Caparezza conquista l’Arena del mare di Bisceglie
Il tour “Prisoner 709” non un concerto, un vero e proprio spettacolo
domenica 12 agosto 2018
10.20
Eclettico, stravagante, creativo, geniale, folle. In una parola: Caparezza.
Il rapper molfettese ha letteralmente conquistato l'Arena del mare di Bisceglie con un concerto strepitoso, nell'ambito degli eventi del "Sbat Music Festival". Era a "casa sua", o quasi, era il suo pubblico, il Capa non si è risparmiato per niente, ha urlato con tutta la grinta possibile la sua voglia di libertà.
Quella libertà che viene dalla rottura degli schemi, dal poter fare quello che gli piace, e ogni suo testo, ogni sua canzone, mira proprio a questo, non a caso il suo ultimo lavoro e il titolo del tour è proprio "Prisoner 709", che il pubblico ha apprezzato permettendogli di conquistare il doppio disco di platino.
Quelli del Capa non sono semplici concerti, ma dei veri e propri spettacoli, le sue canzoni, i suoi testi prendono vita sul palco, non si limita a cantare riesce ad incorniciarli in una struttura fatta di musica, suoni, oggetti che si animano, e anche di ballo, tutto contornato da effetti visivi e giochi di luce che rendono viva, quasi palpabile, la canzone.
I testi del cantautore molfettese non sono a volte semplici, hanno un ritmo così serrato da togliere il fiato, ma ieri sera all'Arena del mare non c'era fiato che tenesse il popolo del Capa, il popolo della sua terra era pronto, prontissimo a fare festa con lui. Tutti a cantare, a ballare, a "pogare".
Sì una festa, quasi una festa "in famiglia", tanti i ragazzi, i ragazzini presenti, ma anche tanti i genitori con i bambini, anche loro a cantare sulle note de "La mia parte intollerante", piuttosto che "Vengo dalla luna" o "Non me lo posso permettere" o "Ti fa stare bene" o "Prisoner 709".
Non sono mancate nella scaletta del cantautore molfettese "Goodbye Malinconia", "Vieni a ballare in Puglia", dove il pubblico è diventato un prolungamento del palco, e la canzone lo ha fatto diventare il Capa nazionale "Fuori dal tunnel". La chiusura con "Mica Van Gogh", il genio, la follia e la stravaganza del pittore olandese come simbolo assoluto della libertà.
Quella libertà che è la forza ispiratrice di Caparezza ed il suo vessillo, il non essere prigioniero di schemi, ma poter fare e dire sempre quello in cui si crede. In fondo essere geni è anche un po' essere folli, e Caparezza è entrambe le cose, ma lo fa con una naturalezza e scrive testi che sono il quadro attuale della vita, della cultura, della politica, della storia dei nostri giorni.
"Una serata pazzesca", "il Capa è un grande, è un mito", sono giusto alcuni dei commenti ascoltati a fine concerto, mentre si imboccava la via per tornare a casa.
Il rapper molfettese ha letteralmente conquistato l'Arena del mare di Bisceglie con un concerto strepitoso, nell'ambito degli eventi del "Sbat Music Festival". Era a "casa sua", o quasi, era il suo pubblico, il Capa non si è risparmiato per niente, ha urlato con tutta la grinta possibile la sua voglia di libertà.
Quella libertà che viene dalla rottura degli schemi, dal poter fare quello che gli piace, e ogni suo testo, ogni sua canzone, mira proprio a questo, non a caso il suo ultimo lavoro e il titolo del tour è proprio "Prisoner 709", che il pubblico ha apprezzato permettendogli di conquistare il doppio disco di platino.
Quelli del Capa non sono semplici concerti, ma dei veri e propri spettacoli, le sue canzoni, i suoi testi prendono vita sul palco, non si limita a cantare riesce ad incorniciarli in una struttura fatta di musica, suoni, oggetti che si animano, e anche di ballo, tutto contornato da effetti visivi e giochi di luce che rendono viva, quasi palpabile, la canzone.
I testi del cantautore molfettese non sono a volte semplici, hanno un ritmo così serrato da togliere il fiato, ma ieri sera all'Arena del mare non c'era fiato che tenesse il popolo del Capa, il popolo della sua terra era pronto, prontissimo a fare festa con lui. Tutti a cantare, a ballare, a "pogare".
Sì una festa, quasi una festa "in famiglia", tanti i ragazzi, i ragazzini presenti, ma anche tanti i genitori con i bambini, anche loro a cantare sulle note de "La mia parte intollerante", piuttosto che "Vengo dalla luna" o "Non me lo posso permettere" o "Ti fa stare bene" o "Prisoner 709".
Non sono mancate nella scaletta del cantautore molfettese "Goodbye Malinconia", "Vieni a ballare in Puglia", dove il pubblico è diventato un prolungamento del palco, e la canzone lo ha fatto diventare il Capa nazionale "Fuori dal tunnel". La chiusura con "Mica Van Gogh", il genio, la follia e la stravaganza del pittore olandese come simbolo assoluto della libertà.
Quella libertà che è la forza ispiratrice di Caparezza ed il suo vessillo, il non essere prigioniero di schemi, ma poter fare e dire sempre quello in cui si crede. In fondo essere geni è anche un po' essere folli, e Caparezza è entrambe le cose, ma lo fa con una naturalezza e scrive testi che sono il quadro attuale della vita, della cultura, della politica, della storia dei nostri giorni.
"Una serata pazzesca", "il Capa è un grande, è un mito", sono giusto alcuni dei commenti ascoltati a fine concerto, mentre si imboccava la via per tornare a casa.