Bombe nei cantieri, il mondo delle associazioni: «Mai minimizzare i fatti criminosi»
La nota a firma di ANPI, ARCI, Azione Cattolica Cittadina di Molfetta, Presidio Libera
lunedì 13 settembre 2021
12.57
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato a firma di ANPI, ARCI, Azione Cattolica Cittadina di Molfetta, Presidio Libera "Gianni Carnicella".
«L'attentato dinamitardo avvenuto mentre era ancora in corso la festa patronale ci inquieta come privati cittadini e come Associazioni, da sempre impegnate nella difesa della democrazia, della libertà e delle regole condivise che sono alla base della civile convivenza.
Non ci interessa qui sapere se quello sia frutto del racket delle estorsioni o se sia un "semplice" avvertimento per un prestito usurario non rimborsato. Quanto avvenuto è un fatto gravissimo in sé sia per le modalità esecutive (lo scoppio di diversi potenti ordigni a distanza di qualche minuto), sia perché segue di qualche mese l'agguato avvenuto in Via Immacolata e si inserisce nel triste e lungo rosario di incendi alle autovetture che ormai da tempo interessa Molfetta in tutti i suoi quartieri, sia, ancora, perché rappresenta la punta dell'iceberg di un clima di illegalità diffusa che si respira nella nostra Città.
Molfetta non è affatto un' "isola felice", come qualcuno vuol farla passare, minimizzando i fatti criminosi. Da anni, grazie anche ai legami familiari che si sono intrecciati fra esponenti della malavita locale ed ambienti della criminalità organizzata del Capoluogo, Molfetta rappresenta, nell'hinterland, uno dei più fiorenti mercati di spaccio della droga, che regge nonostante i colpi inferti dalle forze dell'ordine, i cui cospicui profitti stringono nella morsa della delinquenza sempre più larghe fasce di popolazione, soprattutto giovanili, attratte dai facili guadagni.
I profitti reinvestiti, in massima parte, nell'usura, complice un sistema creditizio non lungimirante, stanno finendo per strozzare l'economia cittadina ed emarginare, sino ad espellerla, l'imprenditoria sana della Città. L'espansione della criminalità è stata possibile anche per quel clima di illegalità diffusa, di cui si diceva, che è arrivato persino a penetrare nel Palazzo di Città, fino ai piani più alti, come testimoniano i recentissimi provvedimenti giudiziari.
Questo che avviene sotto i nostri occhi non può non interessarci perché ciò che è successo in quel cantiere o a quei proprietari di auto, può capitare ad ognuno di noi. Il mondo dell'associazionismo, parte sana di Molfetta, fanno dunque appello ai cittadini, perché ci sia un impegno comune a bonificare la palude che costituisce il miglior terreno di coltura del malaffare».
«L'attentato dinamitardo avvenuto mentre era ancora in corso la festa patronale ci inquieta come privati cittadini e come Associazioni, da sempre impegnate nella difesa della democrazia, della libertà e delle regole condivise che sono alla base della civile convivenza.
Non ci interessa qui sapere se quello sia frutto del racket delle estorsioni o se sia un "semplice" avvertimento per un prestito usurario non rimborsato. Quanto avvenuto è un fatto gravissimo in sé sia per le modalità esecutive (lo scoppio di diversi potenti ordigni a distanza di qualche minuto), sia perché segue di qualche mese l'agguato avvenuto in Via Immacolata e si inserisce nel triste e lungo rosario di incendi alle autovetture che ormai da tempo interessa Molfetta in tutti i suoi quartieri, sia, ancora, perché rappresenta la punta dell'iceberg di un clima di illegalità diffusa che si respira nella nostra Città.
Molfetta non è affatto un' "isola felice", come qualcuno vuol farla passare, minimizzando i fatti criminosi. Da anni, grazie anche ai legami familiari che si sono intrecciati fra esponenti della malavita locale ed ambienti della criminalità organizzata del Capoluogo, Molfetta rappresenta, nell'hinterland, uno dei più fiorenti mercati di spaccio della droga, che regge nonostante i colpi inferti dalle forze dell'ordine, i cui cospicui profitti stringono nella morsa della delinquenza sempre più larghe fasce di popolazione, soprattutto giovanili, attratte dai facili guadagni.
I profitti reinvestiti, in massima parte, nell'usura, complice un sistema creditizio non lungimirante, stanno finendo per strozzare l'economia cittadina ed emarginare, sino ad espellerla, l'imprenditoria sana della Città. L'espansione della criminalità è stata possibile anche per quel clima di illegalità diffusa, di cui si diceva, che è arrivato persino a penetrare nel Palazzo di Città, fino ai piani più alti, come testimoniano i recentissimi provvedimenti giudiziari.
Questo che avviene sotto i nostri occhi non può non interessarci perché ciò che è successo in quel cantiere o a quei proprietari di auto, può capitare ad ognuno di noi. Il mondo dell'associazionismo, parte sana di Molfetta, fanno dunque appello ai cittadini, perché ci sia un impegno comune a bonificare la palude che costituisce il miglior terreno di coltura del malaffare».