Balducci: cosa è la Seu e come prevenirla
Il pediatra molfettese: «è una bufala quella del gelato artigianale»
venerdì 16 giugno 2017
Dopo l'allarme vaccini, arriva il virus Seu, che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi, soprattutto perché colpisce i bambini. Chiarimenti e su come difendersi lo abbiamo chiesto al pediatra Ottavio Balducci.
E' rimbalzata agli onori della cronaca, purtroppo nera, con il nome di Seu, dottore ci può spiegare con precisione che cosa è questo virus?
«SEU sta per Sindrome emolitico-uremica. È una patologia rara ma estremamente pericolosa. Occorre precisare che nell'80-90% dei casi non è causata da un virus ma da un particolare batterio chiamato Escherichia coli e da un suo particolare ceppo capace di produrre una potente tossina detta vero-citotossina (VTEC).
La sindrome rappresenta quindi una complicanza di un'infezione intestinale batterica che infetta la persona sana attraverso l'ingestione di alimenti contaminati o portando alla bocca mani o oggetti che sono venuti a contatto con le feci di un soggetto malato (trasmissione oro-fecale)».
Chi colpisce?
«La SEU si osserva soprattutto negli anziani e nei bambini, in particolare nei primi anni di vita.
È caratterizzata dalla comparsa di tre sintomi tipici: anemia emolitica (rottura eccessiva dei globuli rossi, conseguente riduzione del trasporto di ossigeno ai tessuti e rilascio negli stessi di ferro), piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) ed insufficienza renale acuta a causa della quale molto spesso è necessario ricorrere alla dialisi.
Nelle forme tipiche, l'infezione esordisce con diarrea, spesso emorragica, vomito e intenso dolore addominale anche se nelle fasi precoci la diarrea è del tutto aspecifica e talvolta può mancare. Se l'infezione evolve verso la SEU, si manifestano i sintomi e i segni clinici riconducibili all'insufficienza renale (ridotta o assente eliminazione di urine) oltre all'anemia acuta. Nei casi più gravi possono comparire manifestazioni di carattere neurologico come confusione, obnubilamento sensorio e convulsioni.
Nei bambini la SEU può avere un decorso grave fino ad essere, talvolta, mortale.
Generalmente i casi di SEU colpiscono soggetti isolati. Ma focolai epidemici possono manifestarsi sia in ambito familiare che in comunità (asili nido, scuole, ecc) e sono riconducibili all'esposizione a fonti comuni di infezione da parte della potente tossina VTEC».
Come si possono tutelare i bambini e gli anziani?
«Innanzitutto con la prevenzione in quanto il decorso della SEU può essere assai rapido e pertanto non sempre si riesce ad assicurare al paziente la tempestiva assistenza e terapia in un reparto di nefrologia per eseguire la dialisi
(per sopperire all'insufficienza renale) e la plasmaferesi (lavaggio del sangue per eliminare la tossina).
Va sottolineato che la terapia antibiotica non è necessaria e può perfino risultare dannosa poiché potrebbe favorire la liberazione intestinale e l'azione sistemica della tossina.
La prevenzione quindi è l'arma vincente che si basa sullo scongiurare l'esposizione alle possibili fonti di infezione da Escherichia Coli produttrice della potente tossina VTEC.
Come per le altre infezioni trasmesse da alimenti o per via oro-fecale è quindi necessario:
• evitare il consumo di carne poco cotta, specialmente se macinata, e di latte non pastorizzato o suoi derivati (ad esempio, formaggi freschi da latte non pastorizzato).
• evitare in cucina la contaminazione di alimenti pronti per il consumo (come insalate, ecc) con carne cruda, per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere
• evitare il contatto con le feci dei ruminanti e con acque e suolo contaminati da queste.
• come per altre infezioni intestinali, è opportuno allontanare le persone con diarrea, soprattutto bambini, dalla comunità fino a risoluzione dell'episodio».
Sotto accusa è arrivato il gelato artigianale, o meglio il latte non pastorizzato, c'è da preoccuparsi?
«Assolutamente no, se vengono rispettate le normali operazioni di pulizia ambientale e di igiene personale (il lavaggio delle mani) in quanto di per se sono sufficienti a evitare la diffusione dell'infezione.
La bufala sul gelato artigianale, questa si virale, è nata da una chat di whatsapp che riportava le dichiarazioni di un medico, successivamente smentite, in cui asseriva che la morte di una bambina di 15 mesi verificatosi ad Altamura era stata provocata dall'ingestione appunto di un gelato artigianale prodotto con latte non pastorizzato. Gli accertamenti eseguiti sui campioni del gelato conservato in frigorifero dalla famiglia di Altamura, sia dalla ASL che dai Carabinieri dei NAS di Bari, non hanno però riscontrato la presenza dei batterio e della sua pericolosa tossina».
Quali sono gli accorgimenti che le mamme possono adottare per tutelarsi?
«Adottare le comuni norme igieniche nell'accudimento del bambino e nella preparazione degli alimenti, prima tra tutte lavarsi frequentemente le mani. Evitare, come già detto, consumo di carne poco cotta o di prodotti caseari di non accertata provenienza. Il gelato artigianale, se prodotto secondo le norme igienico-sanitarie vigenti, non solo è buono ma rappresenta un vero e proprio alimento, tanto da poter essere utilizzato dai bambini come un'ottima merenda estiva».
Da pediatra e medico quali consigli sente di dare alle mamme e non?
«Facciamo tutti attenzione alle bufale mediatiche. Se arriva tramite whatsapp o Facebook una notizia allarmante, verifichiamo le fonti e i contenuti, magari affidandoci al parere di un esperto. Eviteremo così di allarmarci inutilmente o di incrementare involontariamente in noi stessi pericolosi allarmismi».
E' rimbalzata agli onori della cronaca, purtroppo nera, con il nome di Seu, dottore ci può spiegare con precisione che cosa è questo virus?
«SEU sta per Sindrome emolitico-uremica. È una patologia rara ma estremamente pericolosa. Occorre precisare che nell'80-90% dei casi non è causata da un virus ma da un particolare batterio chiamato Escherichia coli e da un suo particolare ceppo capace di produrre una potente tossina detta vero-citotossina (VTEC).
La sindrome rappresenta quindi una complicanza di un'infezione intestinale batterica che infetta la persona sana attraverso l'ingestione di alimenti contaminati o portando alla bocca mani o oggetti che sono venuti a contatto con le feci di un soggetto malato (trasmissione oro-fecale)».
Chi colpisce?
«La SEU si osserva soprattutto negli anziani e nei bambini, in particolare nei primi anni di vita.
È caratterizzata dalla comparsa di tre sintomi tipici: anemia emolitica (rottura eccessiva dei globuli rossi, conseguente riduzione del trasporto di ossigeno ai tessuti e rilascio negli stessi di ferro), piastrinopenia (ridotto numero di piastrine) ed insufficienza renale acuta a causa della quale molto spesso è necessario ricorrere alla dialisi.
Nelle forme tipiche, l'infezione esordisce con diarrea, spesso emorragica, vomito e intenso dolore addominale anche se nelle fasi precoci la diarrea è del tutto aspecifica e talvolta può mancare. Se l'infezione evolve verso la SEU, si manifestano i sintomi e i segni clinici riconducibili all'insufficienza renale (ridotta o assente eliminazione di urine) oltre all'anemia acuta. Nei casi più gravi possono comparire manifestazioni di carattere neurologico come confusione, obnubilamento sensorio e convulsioni.
Nei bambini la SEU può avere un decorso grave fino ad essere, talvolta, mortale.
Generalmente i casi di SEU colpiscono soggetti isolati. Ma focolai epidemici possono manifestarsi sia in ambito familiare che in comunità (asili nido, scuole, ecc) e sono riconducibili all'esposizione a fonti comuni di infezione da parte della potente tossina VTEC».
Come si possono tutelare i bambini e gli anziani?
«Innanzitutto con la prevenzione in quanto il decorso della SEU può essere assai rapido e pertanto non sempre si riesce ad assicurare al paziente la tempestiva assistenza e terapia in un reparto di nefrologia per eseguire la dialisi
(per sopperire all'insufficienza renale) e la plasmaferesi (lavaggio del sangue per eliminare la tossina).
Va sottolineato che la terapia antibiotica non è necessaria e può perfino risultare dannosa poiché potrebbe favorire la liberazione intestinale e l'azione sistemica della tossina.
La prevenzione quindi è l'arma vincente che si basa sullo scongiurare l'esposizione alle possibili fonti di infezione da Escherichia Coli produttrice della potente tossina VTEC.
Come per le altre infezioni trasmesse da alimenti o per via oro-fecale è quindi necessario:
• evitare il consumo di carne poco cotta, specialmente se macinata, e di latte non pastorizzato o suoi derivati (ad esempio, formaggi freschi da latte non pastorizzato).
• evitare in cucina la contaminazione di alimenti pronti per il consumo (come insalate, ecc) con carne cruda, per esempio usando lo stesso coltello o lo stesso tagliere
• evitare il contatto con le feci dei ruminanti e con acque e suolo contaminati da queste.
• come per altre infezioni intestinali, è opportuno allontanare le persone con diarrea, soprattutto bambini, dalla comunità fino a risoluzione dell'episodio».
Sotto accusa è arrivato il gelato artigianale, o meglio il latte non pastorizzato, c'è da preoccuparsi?
«Assolutamente no, se vengono rispettate le normali operazioni di pulizia ambientale e di igiene personale (il lavaggio delle mani) in quanto di per se sono sufficienti a evitare la diffusione dell'infezione.
La bufala sul gelato artigianale, questa si virale, è nata da una chat di whatsapp che riportava le dichiarazioni di un medico, successivamente smentite, in cui asseriva che la morte di una bambina di 15 mesi verificatosi ad Altamura era stata provocata dall'ingestione appunto di un gelato artigianale prodotto con latte non pastorizzato. Gli accertamenti eseguiti sui campioni del gelato conservato in frigorifero dalla famiglia di Altamura, sia dalla ASL che dai Carabinieri dei NAS di Bari, non hanno però riscontrato la presenza dei batterio e della sua pericolosa tossina».
Quali sono gli accorgimenti che le mamme possono adottare per tutelarsi?
«Adottare le comuni norme igieniche nell'accudimento del bambino e nella preparazione degli alimenti, prima tra tutte lavarsi frequentemente le mani. Evitare, come già detto, consumo di carne poco cotta o di prodotti caseari di non accertata provenienza. Il gelato artigianale, se prodotto secondo le norme igienico-sanitarie vigenti, non solo è buono ma rappresenta un vero e proprio alimento, tanto da poter essere utilizzato dai bambini come un'ottima merenda estiva».
Da pediatra e medico quali consigli sente di dare alle mamme e non?
«Facciamo tutti attenzione alle bufale mediatiche. Se arriva tramite whatsapp o Facebook una notizia allarmante, verifichiamo le fonti e i contenuti, magari affidandoci al parere di un esperto. Eviteremo così di allarmarci inutilmente o di incrementare involontariamente in noi stessi pericolosi allarmismi».