Caso mensa: i genitori optano per le vie legali
Seguiti da due avvocati, si è conclusa poco fa un'assemblea che ha deciso di continuare la protesta al TAR
mercoledì 29 marzo 2017
18.55
Si è concluso da pochi minuti l'assemblea spontanea dei genitori molfettesi ormai in "protesta permanente", contro l'aumento delle tariffe dei pasti deciso nelle scorse settimane.
Alla presenza degli avvocati Raffaella Silvestri e Roberto D'addabbo, il Comitato "Uniti per i nostri bambini" ha discusso sulle prossime mosse da adottare, anche legali, per far valere le proprie ragioni.
Gli avvocati, che ritengono di aver buone possibilità di vincere il ricorso, hanno innanzitutto manifestato l'esigenza di contarsi, in modo da poter capire da quanti genitori sarà supportata l'azione legale ed anche quale sarebbe l'onere economico per ognuno.
Considerati i tempi stretti, ovvero i 60 giorni utili per impugnare il provvedimento, si è optato per un rapido ricorso al TAR, che potrebbe avere come primo effetto quello di una sospensione dell'aumento dei costi, al fine di mantenere ancora il vecchio tariffario ed adeguarlo, o meno, solo dopo il termine dell'eventuale procedimento giudiziario.
Dopo un primo esposto, secondo gli avvocati infatti, il Comune potrebbe anche ritirare la delibera: tutte ipotesi queste, basate su un elenco di precedenti simili e che hanno avuto soluzioni giudiziarie favorevoli ai genitori.
Inoltre i presupposti dell'eventuale ricorso, sarebbero fondati sul mancato aumento del costo del servizio al Comune che non avrebbe quindi dovuto sopportare costi maggiori.
Ovviamente non è mancata la discussione sul lato economico: la cifra richiesta dai due legali per procedere è di 6.000€ onnicomprensive di tasse ed onorari.
Ai genitori non è rimasto quindi che contarsi ed iniziare ad impegnarsi simbolicamente con una prima donazione ed una sottoscrizione formale, in attesa di raggiungere il maggior numero di partecipanti, abbassando la quota pro capite.
A margine, ci è doveroso segnalare l'intervento di un genitore che ha rigettato ogni cappello politico all'iniziativa ed all'azione di protesta, anzi, in diversi tra i presenti, hanno visto proprio negli amministratori e nei politici di tutti i colori, l'incapacità dei rappresentanti istituzionali di far fronte a questo problema così vicino alle famiglie molfettesi.
Alla presenza degli avvocati Raffaella Silvestri e Roberto D'addabbo, il Comitato "Uniti per i nostri bambini" ha discusso sulle prossime mosse da adottare, anche legali, per far valere le proprie ragioni.
Gli avvocati, che ritengono di aver buone possibilità di vincere il ricorso, hanno innanzitutto manifestato l'esigenza di contarsi, in modo da poter capire da quanti genitori sarà supportata l'azione legale ed anche quale sarebbe l'onere economico per ognuno.
Considerati i tempi stretti, ovvero i 60 giorni utili per impugnare il provvedimento, si è optato per un rapido ricorso al TAR, che potrebbe avere come primo effetto quello di una sospensione dell'aumento dei costi, al fine di mantenere ancora il vecchio tariffario ed adeguarlo, o meno, solo dopo il termine dell'eventuale procedimento giudiziario.
Dopo un primo esposto, secondo gli avvocati infatti, il Comune potrebbe anche ritirare la delibera: tutte ipotesi queste, basate su un elenco di precedenti simili e che hanno avuto soluzioni giudiziarie favorevoli ai genitori.
Inoltre i presupposti dell'eventuale ricorso, sarebbero fondati sul mancato aumento del costo del servizio al Comune che non avrebbe quindi dovuto sopportare costi maggiori.
Ovviamente non è mancata la discussione sul lato economico: la cifra richiesta dai due legali per procedere è di 6.000€ onnicomprensive di tasse ed onorari.
Ai genitori non è rimasto quindi che contarsi ed iniziare ad impegnarsi simbolicamente con una prima donazione ed una sottoscrizione formale, in attesa di raggiungere il maggior numero di partecipanti, abbassando la quota pro capite.
A margine, ci è doveroso segnalare l'intervento di un genitore che ha rigettato ogni cappello politico all'iniziativa ed all'azione di protesta, anzi, in diversi tra i presenti, hanno visto proprio negli amministratori e nei politici di tutti i colori, l'incapacità dei rappresentanti istituzionali di far fronte a questo problema così vicino alle famiglie molfettesi.