Carmela Minuto e il suo seggio in Senato: «Rispettata la legge»
«La mia elezione avvenuta in modo regolare»
martedì 3 luglio 2018
15.57
Sono trascorsi oramai ben quattro mesi dal 4 marzo e per qualcuno l'elezione in Parlamento potrebbe non essere cosi sicura.
Un condizionale che utilizziamo soltanto riportando quando affermato e soprattutto ipotizzato dalle pagine del Fatto Quotidiano che mette in risalto la presunta irregolarità sull'elezione della senatrice di Forza Italia Carmela Minuto ai danni dell'ex senatore forzista Michele Boccardi.
Secondo quanto afferma la testata giornalistica, a commettere il "clamoroso errore" sarebbe stata la Corte d'Appello di Bari, la quale avrebbe mal interpretato quanto stabilito dal Rosatellum, ovvero l'attuale legge elettorale. Seppure di errore si sia trattato c'è da dire che non esistono precedenti a cui far riferimento in quanto lo stesso Rosatellum ha fatto il suo esordio proprio con le elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Cerchiamo per l'appunto di vederci chiaro.
Nella nostra Regione, secondo i risultati della quota proporzionale, a Forza Italia spettavano un seggio nel collegio Puglia 1 e due seggi nel collegio Puglia 2. L'elezione di Carmela Minuto deriva in realtà proprio da un capovolgimento nell'assegnazione dei seggi per volere proprio della Corte d'Appello di Bari, che di fatto ha assegnato due seggi a Puglia 1 e un seggio a Puglia 2, favorendo così proprio l'ex vicesindaco del Comune di Molfetta ed escludendo l'ex senatore Michele Boccardi. Sebbene il quotidiano diretto da Marco Travaglio parla con certezza di un "errore materiale" compiuto dalla Corte d'Appello di Bari, noi ci atteniamo a riportare i fatti non essendoci ulteriori elementi tali da contraddire quanto decretato dai magistrati baresi lo scorso 21 marzo, esattamente due giorni prima dell'insediamento dei nuovi parlamentari a Palazzo Madama.
A stabilire se quanto decretato dalla Corte di Appello di Bari sia corretto oppure no è la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato, al momento però non ancora costituita. Oltre ad una questione di posti da occupare in Senato, il Fatto Quotidiano parla di un presunto danno erariale, in quanto, qualora Michele Boccardi subentrasse a Carmela Minuto dovrebbe percepire gli stipendi arretrati, senza la necessità che l'attuale senatrice molfettese restituisse quelli già incassati, oltre al TFR che di diritto le spetterebbe. Insomma una questione spinosa che continua ad alimentare il, seppur sterile, dibattito politico. Puntuale è giunta la risposta di Carmela Minuto, dettasi per nulla preoccupata (anzi serena come l'hashtag coniato per l'occasione) e soprattutto in attesa che la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato venga costituita, in modo da mettere fine ad illazioni definite assurde ed offensive.
"I Giudici della Corte d'Appello hanno rispettato la legge – scrive la senatrice di Forza Italia sul suo profilo Facebook - Che il Rosatellum non sia la più semplice delle leggi elettorali di questa Repubblica è assodato, che il calcolo della ripartizione dei seggi sia peggio del Cubo di Rubik lo dimostra il fatto che ci sono voluti giorni per la proclamazione degli eletti da parte delle Corti d'Appello. Ma questo non giustifica la malafede di chi, trovandosi fuori dal Parlamento, denuncia grossolani errori materiali da parte di magistrati che, viceversa, hanno fatto il loro lavoro applicando correttamente la legge. La questione nasce dal fatto che il legislatore, in Puglia in modo particolare, aveva inteso individuare, nei due collegi senatoriali, un numero identico di senatori; sei per il collegio nord e sei per il collegio sud. E ciò in ragione della ripartizione della popolazione pugliese, equamente suddivisa tra i due collegi. Si tratta di una ripartizione che, correttamente, l'ufficio elettorale per il Senato della Corte di Appello ha ritenuto vincolante, attribuendo il sesto seggio al collegio Puglia 1 e quindi a Carmela Minuto. Ora, pur comprendendo l'amarezza di chi non ce l'ha fatta, non si può far credere che questa decisione, giuridicamente ineccepibile, comporterà un danno all'Erario. I pugliesi stiano tranquilli, la mia elezione è avvenuta in modo regolare e in base all'esatta applicazione della legge, rispettando l'assegnazione dei seggi in ciascun collegio. Infatti, se al posto mio ci fosse l'imprenditore Michele Boccardi ci sarebbe una sproporzione, ma soprattutto un danno alla volontà dei pugliesi che si ritroverebbero 7 senatori nel collegio Sud e 5 in quello Nord. In ogni caso – ha concluso la Minuto - sono io la più interessata di tutti all'insediamento della "Giunta per le Elezioni", proprio perché determinate, assurde e offensive illazioni terminino una volta per tutte".
Un condizionale che utilizziamo soltanto riportando quando affermato e soprattutto ipotizzato dalle pagine del Fatto Quotidiano che mette in risalto la presunta irregolarità sull'elezione della senatrice di Forza Italia Carmela Minuto ai danni dell'ex senatore forzista Michele Boccardi.
Secondo quanto afferma la testata giornalistica, a commettere il "clamoroso errore" sarebbe stata la Corte d'Appello di Bari, la quale avrebbe mal interpretato quanto stabilito dal Rosatellum, ovvero l'attuale legge elettorale. Seppure di errore si sia trattato c'è da dire che non esistono precedenti a cui far riferimento in quanto lo stesso Rosatellum ha fatto il suo esordio proprio con le elezioni politiche dello scorso 4 marzo.
Cerchiamo per l'appunto di vederci chiaro.
Nella nostra Regione, secondo i risultati della quota proporzionale, a Forza Italia spettavano un seggio nel collegio Puglia 1 e due seggi nel collegio Puglia 2. L'elezione di Carmela Minuto deriva in realtà proprio da un capovolgimento nell'assegnazione dei seggi per volere proprio della Corte d'Appello di Bari, che di fatto ha assegnato due seggi a Puglia 1 e un seggio a Puglia 2, favorendo così proprio l'ex vicesindaco del Comune di Molfetta ed escludendo l'ex senatore Michele Boccardi. Sebbene il quotidiano diretto da Marco Travaglio parla con certezza di un "errore materiale" compiuto dalla Corte d'Appello di Bari, noi ci atteniamo a riportare i fatti non essendoci ulteriori elementi tali da contraddire quanto decretato dai magistrati baresi lo scorso 21 marzo, esattamente due giorni prima dell'insediamento dei nuovi parlamentari a Palazzo Madama.
A stabilire se quanto decretato dalla Corte di Appello di Bari sia corretto oppure no è la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato, al momento però non ancora costituita. Oltre ad una questione di posti da occupare in Senato, il Fatto Quotidiano parla di un presunto danno erariale, in quanto, qualora Michele Boccardi subentrasse a Carmela Minuto dovrebbe percepire gli stipendi arretrati, senza la necessità che l'attuale senatrice molfettese restituisse quelli già incassati, oltre al TFR che di diritto le spetterebbe. Insomma una questione spinosa che continua ad alimentare il, seppur sterile, dibattito politico. Puntuale è giunta la risposta di Carmela Minuto, dettasi per nulla preoccupata (anzi serena come l'hashtag coniato per l'occasione) e soprattutto in attesa che la Giunta delle Elezioni e delle Immunità del Senato venga costituita, in modo da mettere fine ad illazioni definite assurde ed offensive.
"I Giudici della Corte d'Appello hanno rispettato la legge – scrive la senatrice di Forza Italia sul suo profilo Facebook - Che il Rosatellum non sia la più semplice delle leggi elettorali di questa Repubblica è assodato, che il calcolo della ripartizione dei seggi sia peggio del Cubo di Rubik lo dimostra il fatto che ci sono voluti giorni per la proclamazione degli eletti da parte delle Corti d'Appello. Ma questo non giustifica la malafede di chi, trovandosi fuori dal Parlamento, denuncia grossolani errori materiali da parte di magistrati che, viceversa, hanno fatto il loro lavoro applicando correttamente la legge. La questione nasce dal fatto che il legislatore, in Puglia in modo particolare, aveva inteso individuare, nei due collegi senatoriali, un numero identico di senatori; sei per il collegio nord e sei per il collegio sud. E ciò in ragione della ripartizione della popolazione pugliese, equamente suddivisa tra i due collegi. Si tratta di una ripartizione che, correttamente, l'ufficio elettorale per il Senato della Corte di Appello ha ritenuto vincolante, attribuendo il sesto seggio al collegio Puglia 1 e quindi a Carmela Minuto. Ora, pur comprendendo l'amarezza di chi non ce l'ha fatta, non si può far credere che questa decisione, giuridicamente ineccepibile, comporterà un danno all'Erario. I pugliesi stiano tranquilli, la mia elezione è avvenuta in modo regolare e in base all'esatta applicazione della legge, rispettando l'assegnazione dei seggi in ciascun collegio. Infatti, se al posto mio ci fosse l'imprenditore Michele Boccardi ci sarebbe una sproporzione, ma soprattutto un danno alla volontà dei pugliesi che si ritroverebbero 7 senatori nel collegio Sud e 5 in quello Nord. In ogni caso – ha concluso la Minuto - sono io la più interessata di tutti all'insediamento della "Giunta per le Elezioni", proprio perché determinate, assurde e offensive illazioni terminino una volta per tutte".