Bonifica del fondale molfettese dagli ordigni bellici: prosegue l'iter
Prossima attività di brillamento prevista dal 19 al 22 dicembre
venerdì 15 dicembre 2023
Dal 19 al 22 dicembre, il nucleo SDAI di Taranto effettuerà operazioni di brillamento di ordigni residuati bellici nel punto individuato nell'allegato stralcio planimetrico pubblicato dalla Capitaneria di Porto.
I predetti ordigni, attualmente ubicati all'interno del porto di Molfetta, verranno rimorchiati dal suddetto nucleo SDAI nel punto designato per il brillamento. Durante le operazioni di rimorchio degli ordigni è fatto obbligo a tutte le unità di navigare mantenendosi a distanza prudenziale di sicurezza di almeno 100 metri e ad una velocità massima di 3 nodi o comunque alla velocità minima per navigare in sicurezza, ponendo la massima attenzione alle eventuali segnalazioni provenienti dalle imbarcazioni impegnate nel trasferimento.
Nelle aree individuate nella planimetria in allegato alla presente ordinanza, durante le operazioni di brillamento, lo specchio acqueo interessato dalle attività di bonifica, entro un raggio di 500 metri dal punto di brillamento, viene interdetto alla navigazione, transito, ancoraggio e sosta di qualsiasi mezzo navale, ed in generale, a qualsiasi attività di superficie e subacquea; nonché, entro un raggio di 1000 metri dal medesimo punto, viene interdetto alla balneazione ed alle immersioni subacquee, sportive e professionali.
Prosegue dunque il lungo iter legato alla bonifica della costa adriatica, con particolare attenzione posta proprio sull'area del nord-barese: nel corso del secondo conflitto mondiale, infatti l'aviazione britannica e quella statunitense sganciarono complessivamente un milione di bombe sull'Italia. Secondo i report che vengono periodicamente resi noti a livello nazionale, attualmente circa il 60% di questi residuati bellici sono stati rinvenuti e rimossi dall'esercito italiano. Se durante la prima guerra mondiale la Puglia fu interessata solo marginalmente dai bombardamenti, ben diverso fu il destino del territorio regionale nella seconda.
Molfetta fu colpita durante l'incursione aerea da parte dell'aviazione tedesca avvenuta il 6 novembre 1943. Secondo Legambiente, sono circa 10mila gli ordigni inabissati solo nel porto di Molfetta e nella zona costiera verso Giovinazzo, in concomitanza del litorale di Torre Gavetone. Molte delle bombe che tutt'oggi vengono rinvenute provengono dalle stive delle 17 navi affondate nel porto di Bari durante il bombardamento tedesco del 2 dicembre 1943. Le operazioni di bonifica del porto iniziarono nel 1947 e durarono alcuni anni: gli ordini venivano recuperati dal fondale e caricati su enormi zatteroni attraverso i quali venivano condotti altrove. Gran parte di questo materiale venne inopportunamente rilasciato proprio nel tratto di costa del nord-barese, dove gli interventi di bonifica proseguono ancora.
I predetti ordigni, attualmente ubicati all'interno del porto di Molfetta, verranno rimorchiati dal suddetto nucleo SDAI nel punto designato per il brillamento. Durante le operazioni di rimorchio degli ordigni è fatto obbligo a tutte le unità di navigare mantenendosi a distanza prudenziale di sicurezza di almeno 100 metri e ad una velocità massima di 3 nodi o comunque alla velocità minima per navigare in sicurezza, ponendo la massima attenzione alle eventuali segnalazioni provenienti dalle imbarcazioni impegnate nel trasferimento.
Nelle aree individuate nella planimetria in allegato alla presente ordinanza, durante le operazioni di brillamento, lo specchio acqueo interessato dalle attività di bonifica, entro un raggio di 500 metri dal punto di brillamento, viene interdetto alla navigazione, transito, ancoraggio e sosta di qualsiasi mezzo navale, ed in generale, a qualsiasi attività di superficie e subacquea; nonché, entro un raggio di 1000 metri dal medesimo punto, viene interdetto alla balneazione ed alle immersioni subacquee, sportive e professionali.
Prosegue dunque il lungo iter legato alla bonifica della costa adriatica, con particolare attenzione posta proprio sull'area del nord-barese: nel corso del secondo conflitto mondiale, infatti l'aviazione britannica e quella statunitense sganciarono complessivamente un milione di bombe sull'Italia. Secondo i report che vengono periodicamente resi noti a livello nazionale, attualmente circa il 60% di questi residuati bellici sono stati rinvenuti e rimossi dall'esercito italiano. Se durante la prima guerra mondiale la Puglia fu interessata solo marginalmente dai bombardamenti, ben diverso fu il destino del territorio regionale nella seconda.
Molfetta fu colpita durante l'incursione aerea da parte dell'aviazione tedesca avvenuta il 6 novembre 1943. Secondo Legambiente, sono circa 10mila gli ordigni inabissati solo nel porto di Molfetta e nella zona costiera verso Giovinazzo, in concomitanza del litorale di Torre Gavetone. Molte delle bombe che tutt'oggi vengono rinvenute provengono dalle stive delle 17 navi affondate nel porto di Bari durante il bombardamento tedesco del 2 dicembre 1943. Le operazioni di bonifica del porto iniziarono nel 1947 e durarono alcuni anni: gli ordini venivano recuperati dal fondale e caricati su enormi zatteroni attraverso i quali venivano condotti altrove. Gran parte di questo materiale venne inopportunamente rilasciato proprio nel tratto di costa del nord-barese, dove gli interventi di bonifica proseguono ancora.