Camorra barese infiltrata in Veneto: blitz dei Carabinieri, arresti anche a Molfetta

Il clan Di Cosola si era riorganizzato a Verona: lo stupefacente arrivava dalla Puglia. 19 le misure cautelari

giovedì 16 maggio 2019 22.20
Era stata ricostituita in Veneto, dopo che il gruppo era stato stroncato in Puglia, una cellula del clan camorristico barese Di Cosola, e in provincia di Verona aveva avviato un traffico di marijuana e cocaina, scoperto e disarticolato oggi nel blitz dei Carabinieri coordinato dalla Procura Antimafia di Venezia.

A illustrare l'operazione è stato il procuratore distrettuale antimafia di Venezia, Bruno Cherchi, assieme al colonnello Ettore Bramato, comandante provinciale dei Carabinieri di Verona. Complessivamente sono state eseguite 19 misure cautelari, di cui 10 nel capoluogo scaligero (6 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) e 9 nelle province di Bari (a Molfetta, dove sono state eseguite una serie di perquisizioni) e Barletta (5 in carcere e 4 ai domiciliari).

Dalle indagini è emerso che un affiliato al clan, operante in riva all'Adige da una ventina d'anni, aveva avviato e dirigeva il traffico di marijuana e cocaina dalla Puglia, che giungeva in Veneto tramite pacchi contenenti ricambi per automobili inviati con corriere espresso a ignari artigiani e meccanici, in particolare, oppure con corrieri che viaggiavano in pullman di linea, con biglietto di andata e ritorno pagato dall'organizzazione.

Ogni settimana si è stimato giungessero nel veronese uno o due chilogrammi di marijuana e 2-300 grammi di cocaina pura, destinati alo spaccio sul territorio. Dalla denuncia di un artigiano, minacciato dagli appartenenti al clan, sono scattati nel novembre 2016 gli accertamenti con intercettazioni telefoniche e controlli del territorio, sia in Veneto che in Puglia, sfociati negli arresti odierni.

Oltre al reato di associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga, la Procura Antimafia contesta il possesso di armi, minacce ed estorsione.

«Per la prima volta è stata riscontrata in Veneto la presenza di un'associazione con radici nella camorra barese, con ulteriore tipo di infiltrazione, stavolta nel veronese». Lo ha sottolineato il procuratore distrettuale antimafia di Venezia, Bruno Cherchi, nel corso della conferenza stampa con cui è stato illustrato l'odierno blitz antidroga nei confronti di affiliati al clan Di Cosola.

L'approdo in riva all'Adige del clan barese, ha precisato Cherchi, «è avvenuto in seguito alle indagini pugliesi che avevano disarticolato l'organizzazione, con il trasferimento di alcuni soggetti in Veneto. Questi elementi si sono inseriti nel traffico di stupefacenti, organizzato in Puglia ma con terminale nella regione. Questo - ha sottolineato - ci deve far riflettere sulla capacità di dispersione delle organizzazioni criminali sul territorio, valutato più 'tranquillo'».

La novità della presenza dei Di Cosola «ci allarma - ha proseguito Cherchi - perché dimostra ancora una volta che il territorio veneto è continuamente oggetto dell'attenzione di più soggetti criminali», facendo riferimento alle precedenti indagini della Direzione Distrettuale Antimafia che avevano scoperto presenze di gruppi legati a 'ndrangheta e camorra napoletana.

«C'è la possibilità - ha quindi precisato - che anche gruppi criminali non particolarmente attrezzati, ma con canali di approvvigionamento e un flusso costante di droga, possano trovare un mercato che permette facili guadagni».