Campagna elettorale: ieri fiori e “santini”; oggi nebbia e social
Il ricordo di quello che erano i partiti affidato alle parole dell’ex assessore Magarelli
lunedì 20 marzo 2017
28 maggio o 11 giugno sono le due date possibili delle prossime elezioni amministrative ed ancora Molfetta si trova in una situazione nebulosa, sembra che nessuno voglia metterci la faccia o peggio che si stiano attendendo le mosse degli altri.
Sembra che sia in corso una partita a scacchi sulla testa della città e dei cittadini.
A memoria della scrivente è forse la prima volta che a distanza di pochi mesi dalle elezioni non siano ancora ben chiari i candidati sindaci, le coalizioni e soprattutto i programmi.
In altre situazioni, in altri tempi, il fermento in città si respirava nell'aria, incominciava la "guerra" simbolica sui grandi temi. Il toto nomi dei possibili candidati sindaci. Oggi è tutto fermo.
Molfetta continua a sonnecchiare. I due grandi partiti della città: Partito Democratico e Forza Italia, tacciono nelle segrete delle loro sezioni. E intanto l'unico uscito allo scoperto, sino ad ora, è Tommaso Minervini, con la sua coalizione e con il suo programma.
Si chiamava "Prima Repubblica" e la campagna elettorale si faceva in un modo completamente diverso, non c'erano gli attuali mezzi di comunicazione, tutto avveniva nelle strade con i comizi, a casa delle persone, con i manifesti e i "santini".
Circolavano le rose bianche della Democrazia Cristiana e i garofani rossi del Partito Socialista, che venivano donati al termine dei comizi alle donne. Erano altri tempi, raccontano un'altra storia di Molfetta, ma raccontano anche di un altro modo di eleggere il sindaco, che veniva eletto in seno al consiglio comunale, suprema e massima assise cittadina. Ognuno correva per sé e per il proprio partito.
Poi è arrivata la "Seconda Repubblica" e il cambio della legge elettorale: il sindaco eletto dal popolo. I partiti hanno concentrato la loro attenzione sui nomi, quelli credibili, quelli che potevano portare voti. Le campagne elettorali, oltre che in piazza, hanno incominciato a farsi nelle televisioni locali.
Come ci racconta, l'ex assessore Mauro Magarelli: «i partiti erano vere e proprie palestre di vita e di formazione politica. Si iniziava nei movimenti giovanili dove i militanti erano legati da comuni ideali e valori. Ci veniva data la possibilità di partecipare alla vita politica della città studiando i vari atti amministrativi, mentre le campagne elettorali erano vissute con goliardia. Ricordo estenuanti volantinaggi per tutta la città e la notte tutti ad affiggere manifesti, talvolta anche fuori degli spazi assegnati.
Dopo anni di militanza e dopo aver acquisito le necessarie competenze politico-amministrative si era pronti a ricoprire incarichi di partito o ad essere candidati in una delle tante campagne elettorali.
Erano campagne elettorali diverse da quelle di oggi, meno social, meno virtuali molta più di presenza fisica sul territorio e di contatto con l'elettorato».
Già tutto avviene sui social, che stanno facendo la parte da leone, tutto si vive virtualmente, persino la campagna elettorale. Possono cambiare i mezzi della comunicazione politica, ma i manifesti e i "santini" non tramonteranno mai.
Ora non ci rimane che attendere quali potremmo collezionare per questa tornata elettorale.
Sembra che sia in corso una partita a scacchi sulla testa della città e dei cittadini.
A memoria della scrivente è forse la prima volta che a distanza di pochi mesi dalle elezioni non siano ancora ben chiari i candidati sindaci, le coalizioni e soprattutto i programmi.
In altre situazioni, in altri tempi, il fermento in città si respirava nell'aria, incominciava la "guerra" simbolica sui grandi temi. Il toto nomi dei possibili candidati sindaci. Oggi è tutto fermo.
Molfetta continua a sonnecchiare. I due grandi partiti della città: Partito Democratico e Forza Italia, tacciono nelle segrete delle loro sezioni. E intanto l'unico uscito allo scoperto, sino ad ora, è Tommaso Minervini, con la sua coalizione e con il suo programma.
Si chiamava "Prima Repubblica" e la campagna elettorale si faceva in un modo completamente diverso, non c'erano gli attuali mezzi di comunicazione, tutto avveniva nelle strade con i comizi, a casa delle persone, con i manifesti e i "santini".
Circolavano le rose bianche della Democrazia Cristiana e i garofani rossi del Partito Socialista, che venivano donati al termine dei comizi alle donne. Erano altri tempi, raccontano un'altra storia di Molfetta, ma raccontano anche di un altro modo di eleggere il sindaco, che veniva eletto in seno al consiglio comunale, suprema e massima assise cittadina. Ognuno correva per sé e per il proprio partito.
Poi è arrivata la "Seconda Repubblica" e il cambio della legge elettorale: il sindaco eletto dal popolo. I partiti hanno concentrato la loro attenzione sui nomi, quelli credibili, quelli che potevano portare voti. Le campagne elettorali, oltre che in piazza, hanno incominciato a farsi nelle televisioni locali.
Come ci racconta, l'ex assessore Mauro Magarelli: «i partiti erano vere e proprie palestre di vita e di formazione politica. Si iniziava nei movimenti giovanili dove i militanti erano legati da comuni ideali e valori. Ci veniva data la possibilità di partecipare alla vita politica della città studiando i vari atti amministrativi, mentre le campagne elettorali erano vissute con goliardia. Ricordo estenuanti volantinaggi per tutta la città e la notte tutti ad affiggere manifesti, talvolta anche fuori degli spazi assegnati.
Dopo anni di militanza e dopo aver acquisito le necessarie competenze politico-amministrative si era pronti a ricoprire incarichi di partito o ad essere candidati in una delle tante campagne elettorali.
Erano campagne elettorali diverse da quelle di oggi, meno social, meno virtuali molta più di presenza fisica sul territorio e di contatto con l'elettorato».
Già tutto avviene sui social, che stanno facendo la parte da leone, tutto si vive virtualmente, persino la campagna elettorale. Possono cambiare i mezzi della comunicazione politica, ma i manifesti e i "santini" non tramonteranno mai.
Ora non ci rimane che attendere quali potremmo collezionare per questa tornata elettorale.