CDP, la Corte di Cassazione accoglie il ricorso di suor Marcella

Per la Suprema Corte "occorre rivalutare se ancora sussista la necessità di tenerla in arresto"

martedì 8 marzo 2016 17.41
La Corte di Cassazione ha accolto in parte il ricorso con il quale suor Marcella - Rita Cesa, prima di prendere i voti - ha cercato di ridimensionare le accuse a suo carico di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta e induzione indebita nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Trani sul crac da mezzo miliardo di euro della 'Congregazione delle ancelle della Divina Provvidenza' della quale l'indagata era madre generale, inchiesta nella quale è coinvolto anche il senatore Antonio Azzollini.

La Suprema Corte, con la sentenza 9545 depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi lo scorso due dicembre, ha annullato con rinvio l'ordinanza con la quale il Tribunale di Bari, il 2 luglio, aveva confermato gli arresti domiciliari per suor Marcella. Ad avviso dei supremi giudici è necessario che sia meglio approfondito il ruolo della ex superiora che nel frattempo rimane in custodia cautelare.
Dato che suor Marcella è stata estromessa già dal 2013 dalla gestione della Congregazione, commissariata, occorre rivalutare, conclude la Cassazione, se ancora sussista la necessità di tenerla in arresto.

La Corte di Cassazione già a novembre scorso aveva annullato la richiesta di arresto ai domiciliari del senatore Azzollini.