Caduta stazione spaziale cinese, il rientro previsto per questa notte
Secondo gli ultimi aggiornamenti dell'Asi la possibilità è dello 0,1% sull'Italia
domenica 1 aprile 2018
23.29
Con il passare delle ore si delinea maggiormente la porzione di territorio interessata e l'arco temporale in cui potrebbe cadere al suolo la stazione spaziale cinese Tiangong 1 (che in mandarino significa "Palazzo Celeste") che da giorni prosegue a sua discesa lenta verso la Terra.
Secondo gli ultimi dati forniti dall'ASI – Agenzia Spaziale Italiana nel corso di un nuovo tavolo tecnico tenuto nel pomeriggio del girono di Pasqua presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, "la previsione di rientro in atmosfera ad 80 km della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è stimata per il 2 aprile alle ore 00:39 UTC (ora italiana 02.39 del 2 aprile), con una finestra di incertezza tra le 2 e le 4 ore".
Il satellite, sul cui rientro si è perso il controllo, dovrebbe impattare con l'atmosfera terrestre proprio nella notte tra il primo e il 2 aprile; ciò comporterebbe una disgregazione della stazione di 8,5 tonnellate con la produzione di diversi detriti che secondo i calcoli hanno lo 0,1% di possibilità di precipitare sul territorio italiano, in particolare nelle regioni di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna e l'isola di Lampedusa in Sicilia.
"Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all'orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all'attività solare", è quanto si legge nell'ultimo aggiornamento sul sito dell'Agenzia Spaziale Italiana.
Sul sito della Protezione Civile sono state pubblicate alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all'impatto:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina. In linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.
Secondo gli ultimi dati forniti dall'ASI – Agenzia Spaziale Italiana nel corso di un nuovo tavolo tecnico tenuto nel pomeriggio del girono di Pasqua presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile, "la previsione di rientro in atmosfera ad 80 km della stazione spaziale cinese Tiangong-1 è stimata per il 2 aprile alle ore 00:39 UTC (ora italiana 02.39 del 2 aprile), con una finestra di incertezza tra le 2 e le 4 ore".
Il satellite, sul cui rientro si è perso il controllo, dovrebbe impattare con l'atmosfera terrestre proprio nella notte tra il primo e il 2 aprile; ciò comporterebbe una disgregazione della stazione di 8,5 tonnellate con la produzione di diversi detriti che secondo i calcoli hanno lo 0,1% di possibilità di precipitare sul territorio italiano, in particolare nelle regioni di Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Sardegna e l'isola di Lampedusa in Sicilia.
"Le previsioni di rientro sono soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento della stazione spaziale stessa rispetto all'orientamento che assumerà nello spazio e agli effetti che la densità atmosferica imprime agli oggetti in caduta, nonché a quelli legati all'attività solare", è quanto si legge nell'ultimo aggiornamento sul sito dell'Agenzia Spaziale Italiana.
Sul sito della Protezione Civile sono state pubblicate alcune indicazioni utili alla popolazione affinché adotti responsabilmente comportamenti di autoprotezione qualora si trovi nei territori potenzialmente esposti all'impatto:
• è poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, che pertanto sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e porte vetrate;
• i frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone: pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici;
• all'interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell'eventuale impatto sono, per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi), per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti;
• è poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell'impatto;
• alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all'impatto e contenere idrazina. In linea generale, si consiglia a chiunque avvistasse un frammento, senza toccarlo e mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.