza".
In conclusione, Franco Pansini, ha illustrato con una carrellata di immagini i momenti più rappresentativi del dvd "Momenti di gloria in Biancorossso" realizzato in collaborazione con il fratello Gianni.
A seguire, l'intervento dell'Assessore ai Lavori Pubblici Avv. Mariano Caputo, in rappresentanza del Sindaco con delega anche allo Sport Tommaso Minervini. "Ci tenevamo ad essere presenti a questo evento che vuole presentare la storia del calcio molfettese. Ho visitato anch'io la Mostra che ha lasciato un capolavoro alla città. Lo sport è vita, è passione, è inclusione, è amicizia. L'Amministrazione è molto vicina al Panathlon ed intende prestare la massima attenzione allo sport: uno dei primi atti è stato rappresentato dalla consegna dei lavori di ristrutturazione del Paolo Poli".
All'intervento dell'Assessore Caputo, allontanatosi subito dopo, perché impegnato in una riunione del gruppo di maggioranza ha fatto seguito l'Ins. Nicolò de Robertis, riprendendo la storia del calcio molfettese dagli anni sessanta / settanta "in cui il nucleo essenziale dei calciatori proveniva dai ranghi dell'Oratorio salesiano. Poi c'è stato il buio, fino a quando è subentrato Sandrino Fiore che chiamò a collaborare un gruppo di giovani che proveniva dalla società Sparlotti, affidando a me la Segreteria e ad altri amici il settore giovanile. In meno di due anni, nel 1987, la Molfetta Sportiva vinse il titolo regionale allievi. La Mostra mi ha toccato il cuore ed ha riaperto ferite che ritenevo chiuse nel 1995. Ebbe inizio una serie successi, tra cui un secondo posto in una finale di Coppa Italia. C'erano tre componenti importanti: una dirigenza forte e numerosa, un grande pubblico ed un'Amministrazione Comunale vicina". E giù una serie di cifre, di buoni incassi e di molti spettatori in Serie D. "In C2 abbiamo perduto la prima componente, e cioè l'Amministrazione Comunale poiché la Molfetta Sportiva era passata tra le società professionistiche e diminuirono gli incassi, mentre Fiore poteva contare su un Consiglio Direttivo della società formato da ben ventisette persone che coprivano mensilmente il disavanzo. Pubblico fluttuante, amministrazione fluttuante senza nemmeno la manutenzione del campo sportivo e dell'impianto elettrico, nemmeno un piccolo aiuto dagli imprenditori. Nonostante tutto avevamo le carte in regola ed avevamo posto le basi per una duratura Serie C2. Facemmo di tutto per restare in C2, ma alla fine non fummo ripescati ed uscimmo fuori. Facemmo comunque l'iscrizione in Serie D anche se il Presidente Belgiovine voleva lasciare e voleva solo un fiore. Chiese sostegno alla Amministrazione Comunale, ma gli venne offerta solo la presidenza onoraria: alla fine Belgiovine trovò un signore di Trani che prese la società ed incassò tutti i premi di preparazione dei giovani ed i contributi previdenziali. Mi sono chiesto e vi chiedo se nel terzo millennio è possibile fare il calcio a Molfetta. La risposta è che si può fare: ci vuole però buona volontà, applicazione e presenza".
All'accorato appello di de Robertis ha fatto seguito l'intervento del Dott. Vito Tisci. Dopo i saluti, i ringraziamenti ed i complimenti al Presidente per la perfetta organizzazione dell'evento, Tisci sottolinea di essere veramente felice di essere presente. "Mi sento di giocare in casa ed in famiglia – ha detto Tisci - perché, oltre che Presidente Regionale della FIGC, sono anche un panathleta da oltre 25 anni del Club di Bari che purtroppo oggi è inattivo, tanto da aver chiesto a Valente di entrare a far parte del vostro Club a Molfetta. Entrando nel merito del tema della serata, rispondo alla domanda di de Robertis se è possibile fare calcio a Molfetta nel terzo millennio: credo proprio di sì perché ci sono tanti giovani che chiedono di giocare a calcio. E' importante però una sinergia nel territorio tra società, imprenditori ed Amministrazione Comunale. Credo che oggi ci possa essere una forte speranza per il futuro perché c'è una società che sta cercando di rilanciare il calcio a Molfetta. Auguro alla città che possano ritornare i bei tempi ed organizzare eventi nazionali".
Dopo aver sottolineato che senza le regole e gli arbitri non ci sarebbe alcuna disciplina sportiva ed il calcio in particolare Valente ha ceduto la parola al Dott. Antonio de Leo, Presidente della Sezione AIA-FIGC Paolo Poli.
"Posso testimoniare la nascita del Panathlon a Molfetta perché pochi anni dopo l'inizio della mia attività arbitrale ho visto spesso alcuni arbitri riunirsi come carbonari con gli altri fondatori in una stanza della Sezione. Per entrare nel tema sottolineo che non posso parlare dei 100 anni del calcio ma mi fermo ai miei 46 anni di attività. Chi mi conosce sa che mi piace essere una specie di bastian contrario per stimolare le discussioni. Negli ultimi 46 anni la storia arbitrale di Molfetta ha prodotto innumerevoli arbitri di qualità dalla Serie A all'ultima categoria. Se però incomincio a guardare dietro i famosi numeri, mi rendo conto che mentre prima per noi fare sport era qualche cosa di normale, lo facevamo per strada, negli ultimi anni lo sport è diventato qualcosa che io chiamo da salotto, da poltrona. Lo sport si fa con la testa, con i piedi, con il cuore, con il sudore, con la volontà, non stando seduti con le mani su una volgare play station. In sezione siamo 250 persone, per cui in venti anni di presidenza della sezione ho visto passare tutta la gioventù molfettese e quindi posso fare alcune analisi: mentre prima arrivavano persone sportivamente acculturate, adesso arrivano degli avventurieri sportivi. Sono molto perplesso sul terzo millennio: se consideriamo che la formazione sportiva dei ragazzi di 25-30 anni fa era alta per cui per noi era semplice formare arbitri, adesso è diventato estremamente difficile per non dire drammatico. Molfetta ha tantissimi arbitri di livello, però mentre prima su 50 persone riuscivamo a farne 5 arbitri di qualità, adesso riusciamo a farli su 200-300 persone. Se consideriamo che negli ultimi tempi la scuola ha totalmente abdicato nella formazione sportiva dei giovani, se consideriamo che i giovani sono poco propensi al sacrificio ed al sudore, se consideriamo che prima i ragazzi venivano da noi mentre adesso siamo noi ad andare a cercarli, se consideriamo che prima bisognava solo insegnare il regolamento mentre adesso bisogna dirgli che per arbitrare un incontro bisogna correre! L'altro dramma è l'intromissione dei genitori nel mondo dello sport che per assurdo vanno alla ricerca del campione, ma se non lo trovano lo abbandonano.
Nel momento in cui cominciava a scendere il calcio, incominciavano a salire gli sport alternativi: un target di cittadinanza segue il calcio, un altro target di cittadinanza segue gli altri sport. Non siamo riusciti a cogliere per tempo certe avvisaglie per cui adesso è difficilissimo risalire. E' un discorso generalizzato che non vale solo per Molfetta ma per tutte le realtà. Ci può stare il calcio a Molfetta? Non ritengo che sia tanto semplice la rinascita del calcio a Molfetta e non credo che si possa farlo rinascere solo con l'aiuto dei professionisti, degli industriali o dell'Amministrazione Comunale: ritengo che bisogna fare una bella ricerca culturale, le cose vanno cambiate altrimenti non si risale".
Terminato l'intervento del Dott. de Leo, il Presidente Valente ha passato la parola al Dott. Angelo Giliberto, da pochi mesi Presidente Regionale del CONI, ma con un'esperienza dirigenziale ultraventennale ai vertici della FIDAL.
"Ringrazio il Panathlon perché se non facciamo cultura non andiamo da nessuna parte. Sono possibilista: le cose, se vogliamo farle, possiamo farle, dobbiamo farle a partire dalla scuola che è il serbatoio giovanile. Questa Amministrazione Comunale vuole portare i cittadini di Molfetta attraverso una pista ciclabile nei siti sportivi. Il CONI ha partecipato con entusiasmo a questo progetto, ma ha anche chiesto di investire di più nella ristrutturazione degli impianti sportivi esistenti. Non dimentichiamo che non è sparito solo il calcio ma anche la pallavolo, il nuoto, l'atletica leggera. Si devono anche ottimizzare i costi prendendo spunto dal Paolo Poli. Bisogna fare la politica dei piccoli passi.
Ecco perché ringrazio il Panathlon, perché nel festeggiare i 40 anni ha messo in moto un altro sistema, quello delle associazioni benemerite che sono all'interno del CONI. Quindi il Panathlon bene fa a fare queste cose ed a farle nella Settimana Europea dello Sport, ma bene farebbe anche a parlare con l'Assessore alla Cultura per portare il messaggio dello sport nelle scuole perchè oggi è sparita la scuola che fa sport, non c'è più l'azione cattolica. Dobbiamo anche parlare con i genitori per dirgli che i figli vanno educati in un certo modo. Oggi il problema è di fare cultura sportiva nelle scuole, il CONI fa molta attività con il MIUR e cerchiamo di far inserire più ore di educazione fisica.
Perché la Settimana Europea dello Sport? Perché in Europa si sono resi conto che c'è poca gente che fa attività fisica. Noi dobbiamo portare tutti quanti insieme il messaggio dello sport in ogni dove ed in ogni luogo, dobbiamo stare al passo con i tempi e dobbiamo guardare non al terzo ma al quarto millennio. Se il bambino nasce con la cultura dello sport e trova dirigenti capaci, fa sport. Dobbiamo puntare su tre settori: scuola, famiglia e chiesa."
Concluso l'intervento del Dott. Giliberto, il Presidente Valente ha chiamato in causa l'Avv. Oronzo Amato, Consigliere Mondiale del Panathlon International.
"Il Panathlon è una piccola parte nel mondo dello sport che si preoccupa dell'etica e dell'educazione nella scuola. Il problema è capire se le famiglie, se i giovani, se i dirigenti sportivi sono in condizione di recepire queste espressioni semplici: fair play, cultura, scuola. Sentiamo spesso dire che lo sport è di tutti, ma è veramente per tutti? Se parliamo di sport di elite e di sport minori, allora lo sport non è di tutti. Questa è la Settimana europea dello sport. Chiediamoci quante Amministrazioni comunali, almeno nel Meridione, hanno aderito alla Settimana Europea: questo è l'indice della cultura sportiva delle pubbliche amministrazioni. Nessuno sa che si possono attingere finanziamenti per lo sport anche a livello europeo. Abbiamo fatto di tutto per Molfetta Città Europea dello Sport: la caduta dell'amministrazione e il commissariamento hanno impedito alla città di Molfetta di brillare. Oggi deve riprendere il suo cammino e diventare città europea dello sport: essere città europea dello sport non significa avere un pezzo di carta che lo attesta, ma significa stare al passo con i tempi. Il Panathlon è a disposizione del CONI regionale per portare insieme la cultura dello sport nella scuola, tra i dirigenti sportivi e tra gli amministratori comunali allo sport ed è anche a disposizione per l'organizzazione di convegni affinchè si possa parlare di sport."
Infine, intervento del Cav. Nicola Campo, il quale tra l'altro ha sottolineato che era stata messa in risalto l'attività di una sola società di calcio, cioè la Molfetta Sportiva, e solo di alcuni periodi: ma questo era stato evidenziato dallo stesso Pansini che ha fatto solo una breve carrellata della storia calcistica molfettese, anche in relazione alla collaborazione ricevuta nella raccolta della documentazione.
Poi la rituale consegna di targa ricordo dell'evento e del guidoncino del Club ai relatori ed in chiusura l'altrettanto rituale tocco di campana!