Ballottaggio: ora il civismo di Minervini deve gestire il vantaggio

Dopo il successo al primo turno serve non sprecare il vantaggio e mobilitare l'elettorato

domenica 25 giugno 2017 19.53
A cura di Andrea Teofrasto
Che il civismo di Tommaso Minervini sia il vincitore del primo turno delle elezioni comunali, è davvero difficile negarlo. Ora però viene la cosa più difficile, come tanti candidati e tanti politici hanno imparato a loro spese: saper gestire la vittoria, non sprecarla, non cedere all'improvvisazione, alle rivalità, alla cupidigie concorrenti. Anche perché quella del primo turno è essenzialmente una vittoria di tappa: Minervini con il suo 45,72 % (15.154 voti) ha chiuso il primo tempo in vantaggio, ma ai ballottaggi, a distanza di 15 giorni, si capisce davvero chi ha vinto la partita.

Ninnì Camporeale non ha certo dimenticato la lezione subita da Paola Natalicchio nel pomeriggio del 10 giugno 2013, quando chiuse il primo tempo (il 26-27 maggio 2013) in vantaggio con il 46,67% (17.087 voti) contro il 32,95% (12.064 voti) di Paola Natalicchio, e alla fine perse la partita ai rigori in favore di quest'ultima che ottenne al ballottaggio il 54,89% (17.878 voti) contro il 45,11% (14.690 voti). Ci potrebbe essere qualche buona premessa perché questo accada nuovamente.

Dunque il civismo ha due problemi, quasi opposti: da un lato mobilitare il più possibile il proprio eterogeneo elettorato facendo capire l'importanza della posta in gioco, dall'altro riunire gli incerti, chi al primo turno ha scelto qualche altro candidato civico, possibilmente anche una parte degli astensionisti. Il fatto di non poter riuscire a conciliare queste due esigenze, quella di motivare i sostenitori più convinti, e quella di convincere gli astensionisti, potrebbe portare Tommaso Minervini a perdere Molfetta, dopo essere stato a un passo dalla vittoria.