Blue Whale anche a Chi l'ha visto: il caso di Molfetta

Il capitano Ingrosso rivela la presenza di alcuni tagli sulle braccia del 17enne. Un particolare che corrisponde ad una delle regole del tragico gioco

giovedì 8 giugno 2017 14.17
A cura di Nicola Miccione
Dopo l'intervista di Selvaggia Lucarelli a Matteo Viviani de Le Iene sui video falsi inseriti nei servizi dedicati al Blue Whale, ecco che anche Chi l'ha visto, nella serata di ieri (clicca qui per il video), si è occupato del gioco della balena blu.

Federica Sciarelli e i suoi inviati hanno ricercato testimonianze del caso di Blue Whale avvenuto a Molfetta il 2 giugno scorso. Un passante ha infatti allertato le autorità della presenza sui binari di un ragazzo, che poco dopo ha rischiato di finire sotto a un treno. Immediato l'intervento dei Carabinieri della Compagnia di Molfetta, che sono riusciti a salvare il ragazzo appena un minuto prima dell'arrivo del convoglio.

È davvero un caso collegato con il Blue Whale? «Certo, le coincidenze con alcune delle 50 regole di questo gioco alla morte iniziato in Russia sono molte - spiega Claudia Aldi, cronista di cronaca nera e giudiziaria, che si è occupata del caso con Goffredo De Pascale e Andrea Gentile - come quella con la regola n. 27: alzatevi alle ore 04.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria».

«O quelle - spiega ancora - con le regole dalla n. 30 alla n. 49: ogni giorno svegliatevi alle ore 04.20 del mattino, guardate i video horror, ascoltate la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a "una balena"». La certezza, però, arriverà solo con i risultati delle analisi in corso sul tablet, sul pc e sul cellulare sequestrati dai Carabinieri al ragazzino di 17 anni salvato sui binari.

Ma cosa sono queste regole? In cosa consiste questo gioco? «L'ideatore - racconta la Aldi - è Philipp Budeikin, 21 anni, in carcere a Mosca da novembre dopo una serie di morti sospette di giovanissimi. La Polizia russa lo ha arrestato per istigazione al suicidio, ma non è riuscita invece ad arrestare il diffondersi, anche oltre i confini nazionali, del diabolico gioco social».

E così da Mosca il Blue Whale arriva anche da noi, a Molfetta? «La telefonata - riavvolge il nastro il capitano Vito Ingrosso - è giunta raccontando che c'è un ragazzo che si trovava sul cavalcavia e che si stava sporgendo. L'interlocutore ha preferito rimanere anonimo ed ha chiesto il nostro celere intervento perché temeva che il giovane potesse fare qualche gesto insano.

Dopo, ha continuato nelle descrizione di quello che stava accadendo, ha raccontato che il giovane era sceso e lo ha visto sui binari, accovacciato, - specifica - in attesa del passaggio del treno. Prima lo ha visto camminare, poi lo ha visto sedersi sui binari». Regola n. 27: alzatevi alle ore 04.20 del mattino e andate a visitare i binari di una stazione ferroviaria.

«A quel punto - prosegue Ingrosso nel racconto - l'operatore della centrale ha inviato la pattuglia del Nucleo Radiomobile che è arrivata sul posto ed ha visto la situazione così come è stata descritta dall'interlocutore. I miei uomini sono arrivati, attraverso la ringhiera hanno visto il ragazzo, l'hanno quasi supplicato, ma lui era quasi in uno stato di incoscienza. Era seduto sui binari, quasi rannicchiato».

«Allora i militari hanno chiesto alle Ferrovie dello Stato di bloccare la circolazione ferroviaria, ma nell'immediatezza hanno sentito giungere il treno, visto in lontananza, e quindi - dice ancora il capitano - hanno scavalcato e sono andati a salvare il ragazzo, prendendolo per il braccio e portandolo via». Così Bruno Morra, appuntato scelto dei Carabinieri in servizio quella mattina: «Abbiamo sentito il treno arrivare, non c'era più tempo».

«Col collega, senza nemmeno pensarci, - prosegue Morra - abbiamo saltato la cancellata e l'abbiamo tirato via dai binari». È stato veramente un miracolo: «Sì - dice Francesco Scaringella, appuntato dei Carabinieri - perché il ragazzo era intento a suicidarsi». Regole dalla n. 30 alla n. 49: ogni giorno svegliatevi alle ore 04.20 del mattino, guardate i video horror, ascoltate la musica che il curatore vi mandi, fatevi un taglio sul corpo al giorno, parlate a "una balena"».

Il capitano Vito Ingrosso rivela inoltre alle telecamere di Chi l'ha visto della presenza di alcuni tagli sulle braccia del 17enne. «I miei uomini - specifica - hanno visto numerosi tagli verticali, orizzontali e circolari». Un particolare che corrisponde ad una delle regole del tragico gioco. È in questo momento che arriva il sospetto che possa trattarsi di Blue Whale. E i militari cercano di far parlare il ragazzo che ha soli 17 anni.

«Il ragazzo - ricorda Morra - mi ha subito detto di non aver nessun problema, né familiare, né con gli amici, né sentimentale, ma soprattutto ha escluso il Blue Whale, che mi ha comunque spiegato perché, evidentemente, lo conosceva perfettamente». A questo punto gli uomini dell'Arma hanno contattato subito i genitori, che sono accorsi sul posto.

«Lui, nell'immediatezza, si è sfogato con la madre - ricorda Ingrosso - e ha raccontato che, già da un paio di giorni, aveva visitato la stazione ferroviaria ed aveva passeggiato lungo i binari intorno alle ore 04.00, l'orario fatidico che loro indicano come l'orario nel quale devono essere effettuate delle prove, che aveva visto un horror e quindi si stava interessando ad una tipologia di film che non aveva mai visto».

L'inchiesta è aperta. La prima cosa che bisogna scoprire è chi c'è dietro l'istigazione al suicidio: «I ragazzi - spiega la Aldi - vengono scelti e contattati da un cosiddetto curatore o tutor oppure sono loro a cercarsi il curatore di turno. Le regole sono ferree: non bisogna parlare con nessuno, soprattutto bisogna tenere lontani i genitori.

Si deve documentare con foto e video ogni prova sostenuta. Parole d'ordine: obbedienza e sottomissione. Si inizia con alterare il ritmo sonno-veglia. Ci si deve alzare di notte per vedere film dell'orrore oppure uscire di casa per andare in aree abbandonate o a rischio, salire sui tetti e fotografarsi in bilico sul vuoto. Poi si passa all'autolesionismo, sempre un po' per volta. Prima un taglio su un braccio, poi un altro taglio, poi un altro taglio ancora.

Una serie di tagli per raffigurare la balena, quella blu, quella che decide di spiaggiarsi per morire. In Italia - conclude il servizio mandato in onda ieri da Chi l'ha visto - sono tantissime le segnalazioni e tante le Procure che hanno aperto fascicoli per istigazione al suicidio».